Sempre più precario e incerto il lavoro in Fvg: tremila posti a rischio

La crescita degli occupati è stata generata da contratti a termine e part time. Una decina i punti di crisi con centinaia di esuberi; ammortizzatori in esaurimento

Il lavoro, ovvero uno dei valori fondanti della nostra Repubblica, che non a caso lo ha inserito all’articolo uno, e al quale tradizionalmente si dedica il 1° Maggio. Ma di quale lavoro parliamo oggi? Diverso, molto diverso da quello di settant’anni fa, ma molto diverso anche rispetto a vent’anni fa o a 10, prima della devastante crisi.

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I dati

Gli ultimi dati a disposizione sono quelli relativi al 2018 che ci dicono due cose. La prima è che nel 2018 l’occupazione in Friuli Venezia Giulia è cresciuta. Complessivamente è vero, ma se si analizza il disaggregato per trimestre, si scopre che nell’ultima parte dell’anno la “corsa” ha rallentato significativamente. Non solo, se i “numeri” degli occupati sono in linea o superiori ai livelli pre-crisi, non lo è il monte ore lavorate. Il totale occupati era sopra le 523 mila unità nel terzo trimestre, ed è sceso a 507 mila nell’ultimo. Il totale del 12 mesi si posiziona comunque al di sopra del saldo del 2017: 510 mila 800 occupati, contro 505 mila 100, con una variazione di +5.600 unità corrispondente al +1,1%.

Una crescita il cui merito va soprattutto alla componente femminile che ha segnato un aumento di 3.700 occupate, +1,7%, contro il +0,7% della componente maschile, che è aumentata di 1.900 unità. E questo già lascia supporre che a incidere sull’incremento ci siano più part time e assunzioni a termine o comunque occupazioni non stabili, piuttosto che contratti a tempo indeterminato. La conferma la troviamo sulle modalità contrattuali con cui le persone sono al lavoro: il tempo pieno incrementa nell’anno di 900 unità, +0,2%, salendo da 407 mila 400 del 2017 a 408 mila 300 del 2018. Il tempo parziale, invece, sale del +4,9%, 4.800 unità, da 97 mila 700 a 102.500.



Assunzioni


Dopo aver dato un’occhiata al contesto “occupazione” in Fvg, vale la pena soffermarsi anche sulle tipologie contrattuali con cui si è mosso il mercato del lavoro lo scorso anno. Ora se avanzassimo il quesito: qual è stato il contratto maggiormente utilizzato in regione? La risposta unanime sarebbe: il contratto a termine. Vero. Nel 2018 sono stati sottoscritti 59 mila 608 contratti a tempo determinato. E se la domanda successiva fosse: al secondo posto chi c’è? Forse non tutti indovinerebbero che al secondo posto ci sono le assunzioni in somministrazione: 37 mila 619.

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Queste ultime con un trend che rende evidente anche l’impatto del Decreto dignità: a gennaio le assunzioni avevano superato le 5.500 unità per scendere sulle 3 mila a settembre e giù fino alle 1.900 di dicembre. Al terzo posto in graduatoria ci sono le assunzioni a tempo indeterminato, 18.350; quindi le assunzioni con contratto intermittente, 14 mila 199; le assunzioni di stagionali, 11 mila 486; gli apprendisti, 7 mila 68. Nei 12 mesi del 2018 sono stati registrati, quindi 148 mila 330 movimenti di assunzione (e non sono “teste”, nel senso che uno stesso lavoratore può essere entrato e uscito più volte dal mercato del lavoro con varie tipologie di contratto, ndr), ma solo il 12% sono contratti stabili, a tempo indeterminato. Il restante è lavoro precario.



Gli indipendenti


Secondo i dati emergerebbe una certa voglia di fare impresa. I lavoratori indipendenti nel 2018 sono aumentati di quasi il 3%. Ma... c’è un ma: tra gli indipendenti si annoverano imprenditori, liberi professionisti, commercianti, artigiani e agricoltori, oltre ai coadiutori familiari, ai soci delle cooperative e ai collaboratori. Anche qui bisogna tenere conto dell’impatto di nuove regole che hanno spinto la nascita di partite Iva per superare i vincoli ai compensi dei collaboratori, dei co.co.co, co.co.pro ecc. Vero è che anche questo è lavoro. Quanto indipendente... non è dato sapere.


Le prospettive


Il futuro prossimo è incerto. Tanti i punti di crisi in regione con diverse centinaia di posti di lavoro a rischio legati a vertenze: Dm Electron, Sirti, Mangiartotti, Lavinox, Principe, Carrefour, Snaidero, Alleanza 3.0 e i residui della riorganizzazione Electrolux, per citarne alcune. E c’è incertezza per i circa 2.500 lavoratori che beneficiano di ammortizzatori che, nel 2019, dovrebbero esaurirsi. In più il trend dell’economia regionale, all’insegna del rallentamento.

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