Robert Gallo al Cro Fu lui a scoprire il retrovirus dell’Aids

Robert Gallo, direttore dell’Institute of human virology alla University of Maryland school of medicine di Baltimora, il primo a dimostrare tra il 1983 e il 1984 che la causa di una nuova malattia, l’Aids, doveva essere attribuita a un retrovirus (Hiv), sarà al Cro venerdì 16 gennaio dalle 8.45.
Tra i due massimi esperti al mondo di sindrome da immunodeficienza acquisita e del virus che lo causa, Gallo ha messo in quegli anni a punto un test decisivo per la diagnosi dell’infezione. Il professore terrà una lectio magistrali su cancerogenesi virale ed epidemia da virus Ebola nell’ambito della dodicesima riunione nazionale di “Emerging translational and clinical features of virus- driven tumours”, evento organizzato dal professor Umberto Tirelli, responsabile del dipartimento di oncologia medica dell’istituto nazionale tumori avianese.
I tumori indotti da agenti infettivi rappresentano circa il 18% di tutte le neoplasie umane; nella maggior parte dei casi i tumori sono virus-associati (12% ad Hpv, Hbv ed Hcv, Ebv, Hhv8 ed Htlv-I), una quota pari al 5.6% è associata all’Helicobacter Pylori ed una piccola quota a Chlamidia e parassiti.
Nei paesi industrializzati la diffusione della terapia antiretrovirale ad elevata efficacia (Cart), ha ridotto in modo significativo - sin dal 1996-97 la morbidità e mortalità per Aids trasformando l’infezione da Hiv in patologia cronica. I tumori, sia diagnostici sia non diagnostici per Aids, rappresentano oggi una delle principali cause di morbidità e mortalità per il soggetto infettato da Hiv. L’immunodepressione e l’immunoattivazione da Hiv influenzano infatti negativamente la loro storia naturale, con un aumento della aggressività biologica e della mortalità, che correla con il danno immunitario.
La gestione dei pazienti affetti da tumori virus-associati è molto complessa e richiede una stretta collaborazione multidisciplinare fra oncologi, infettivologi, ematologi, virologi, immunologi, patologi e ricercatori base. Attraverso un’attenta analisi e discussione da parte dei relatori sull’epidemiologia dei nuovi tumori, sulle strategie terapeutiche e cliniche, e sugli sviluppi futuri della ricerca, gli organizzatori del convegno vogliono sensibilizzare l’uditorio di medici, biologi ed infermieri sulle tematiche emergenti nell’ambito dei tumori da agenti infettivi.
«Il Cro – spiega Paolo De Paoli, direttore scientifico dell’istituto – è stato il primo e finora unico Irccs italiano interessatosi, fin dalla nascita, dei tumori associati ad agenti infettivi ed ha contribuito in maniera significativa a definire criteri di diagnosi e modalità di terapia appropriate, migliorando sensibilmente la sopravvivenza dei pazienti. Da alcuni anni – ha proseguito De Paoli nella sua riflessione – abbiamo esteso le valutazioni anche ai soggetti trapiantati che rappresentano un importante gruppo che richiede in prospettiva monitoraggio e studi accurati».
Il meeting servirà per fare il punto della situazione su alcune importanti tematiche: le conoscenze sui tumori indotti da virus; l’aggiornamento sul vaccino e sulle nuove strategie terapeutiche dell’infezione da Hiv ed anche sui tumori insorti nei pazienti con immunodepressione post-trapianto d’organo solido, che condividono con Hiv lo stesso spettro neoplastico.
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