Su Amatrice sventola la bandiera del Friuli

UDINE. I primi sfollati hanno fatto il loro ingresso giovedì sera nel Campo Friuli Venezia Giulia, allestito a tempo di record dalla protezione civile regionale. In Lazio i 112 uomini partiti da Palmanova mercoledì mattina non si sono concessi nulla. Appena qualche ora di sonno, necessaria dopo il viaggio lungo mezza Italia che li ha visti approdare ad Amatrice oltre l’una e mezza della notte tra mercoledì e ieri.
All’alba erano già in piedi tecnici e volontari. Pronti a una giornata faticosa, fisicamente ed emotivamente. Obiettivo: allestire, a poco più di un chilometro dal centro della città reatina, nota per il piatto di pasta cui dá il nome, la tendopoli regionale. In serata sono così potute arrivare le prime persone, accolte a braccia aperte dalla Pc e dai volontari dell’Ana addetti alla cucina.
Erano le cinque, ieri mattina, quando gli uomini della protezione civile regionale, di cui 70 volontari, si sono rimboccati le maniche e hanno iniziato a scaricare dai Tir i materiali necessari all’allestimento della tendopoli che durante la giornata ha via via preso forma.
Una tenda dopo l’altra, fino ad arrivare a 33 nell’area del campo, situata nei pressi dell’agriturismo “Lo scoiattolo”, a circa un chilometro e mezzo dal centro città, che si raggiunge facilmente nel giro di qualche curva. Ed è stata anche issata la bandiera del Friuli.
Altre quattro tende sono state invece allestite in centro al paese, a un passo dal municipio, due date al Comune per consentirgli il collocamento di alcuni servizi amministrativi, altre due per il ricovero delle salme. Giovanni Novielli, veterano della protezione civile di Remanzacco, lo racconta a denti stretti, trattenendo con difficoltà la commozione.
In quel paese violentato dal terremoto rivede il Friuli di 40 anni fa: «E’ come esser tornati indietro nel tempo. Guardo le case distrutte, la disperazione della gente. E’ terribile». Gli fa eco Giuseppe Turchetti, caposquadra della protezione civile di Gemona, che davanti alle dure immagini restituite dalla tv non ha esitato. Insieme ad altri 4 gemonesi ha raggiunto Palmanova e da mercoledì notte è ad Amatrice. Al lavoro per aiutare la popolazione e restituire un po’ di quella straordinaria solidarietà ricevuta nel 1976 dalla sua città.
Anche per lui vedere il centro del paese del reatino è stato un po’ come fare un doloroso salto nel passato. «Sono stato in centro stamattina per prendere dei materiali ed entrando nel magazzino la custode mi ha guardato, con la testa tenuta stretta tra le mani, e mi ha detto solo: prendete quello che volete, ma vi prego aiutateci».
L’appello è stato consegnato nelle giuste mani. Mani che della tragedia sono l’altra faccia della medaglia. Migliaia di persone hanno raggiunto infatti Amatrice e i paesi del cratere sismico, esteso su quattro regioni, tra Lazio, Marche, Abruzzo e Umbria, per dare il proprio contributo.
E fare il possibile. Un possibile che non potrà curare le profonde ferite di chi ha perso martedì notte un parente o un amico sotto le scosse, ma ugualmente preziosissimo per dar riparo alla gente sfollata.
Ieri sera come detto le prime persone hanno potuto trovare ricovero all’interno delle tende allestite dalla nostra Pc, dotate di brande, energia elettrica e di apparecchi per la refrigerazione e il riscaldamento.
«Fondamentali - spiega il direttore generale della Protezione civile Luciano Sulli - perché siamo in montagna, a 950 metri sul livello del mare, e qui di notte la temperatura scende vertiginosamente: da 27 a 10 gradi».
L’autunno sarà rigido e con tutta probabilità la soluzione delle tende si rivelerà insufficiente. «Si parla di moduli, ma é ancora presto, affrontiamo un problema alla volta», aggiunge Sulli prima di congedarsi e tornare a coordinare i suoi: «L’avviso di disponibilità per i volontari quando sarà sul sito Internet?», lo sentiamo chiedere. «Entro oggi» (ieri, ndr) gli risponde qualcuno.
I 70 che sono partiti dal Friuli andranno infatti “sostituiti” da qui a una settimana da un nuovo gruppo di forze fresche e se in queste ore le disponibilità continuano spontaneamente ad affluire alla centrale operativa di Palmanova, la Pc ha deciso di pubblicare un invito al “reclutamento” sul suo sito Internet. Perché di un ricambio ci sarà bisogno. Intanto ieri i volontari si sono rifocillati al banchetto offerto dall’Ana, padrona della cucina del campo.
Hanno cenato assieme alle prime trenta persone sfollate arrivate nel tardo pomeriggio alla tendopoli. Menù: minestrone, petto di pollo, una mozzarella. E un po’ di compagnia a tagliare il clima di tensione che si respira in città. Domani seguiranno nuovi arrivi, fino a riempire i posti a disposizione che arrivano a quota 250, tanti quanti una borgata.
Altro fronte quello dei soccorsi tra le macerie al quale ieri hanno continuato a lavorare le 4 unità cinofile partite dal Friuli. Durante la giornata il bilancio delle vittime é salito ancora. Arrivato alla dolorosa quota di almeno 250 tra cittadini e turisti che si erano riversati ad Amatrice per la festa che domenica avrebbe celebrato il noto piatto di pasta e che invece si é trasformata per tanti di loro in un tragico appuntamento con il destino. Mercoledì sera la Regione ha ufficialmente stanziato i 500 mila euro promessi dalla presidente Debora Serracchiani che andranno a coprire sia le spese della tendopoli che quelle dell’elicottero incaricato di fare i rilievi topografici del cratere sismico.
Un lavoro che solo il Fvg é in grado di fare ma che però potrà iniziare solo al termine dell’emergenza, una volta smaltite almeno in parte le macerie. Lavoro duro e doloroso, come bene sa il sindaco di Gemona del 1976, Ivano Benvenuti, che ieri ha consegnato a Facebook il suo pensiero per le popolazioni terremotate. Un messaggio di profondo cordoglio e vicinanza accompagnato da un consiglio: «Non si lascino andare alle polemiche, ma restino uniti e lavorino per ricostruire i loro paesi».
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