Ragazzi positivi nelle scuole, la Regione sta preparando le linee guida per i tamponi

UDINE. Obbligo di mascherine all’aperto, test rapidi per le scuole, progetto tablet a casa per i positivi. E una polemica che corre sul crinale dei rapporti tra Pd e giunta regionale. La prima domenica di ottobre, con i contagi che non fanno dormire sonni tranquilli agli amministratori e agli operatori della sanità, è ricca di novità in tema coronavirus in Friuli Venezia Giulia. (Qui la bozza del Dpcm).
Linee guida per i test rapidi
Il fronte caldo è quello della scuola. Bisogna assolutamente evitare che focolai partano dalle aule e si propaghino nelle case delle famiglie. «La Regione sta predisponendo linee guida per la gestione dei tamponi nelle scuole nell’evenienza in cui si verifichi un caso positivo per superare le criticità rispetto alle direttive del Governo che stanno bloccando di fatto scuole, pediatri e i laboratori di analisi», affermano il presidente del Fvg Massimiliano Fedriga e il suo vice con delega alla Salute, Riccardo Riccardi.
Gli amministratori precisano che «con la validazione dei test rapidi, di cui sono stati già distribuiti 5 mila kit, riusciremo a ottimizzare tutto il processo. Le nuove linee guida si sono rese possibili grazie alla validazione dei test rapidi, ottenuta a seguito delle pressioni delle Regioni, che superano l’indicazione statale dell’addirittura doppio tampone. La Regione Friuli Venezia Giulia, assieme al Veneto, ha provveduto alla gara per l’acquisizione dei test».
«Lo Stato aveva definito procedure fino al doppio tampone e quindi siamo appesantiti come in tutta Italia - aggiunge Riccardi - anche se noi, nonostante la giornata domenicale, siamo riusciti a effettuare oltre 2600 tamponi, un numero rilevante. Dalla settimana di Ferragosto in poi abbiamo aumentato di 50 mila il numero dei tamponi. La vera novità è il test rapido, autorizzato qualche giorno fa. Consente un’ organizzazione più rapida, in un quarto d’ora capiamo la situazione, tutto l’effetto del tracciamento sarà una rivoluzione. Stiamo approntando le linee guida nei dettagli, verificheremo ogni aspetto con i professionisti che sono coinvolti. Le procedure saranno più semplici, 5 mila kit già ce ne sono. Sappiamo che anche il commissario Arcuri ha bandito una gara per alcuni milioni di test rapidi, ci aspettiamo che arrivino anche da loro».
Botta e risposta con il Pd
«Noi speriamo che la curva dei contagi si appiattisca di nuovo, ma non accettiamo lezioncine del segretario del Pd Shaurli - attacca Riccardi - . Ho ascoltato quello che ha detto oggi il ministro Speranza, da parte sua parole equilibrate». «Sorprende - dicono ancora Fedriga e Riccardi - che esponenti dell’opposizione invece di collaborare continuino a fare polemiche strumentali e false, che servono solo a dimostrare quanto poco conoscano i problemi che stiamo affrontando quotidianamente».
Ma cosa aveva detto il segretario del Pd per far arrabbiare i vertici della giunta? In una nota aveva parlato di «caos tamponi per gli studenti» di «situazione preoccupante che non si regge» e aveva invitato il presidente Fedriga a «occuparsi delle famiglie». «La gestione dei tamponi per gli studenti - aveva osservato Shaurli - è al collasso: riceviamo segnalazioni continue di famiglie che attendono oltre 5 giorni per l’esecuzione ed altri per l’esito. Ragazzi e bambini che risultati negativi hanno perso più di una settimana di scuola fra indicazioni confuse, attese e rimbalzi».
Mascherine all’aperto e tablet
Sempre Fedriga, ospite alla manifestazione Link a Trieste, ha anticipato alcune novità e non ha escluso l’introduzione dell’obbligo di mascherine all’aperto, non prima comunque di mercoledì. «La Regione Friuli Venezia Giulia aspetterà il Dpcm del Governo il 7 ottobre, tenendo sotto controllo l’evoluzione della pandemia per capire le misure da mettere in atto - ha dichiarato il governatore - . A oggi non abbiamo ritenuto necessario adottare obbligo mascherine all’aperto, ma non escludiamo misure che tutelino maggiormente la popolazione della regione, senza chiudere attività produttive, ma non certo prima del 7 ottobre».
Bilancio della gestione della fase più critica dell’emergenza coronavirus, scelte future in caso di rialzo dei contagi e indirizzi sulla sanità sono stati i principali temi affrontati nel corso dell’approfondimento, in cui Fedriga ha dato anche un’anticipazione per quanto riguarda l’assistenza domiciliare. «Dopo l’emergenza Covid stiamo lavorando - ha reso noto - a un progetto scientifico per gestire la domiciliarità con le nuove tecnologie: forniremo dei tablet ai pazienti Covid positivi con caricati tutti i principali strumenti di diagnostica di base e i dati rilevati potranno essere gestiti direttamente dai Dipartimenti di prevenzione per consentire un tempestivo e costante monitoraggio. Riusciremo a dare un migliore servizio e a contenere i costi». In merito alle carenze e alle sfide che interpellano il sistema sanitario, Fedriga ha risposto che «la prima carenza del sistema sanitario in tutta Italia è quella di personale medico».
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