Lutto per il prof Raggiotto morto prima della maturità, salta la festa dei diplomi
L’istituto Scarpa rinvia da luglio a settembre la tradizionale cerimonia. Il dolore di studenti e colleghi: «Uomo di immensa cultura, ci mancherà»

Lo Scarpa posticipa la festa dei diplomi in memoria del professor Alessandro Raggiotto. Sono giorni di immenso dolore per l’istituto Antonio Scarpa di Oderzo, che ha deciso di rinviare la tradizionale festa dei diplomi, inizialmente prevista per il mese di luglio, a settembre.
La scelta è stata presa per rispetto e in segno di lutto per la recente scomparsa del professor Alessandro Raggiotto, docente di storia e filosofia del liceo, amatissimo da colleghi e studenti.
Il professore era attualmente impegnato come commissario esterno per l’esame di Stato nelle materie da lui insegnate presso l’indirizzo scienze applicate del liceo Guglielmo Marconi di Conegliano. La notizia dell’improvvisa scomparsa è di mercoledì, quando è stato trovato privo di vita nella sua abitazione di San Vito al Tagliamento, nel Pordenonese.
Era stimato da tutti per la sua conoscenza, per l’amore che aveva nei confronti delle materie che insegnava, per la sua cultura e per la sua grande passione per il cinema, la musica, la poesia, la saggistica, la storiografia e la ricerca della verità. Nel corso della sua esistenza ha cercato di trasmettere la filosofia nel vero senso etimologico del termine: il suo “amore per la sapienza” emergeva in ogni aspetto della sua vita e cercava di renderlo, con parole semplici, accessibile a tutti.
I colleghi lo ricordano come un uomo capace ascoltare in profondità gli altri, di comprendere e di dare consigli autentici mai superficiali. Era sempre presente, gentile, aperto al dialogo e sorridente con tutti.
«Il professore era un uomo di immensa cultura, cercava nei libri, nella loro forma e nelle loro parole, la chiave per comprendere l’essere umano nella sua sfera più profonda: la conoscenza di sé. Era un punto di riferimento per gli studenti: preciso, autorevole e talvolta volutamente severo. Sapeva accompagnare ogni singola mente a lui affidata verso la verità delle cose, era un educatore nel senso più alto del termine. Resterà per sempre nei miei ricordi con il suo animo semplice e aperto», ricorda la professoressa Annalisa Zanolin, sua amica e collega.
Per i suoi studenti non è stato solo un professore: attraverso le sue lezioni è diventato per loro un modello di vita. Con semplicità è riuscito a trasmettere l’amore per lo studio, la passione, la costante e la determinazione. «Saremo sempre grate per quello che ci ha trasmesso, rimarrà nei nostri cuori», concludono due studentesse.
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