Pro-mec, il colosso nato in un capannone Videointervista

COSEANO. È il 1991. Ha 31 anni, è un giovane emergente delle Officine riunite udinesi. Figlio di una famiglia di contadini è caparbio, determinato, risoluto. E perché no, ambizioso. Trasforma la passione per la meccanica (diploma al Malignani) in un progetto innovativo che qualcuno tenta di sminuire o banalizzare come fosse un colpo di sole. Fonda la Pro-mec, seicento metri quadrati in un capannone di Sedegliano. Investe i 17 milioni di lire di liquidazione delle Oru e assume debiti per quasi 2 miliardi. I primi sono lavori in conto terzi del settore siderurgico e meccanico, ma nel contempo comincia la progettazione di nuove trasmissioni/riduttori per autobenne. Intercetta un’azienda friulana che abbisogna di quel prodotto. Inizia la specializzazione in quel settore tanto che oggi la sua azienda è leader mondiale per la produzione di trasmissioni per autobetoniere. Facciamo un fermo immagine. Poi spostiamo il calendario in avanti.
È il 1997 e la Pro-mec si è trasferita a Coseano. Ha 37 dipendenti. In quell’anno vince a Pamplona un’importante commessa, sbaragliando la concorrenza tedesca. Ma è agli inizi del 2000 che la Pro-mec fa il salto. Dice oggi testualmente Luigino Pozzo: «Nel 2002 ho deciso di esplorare il mondo, di tentare l’internazionalizzazione creando una gamma di prodotti nostri, unici in grado di affrontare colossi il cui fatturato annuale è dal miliardo in su». Detto e fatto.
Oggi la Pro-mec è inglobata nella Pmp Industries spa, holding internazionale di 5 società, organizzate in 4 divisioni (Power Transmission, Fluid Power, Stell Works, Environmental Degusting) e ha mille dipendenti in tutto il mondo (400 a Coseano che rimane il cuore pulsante dell’azienda, sia per quanto riguarda lo sviluppo dei prodotti, sia per quello dei processi). Grazie alle 4 divisioni, Pmp è in grado di soddisfare globalmente le necessità di una vasta gamma di settori industriali: da quello dei macchinari da costruzione all’industria dell’acciaio, dai produttori di macchinari per i settori agricolo e forestale a quelli dell’industria mineraria, dall’industria eolica al settore marino. Si tratta sempre di prodotti di punta, vale a dire sistemi di trasmissione idrostatica ad alta pressione accoppiati a riduttori ad alte prestazione.
Altri tre dati paradigmatici per fotografare l’eccellenza della Pmp Industries. Primo: il fatturato previsto per il 2014 è di 130 milioni; quello del 2019 di 400 milioni di euro. Secondo dato: Nel 1992 i leader mondiali di questo tipo di produzione erano i tedeschi che occupavano il 95% del mercato, mentre oggi la Pmp si è guadagnata il 65% del mercato lasciando ai tedeschi il 30% e il rimanente 5% ad altre realtà minori. Terzo, ogni struttura della Pmp è a partecipazione governativa: Friulia a Coseano; Finest in Croazia; Simest in Cina e India e così via.
«Ora – afferma ancora Luigino pozzo che della Pmp Industries è presidente – dopo avere creato una solida struttura di mercato, stiamo puntando al consolidamento dei progetti di industrializzazione». E la prima di queste sfide sta maturando proprio in questi giorni grazie all’accordo che Pmp Industries sta stringendo con un importante partner tedesco, storico produttore di tecnologie idrauliche. L’accordo, tuttora top secret, avrebbe come obiettivo la creazione di una super “potenza” con il completamento delle reciproche gamme di prodotto. La sfida, in questo caso, sarebbe quella di contrastare lo strapotere nipponico e di batterlo. Ma di questo si parlerà nelle prossime settimane: sicuramente cronaca di un altro successo annunciato.
«Per affermarsi sui mercati mondiali più competitivi, oltre a proporre un prodotto affidabile e di qualità – insiste Pozzo – è fondamentale essere un passo avanti rispetto alla concorrenza. E per esserlo la via maestra è l’innovazione, la continua ricerca di prodotti e di soluzioni». Ma alla ricerca si abbina anche la necessità di tutelare la propria creatività e il proprio impegno, per questo Pmp ha depositato diversi brevetti sia comunitari che internazionali. A riconoscimento di impegno, passione e dei risultati incredibili, a Luigino Pozzo è stato conferito negli anni 2006 e 2011 il diploma di benemerenza con medaglia d’oro nell’ambito della premiazione del lavoro e del progresso economico dalla Camera di comercio di Udine. Da segnalare lo stretto legame di Pozzo con il territorio friulano in virtù soprattutto dei progetti sviluppati con istituti professionali e con le università proprio per cementare il connubio istruzione-lavoro. Ma anche questa sarebbe un’altra storia da raccontare.
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