Perseguitati dal maltempo, ancora danni nella loro azienda agricola: «È la quinta grandinata»
Nove anni fa Martina Ros e Simone Pup hanno fondato “La campagna Ma.Si” a Stevenà di Caneva: «Questa volta è andata peggio delle altre, da buttare oltre il 50 per cento del raccolto estivo»

«Grandine, vento e pioggia: il nostro raccolto è rovinato e va peggio di sempre». Martina Ros e Simone Pup contano a braccio i danni nell’azienda agricola che hanno fondato a Stevenà di Caneva, nove anni fa.
“La campagna Ma.Si” in via Baroz. «È andata peggio di sempre: danni al raccolto estivo oltre il 50 per cento – hanno valutato la desolazione dei campi i due trentenni agricoltori –. In nove anni il meteo ci ha distrutto il raccolto almeno cinque volte. Abbiamo ricevuto tanti messaggi di solidarietà che ci aiutano a rialzarci: abbiamo danni a braccio di circa 10 mila euro».
Danni alle colture di ortaggi di stagione, cereali come frumento e farro per le farine, poi il vento ha divelto una parte delle serre. «Nove anni fa abbiamo affittato 7 ettari di terreno – Simone è agronomo laureato e Martina perito agrario –. L’obiettivo era creare una nostra attività e ci siamo dotati di macchine agricole. Coltiviamo cereali, ortaggi per tutte le stagioni e abbiamo una linea di prodotti in vaso. Le serre sono quattro e il nostro progetto per il 2026 è di aumentarle a sei, vicino alla zona Carlonga».

Gli ultimi anni sono stati difficili: le grandinate nel 2018, 2020-21, 2023, 2024 si sono messe di traverso ai progetti e agli sforzi del lavoro agricolo. «Sveglia alle 5 o 6 di mattina – ha spiegato i ritmi Simone – e quando serve si va avanti fino alle 20-21 di sera. La soddisfazione dei coltivare i nostri prodotti è un traguardo importante, ma le ondate di maltempo sono una spada di Damocle che distrugge il lavoro di mesi».

Il coraggio e la grinta dei due ragazzi che hanno scelto l’agricoltura, non si discutono. «Andiamo avanti e speriamo che la Regione ci dia una mano, come nel 2023 – hanno detto i titolari dell’azienda Ma.Si –. Non è possibile accendere un’assicurazione perché le nostre coltivazioni sono varie e non mono-colture. Ma ce la faremo».
Tiziano Zilli pendolare da Sacile ha incoraggiato l’azienda in via Baroz. «Non arrendetevi ragazzi – incalza Zilli – anche se tanti sacrifici sono distrutti in pochi minuti dalla grandinata estiva che spezza anche il cuore». L’agricoltore Alberto Domini ha condiviso il guaio. «È un dolore vedere il raccolto distrutto e le serre divelte – dice –. Bisogna tenere duro».
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto