Stefano e Valentino sposi in municipio: le prime nozze gay a Pozzuolo

La cerimonia celebrata dall’assessore Tosone. «Non è facile dichiararsi, soprattutto nei paesi, ma fatelo»

Stefano e Valentino, la prima unione civile a Pozzuolo

POZZUOLO. Stefano Peri Cossutta, 54 anni, e Valentino Bortolin, di 42, si sono uniti civilmente sabato, 15 luglio, in municipio a Pozzuolo. Li ha sposati l’assessore Cristina Tosone. È la prima volta che nel Comune è sancita un’unione civile fra persone dello stesso sesso, evento ancora piuttosto raro nei paesi, dov’è ancora più difficile mostrarsi per quello che si è.

Ma Stefano e Valentino, che si conoscono da 17 anni, hanno deciso di fare il grande passo. Abiteranno insieme a Zugliano. Alla festa, continuata al ristorante Napoleone di Castions di Strada, hanno partecipato parenti e amici. Come vuole la tradizione.

Ha celebrato l’assessore – il sindaco Nicola Turello era in viaggio a Roma –, «ma da parte di tutti ci sarebbe stata disponibilità ad applicare la norma» precisa Tosone che, accogliendo in municipio gli sposi, ha così esordito: «La legge del 2016 ha finalmente posto fine a una disparità che in Italia è stato difficile superare, nonostante l’articolo 3 della Costituzione sancisca per la Repubblica il dovere di rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della personalità umana. È una legge che fa cultura: fa in modo che i diritti e i doveri non rimangano confinati alla responsabilità privata ma diventino impegno, di fronte alla comunità e allo Stato, a partecipare secondo la propria capacità uno al benessere dell’altro. È una conquista – ha proseguito l’assessore Tosone, che alla fine ha fatto gli auguri alla coppia anche da parte dell’amministrazione – che riconosce il desiderio di volersi bene e di vivere in comune indipendentemente dall’appartenere a uno o all’altro genere nell’ambito dell’unione».

Felici e commossi, i neoconiugi ci hanno raccontato di loro. «Ho conosciuto il mio compagno in una discoteca – riferisce Stefano – e ci siamo voluti bene per tutti questi anni di convivenza, durante i quali abbiamo passato momenti belli, ma anche tanti brutti». Le difficoltà maggiori sono venute dal lavoro, un dramma per molti giovani ma, per chi deve fare i conti anche con una mentalità retriva, un ulteriore ostacolo. «Io ero commerciale esterno di un azienda di generi alimentari – spiega Stefano – e Valentino era un autista per un corriere espresso. Nel 2001 decidemmo di aprire un bar paninoteca nelle vicinanze di Codroipo, ma il fatto di essere “finocchi”, come si dice nel paese, ci ha dato tante amarezze e difficoltà, anche economiche, perché molti potenziali clienti erano frenati dal frequentare il nostro locale. Nonostante tutto riuscimmo a tirare avanti per quattro anni – continua Stefano –, anche se dovetti vendere la casa di proprietà per fronteggiare i pagamenti. Oggi sono un responsabile operativo in un corriere espresso e Valentino è autista in un altro corriere».

Risolti i problemi di occupazione, hanno deciso di unirsi civilmente «perché ci sembrava giusto formalizzare il nostro amore – dicono all’unisono – nel nostro Comune di residenza, Pozzuolo del Friuli, appunto. Da parte di tutti gli amministratori, del sindaco per primo – riferiscono –, c’è stata da subito una disponibilità che non ci aspettavamo e che ci fa ben sperare». È questo il messaggio di Valentino e Stefano: «Vorremmo dire a tutti quelli che vogliono fare il nostro passo di prendere coraggio, di essere liberi, anche se non è facile, soprattutto nei piccoli paesi di provincia».

©RIPRODUZIONE RISERVATA
 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto