Perché il Fvg resterà in zona arancione: i parametri che salvano la regione e gli scenari a partire dal 4 dicembre

Nessun declassamento, se i dati continueranno a migliorare è possibile un allentamento dei vincoli con il nuovo Dpcm

UDINE. Il Friuli Venezia Giulia non entra in zona rossa, resta nella fascia arancione di rischio – che consente quantomeno ai negozi di restare aperti e permette la libertà di movimento nel proprio Comune fino alle 22 – e adesso punta addirittura a ritornare in giallo a partire dal 4 dicembre quando entrerà in vigore il nuovo Dpcm di Giuseppe Conte. Tutto confermato, dunque, in base al monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità (Iss) che ha “salvato” la nostra regione essenzialmente grazie all’Rt in forte diminuzione.
 

L’annuncio del mantenimento della seconda fascia di pericolo è arrivato ieri mattina direttamente da Massimiliano Fedriga ed è stato, poi, confermato in serata dal Governo. «Ho sentito per le vie brevi il ministro Roberto Speranza – ha detto il presidente –, che mi ha confermato, anche alla luce delle rilevazioni nazionali, il miglioramento dei dati in Friuli Venezia Giulia. Questo comporta che ogni ipotesi di passaggio in zona rossa sia esclusa. Inoltre, se le statistiche continueranno a migliorare, con il nuovo Dpcm la Regione tornerà in zona gialla: una condizione che, numeri alla mano, sarebbe già realtà, ma che, ai sensi dell’ultimo decreto, necessita di 14 giorni per diventare esecutiva».

Fedriga, quindi, ha invitato i cittadini della regione a «continuare a mettere in campo tutto l’impegno possibile a tutela della salute e delle attività economiche» evidenziando come «gli sforzi che faremo tutti insieme nei prossimi giorni saranno fondamentali per tornare in area gialla e, più nel lungo periodo, per tutelarci vicendevolmente e impedire che la curva dei contagi torni a risalire». Il presidente, infine, non ha risparmiato una stoccata alle opposizioni, o almeno a una parte di esse, considerato che ha scelto di non citare esplicitamente i partiti cui fa riferimento.

«Dispiace – ha concluso – che, a fronte dell’emergenza in corso, alcune forze politiche continuino a denigrare, ancorché smentite dai dati dello stesso ministero, l’operato della Regione, quasi a sperare che le cose peggiorino: un atteggiamento nocivo, che non arreca danno all’amministrazione ma, ben peggio, all’intera comunità del Friuli Venezia Giulia».


Tutto confermato, dunque, il monitoraggio dell’Iss di cui si erano diffusi, ufficiosamente, i dati nella giornata di ieri. La scorsa settimana l’Rt della regione è infatti sceso, e non di poco, rispetto all’ultimo screening. I dati consegnati alla task force anti-Covid del Friuli Venezia Giulia, infatti, dicono che il valore mediano dell’Rt la scorsa settimana è stato pari a 1.09 con un intervallo compreso tra 1.13 e 1.04. Nei sette giorni precedenti, invece, questo era stato mediamente di 1.27 con un intervallo compreso tra 1.21 e 1.33. Un calo, pertanto, non banale – e anche figlio dello scorporo di quasi 500 positività pregresse registrate nei laboratori privati e comunicate soltanto la scorsa settimana – e che ha permesso alla nostra regione di evitare il declassamento nonostante qualche altro parametro, come il tasso di occupazione delle Terapie intensive e degli altri reparti, non fosse certamente lusinghiero anche se non da bollino rosso.

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La motivazione del mantenimento dell’abbassamento dell’Rt la spiega, nei dettagli, Riccardo Riccardi. «Gli indicatori – ha spiegato il vicepresidente – ci segnalano che, pur in una situazione di preoccupazione che non va nascosta, il nostro Rt tende a calare in modo significativo. Senza fare polemiche di qualsiasi genere è bene chiarire che i dati resi noti da altre organizzazioni elaborati recentemente presentavano un problema di fondo. Erano stati caricati infatti i valori riguardanti i flussi delle positività elaborate dai laboratori privati tenendo conto solo dei numeri dei positivi: c’era il numeratore e non il denominatore, determinando così un aumento importante di quel parametro. Un problema certificato dalle anticipazioni del Governo sulla situazione della nostra regione».

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A worker of the Polini company at work wearing a protective mask, Alzano Lombardo, Bergamo, 06 March 2020. The factory is located in Alzano Lombardo one of the villages in the province of Bergamo which risks becoming "red zone" due to the spread of Coronavirus.. According to official figures the number of Coronavirus cases in Italy, the center of Europe's COVID-19 outbreak, was at 3,858 cases by 06 March with a death toll of 148 people while 414 people have recovered since the outbreak. ANSA/MATTEO BAZZI

Detto questo, e scavallato il muro della “pagella” del venerdì, adesso la Regione punta direttamente al 4 dicembre. La zona arancione, come da normativa vigente, deve restare in piedi almeno due settimane e considerato come sia scattata domenica 15 novembre non potrebbe comunque terminare prima di domani. Detto questo, però, va anche considerato che l’attuale Dpcm scadrà mercoledì 3 dicembre ed è dunque logico che il Governo attenda quella data per le decidere le prossime “colorazioni” delle Regioni con il Friuli Venezia Giulia che potrebbe tornare a tingersi, non senza un pizzico di sorpresa, di giallo.


 

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