Cividale, il ricreatorio rivive nei ricordi: il libro di Cozzarolo celebra lo sport di tutti
“Al ricreatorio con la palla a spicchi” racconta un luogo simbolo della gioventù cividalese. Presentazione domani in via Manzoni. Il ricavato andrà ad Aisla

È una pagina di storia cittadina indimenticata, un luogo speciale ancora radicato nella memoria dei cividalesi: adesso rivive grazie al lavoro di ricerca e di raccolta di una delle tantissime persone che frequentarono e amarono il fu ricreatorio, area scomparsa circa 35 anni fa per fare spazio alla lottizzazione che accolse il nuovo palazzo di Vidussi e che al posto dei campetti da gioco vide sorgere un parcheggio (da un anno l’unico in città controllato da sbarra e telecamere, contestato dalla minoranza consiliare).
Libro e presentazione
“Al ricreatorio con la palla a spicchi – Diario cividalese”, frutto dell’impegno di Paolo Cozzarolo, è un libro che fissa sulla carta il ricordo di un sito così caro agli abitanti da essere diventato quasi mitico, nel tempo, tanto che pure le nuove generazioni (che non lo hanno mai conosciuto) conservano l’eco di quella presenza ormai lontana: l’opera, ricca di foto e aneddoti, rende omaggio a una componente significativa del passato recente di Cividale, strettamente legata al mondo dello sport. «Il ricreatorio – spiega l’autore, che presenterà il volumetto domani, alle 18, nel Curtîl di Firmine, al civico 4 di via Manzoni – era il punto di ritrovo di tutta la gioventù locale: offriva campi di calcio, pallacanestro e pattinaggio, che chiunque poteva utilizzare senza vincoli di orario e senza la necessità di iscriversi ad alcuna società sportiva. Era un posto di tutti e per tutti, insomma, situato in una posizione centralissima e sicura per gli accessi a piedi o in bicicletta. Ho iniziato a frequentarlo da giocatore, diventando poi allenatore insieme al compianto Giovanni Pauletig, cui questo scritto è dedicato. Per quei campetti e per le nostre squadre sono passati moltissimi ragazzi cividalesi e non solo: si parla, nell’insieme, di centinaia di persone, calcolando la compresenza di più discipline.
Porte sempre aperte
Il ricreatorio offriva pure sale per il ping-pong, il calcio balilla, i flipper; c’erano un locale segreteria e una stanza adibita alle riunioni dei ragazzi. E in contiguità sorgeva un teatro. Le porte d’accesso in ferro erano sempre aperte, solo alla sera venivano avvicinate; si imboccava la discesa rasente il cinema Ducale e ci si trovava nel campo di pallacanestro, il luogo che amavo di più. C’erano quattro gradoni che lo perimetravano da un lato; dalla parte opposta un passamano lo divideva dal campo da calcio. Per lo più utilizzavamo il pallone da basket messo a disposizione dal ricreatorio: all’epoca possederne uno era un miraggio, per le nostre finanze».
Torneo dei borghi
Oltre al campionato di prima divisione, nel periodo estivo il ricreatorio ospitava il torneo dei borghi cividalesi, «evento che per noi baskettari – scrive Cozzarolo – rappresentava il momento clou e che a sera richiamava un folto pubblico sui gradoni. Lì si sono fatti conoscere atleti come Desio Flebus, Renato Danelone, Mauro Floreancig, Paolo Lizzi e Carlo Nobile, poi approdati in squadre ben più blasonate».
Per il terreno un tempo occupato dai campetti il piano regolatore, ricorda l’autore, prevedeva – post demolizione del pregresso – la realizzazione di un’area verde, che avrebbe dovuto essere collegata agli attigui giardini pubblici: il resto è storia nota, perché la “battaglia” sul tema tra maggioranza e opposizione si trascina da decenni. Domani, dunque, ci sarà l’opportunità di immergersi nei ricordi, di riassaporare situazioni, vicende, episodi di quotidianità cividalese: chi acquisterà il libro (stampato da Graficstyle) compirà anche un gesto solidale, dal momento che il ricavato sarò devoluto all’associazione Aisla, a sostegno dei pazienti affetti da Sla.
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