Quando la terra tremò: il libro che narra la forza di rinascere

In edicola il volume scritto dai cronisti dell’epoca, un inedito del poeta Cappello fa rivivere il dramma

UDINE. Le foto dei crolli degli edifici e i volti della disperazione raccontati dai cronisti, da chi visse in prima linea a fianco di un popolo ferito, capace di reagire a quell’“urlo” della terra. Un racconto lungo quasi 200 pagine.

Un film in bianco e nero che segnò e cambiò il Friuli. “Quando la terra tremò” è il libro pubblicato dal Messaggero Veneto, da oggi in edicola. È la storia della magnifica prova di questa terra. È il ricordo del 6 maggio 1976. Un istante “lungo un minuto di un mondo che prima c’era e dopo non c’era più”.

Su quella tragedia, sul pianto del popolo “duro” friulano si sono soffermati i giornalisti che per primi arrivarono sui luoghi del disastro. Paolo Medeossi, Ido Cibischino, Betty Risaliti, Paolo Decleva, Gianpaolo Carbonetto, Vincenzo Compagnone, Francesco Durante, Silvano Di Varmo, Tiziano Marson, Fulvio Comin e Mario Blasoni, ripercorrono, viste con il senno di poi, le primissime ore dell’emergenza.

Fu il Messaggero Veneto, con il direttore d’allora Vittorino Meloni, a spronare la “int”, anticipando la filosofia del social network, in una sorta di condivisione dei dialoghi e dei ricordi.

I pensieri, i sogni, le emozioni, l’aspetto più profondo di quegli istanti sono narrati da uno dei più grandi poeti italiani Pierluigi Cappello che nel 1976 era bambino nella sua Chiusaforte.

“Un dolore lungo un addio” è il titolo del racconto inedito dedicato da Cappello ai friulani, nato dai «miei occhi che scorrono - scrive - a una a una le immagini…. Scrivo quanto conosco della dignità viene da quel mondo, quanto conosco della parola durezza fruttifica da lì, quanto conosco della parola pietas, affiora dalla penombra di quegli androni».

A parlare sono anche le immagini scattate da Virgilio Pregnolato e dai fotografi Alvio Baldassi, Ilo Battigelli, Giuliano Borghesan, Michele Cendamo, Aldo Martinuzzi, Orio Del Mistro, Enrico Pavonello e Gianenrico Vendramin, conservate nel Centro di ricerca e archiviazione della fotografia.

“Quando la terra tremò” è il racconto di una tragedia che si trasformò in un'opportunità di sviluppo. E che il popolo friulano non deve dimenticare. «Guardare il passato, alle esperienze fatte e superate, pensando al prossimo che ci aspetta tra incognite e incertezze. Se sapremo essere noi stessi, come sempre ce la faremo» è anche l'invito e l’auspicio del direttore Tommaso Cerno.

 

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