Regionali, rebus centrodestra: ticket Fedriga-Riccardi o si ripiega su De Anna

Giornata al cardiopalma, ma il candidato governatore resta ancora un rebus. In pole il consigliere regionale che però non convince alleati e parte di partito.

UDINE. Dal camino di palazzo Grazioli esce la fumata nera. L’ennesima, in casa di un centrodestra che nella scelta del candidato governatore sta abbondantemente superando il limite della decenza. Un nulla di fatto che arriva al termine di una nuova giornata da “delirio” nel blocco conservatore e che al momento – ma qui le cose cambiano di ora in ora – vive essenzialmente su due opzioni principali: Elio De Anna o un ticket con Massimiliano Fedriga presidente e Riccardo Riccardi suo vice.



Per spiegare il tutto, però, bisogna partire dall’inizio o meglio dal vertice notturno tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni di martedì. In via del Plebiscito si è infatti deciso di rispettare il patto pre 4 marzo e cioè che il Fvg vada a Forza Italia. Lo ha chiesto, e ottenuto, il Cavaliere in persona. Via libera a Riccardo Riccardi, dunque? No. Perché sul capogruppo pende – da mesi – il veto leghista che, a stretto giro di posta, boccia anche le opzioni che portano a Sandra Savino e Franco Dal Mas.

Berlusconi, che ha affidato le trattative per il Fvg soprattutto a Nicolò Ghedini, tiene il punto e cerca un’altra soluzione. Gliene vengono in mente due: Roberto Snaidero e Rodolfo Ziberna. L’imprenditore sale su un aereo a Ronchi in mattinata, ascolta la proposta, secondo qualcuno presenta alcune richieste specifiche – leggasi l’azzeramento dei vertici locali azzurri –, non le ottiene e declina l’offerta. «Non mi interessa fare il governatore, nella maniera più assoluta» conferma in mattinata.



Si passa a Ziberna. Il sindaco di Gorizia, però, è ineleggibile – essendo al vertice di un municipio sopra i 3 mila abitanti – e ne ottiene conferma dagli uffici regionali mentre è in treno verso la capitale. Sceso a Termini si dirige immediatamente a palazzo Grazioli dove spiega la situazione a Berlusconi – ottenendo come “gentile omaggio” due confezioni da sette cravatte l’una vergate Marinella – e propone il nome di Ettore Romoli. Il suo predecessore in Comune non dispiace al Cavaliere, ma l’età – compirà 80 anni il prossimo 9 aprile – non gioca a suo favore e dunque Ziberna pesca il “jolly” dal cilindro avanzando la candidatura di Elio De Anna.

Rapida consultazione al tavolo azzurro, telefonata con il consigliere regionale e viene organizzato per la serata un incontro – poi annullato, si saprà – tra i vertici del partito e lo stesso De Anna che non più di una settimana fa aveva annunciato il suo addio alla politica. Nel frattempo nella capitale arriva anche Renzo Tondo – per un incontro organizzato da tempo con Raffaele Fitto – e il tam-tam riporta in alto le quotazioni dell’ex governatore come sorta di soluzione di compromesso per sbloccare l’impasse. Lui nega e in Fvg, intanto, si comincia a dare per chiuso l’accordo su De Anna.

Apriti cielo. Sia all’interno di Forza Italia sia degli alleati perché i timori – a voce, ma in molti casi messi nero su bianco attraverso gli sms – sono rispettivamente due: se passa De Anna viene giù il partito locale con il rischio di non presentare nemmeno la lista mentre, negli altri partiti della coalizione, si ha – volgarmente – paura di perdere contro un avversario del calibro di Sergio Bolzonello.

Risultato? Una serie di fibrillazioni, di voci incontrastate – c’è chi ripensa a Manuela Di Centa oppure a un sindaco anti-Uti – e di continue telefonate che dalla capitale al Nordest con questo “meraviglioso” gioco dell’oca che – su indicazione leghista – torna al punto di partenza, quanto a proposta: Fedriga candidato governatore, Riccardi suo numero due con un pacchetto di deleghe particolarmente corposo.

Un’idea logica, politicamente perfetta dopo i risultati delle Politiche in cui la Lega ha doppiato Forza Italia con, però, due scogli da superare. Il primo porta alla decisione definitiva di Fedriga – che secondo molti preferirebbe giocarsi le sue chance a Roma anche se il capogruppo ha sempre smentito – a tornare in Fvg, la seconda invece si gioca su Berlusconi perché deve essere lui – che pare averne fatta una questione di principio – a decidere di “mollare” la Regione al Carroccio.

Tutte variabili, queste, che portano, essenzialmente, a tre opzioni, attuali: De Anna, Fedriga-Riccardi, il tramonto del veto leghista sullo stesso capogruppo regionale (oppure su Savino). Oggi, forse, si arriverà a una soluzione all’interno di un centrodestra per il quale, comunque vada a finire, calza a pennello la strofa del nostro inno nazionale «ché schiava di Roma Iddio la creò».

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