La meraviglia dell'arte sotto le stelle: in 10 mila allo spettacolo di Villa Manin
Pubblico estasiato dalle musiche del pianoforte di Remo Anzovino e dalle emozionanti proiezioni sulla facciata della storica dimora nella Notte dei Confini

Quasi una sfida spazio-temporale: immaginare che i quadri esposti a Villa Manin per la mostra “Confini” si distacchino momentaneamente dalle pareti per posarsi sulla facciata ed esibire la loro magnificenza davanti al pubblico. Una sfida che può considerarsi vinta, data l’ampia partecipazione alla Notte dei Confini, la serata evento organizzata venerdì 26 dicembre nelle piazze esterne della villa dogale di Passariano: 10 mila i presenti.
L’iniziativa, immaginata dalla Regione insieme con l’Ente per il patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia (Erpac) e Linea d’ombra, si è aperta nel buio del tardo pomeriggio, quando l’oscurità ha lasciato emergere i profili architettonici di Villa Manin, disegnati da un perimetro di luce, mentre il pianoforte di Remo Anzovino, posizionato al centro della piazza quadrata, suonava “Les jours perdus”, dalla colonna sonora del docufilm “Gauguin a Tahiti. Il paradiso perduto” (2019), su soggetto di Marco Goldin.
A introdurre il momento clou della serata, i 12 minuti di videomapping con la proiezione di alcune opere in mostra, l’assessore regionale alla Cultura Mario Anzil: «L’obiettivo di questo evento è provare un esperimento di cultura di frontiera, in una regione caratterizzata dalla presenza dei confini, che vogliamo vedere come fonti di opportunità e non come limiti». Non muri, ma luoghi di incontro, permeabili da «nuove possibilità di amicizia».

Ecco allora che «la cultura di frontiera diventa non solo un insieme di nozioni da acquisire dai libri, ma una soggettiva rielaborazione di esperienze vissute».
Un po’ come è accaduto ieri sera: «Con questo spettacolo vogliamo rappresentare la nostra regione, ancorata alle tradizioni ma già proiettata al futuro, rendendole grazie attraverso una combinazione di tecnologie nuove, come il video mapping, con arte, musica e fuochi d’artificio».
Le parole dell’assessore hanno aperto il sipario di una serata all’insegna della meraviglia: accanto al pianista pordenonese si è posizionato Marco Goldin, il curatore della mostra, che, con il volto proiettato sulla facciata, ha tenuto un monologo dedicato al tema del confine. Dal De rerum natura di Lucrezio alla poesia di Walt Whitman, passando per i versi di Pessoa e arrivando ai dipinti di Van Gogh, Goldin si è chiesto che cosa sia il confine nella cultura moderna: «Una linea da raggiungere e oltrepassare – ha spiegato – nell’eroico viaggio che si compie quando si cerca una direzione».

In questo, la storia di Van Gogh, uno dei protagonisti della mostra in corso, fa scuola: «Il viaggio del pittore olandese è l’emblema del percorso di un eroe con una missione da svolgere». Anticipatore a guida di una moltitudine, «precorre il tempo che gli altri vivranno, rischiando, come nel caso di Van Gogh, di non essere compreso».
Tre brani di Anzovino, con le note che hanno introdotto e poi fatto danzare le luci e i colori dei quadri sulla facciata della villa, accogliendo i partecipanti in un grande abbraccio collettivo. Lo spettacolo, curato da The Lights, ha proiettato le opere più famose – tra le 130 esposte, provenienti da 42 musei del mondo – sul prospetto dell’edificio, suscitando meraviglia nel pubblico presente. La dimora dogale ha preso vita, coinvolgendo in questa esperienza multi-sensoriale tutti i partecipanti.
Al termine dei 12 minuti di video mapping immersivo, la piazza è tornata alla realtà con il naso all’insù: i cieli sopra Passariano si sono infatti illuminati con un lungo spettacolo pirotecnico sopra le esedre. Oltre 20 minuti di fuochi colorati, una festa per gli occhi, un incanto di luci che ha prolungato ancora un po’ la magia del Natale e anticipato il commiato all’anno che sta per concludersi. Lo spettacolo pirotecnico ha introdotto così la parte finale della serata: le dita di Anzovino, sfidando il gelo, hanno scaldato i cuori della folla, con un concerto mozzafiato che ha emozionato le piazze e amplificato la forza dell’evento.
Mentre fuori succedeva tutto questo, mentre l’esperienza di immersione nello splendore di alcuni quadri proiettati accendeva la curiosità di alcuni o cristallizzava l’emozione di altri, ecco che altri ancora potevano godere, a metà prezzo, della visita all’esposizione: infatti, ieri “Confini” è rimasta aperta oltre il consueto orario, le 18, per accogliere il maggior numero di visitatori possibile.
La mostra, aperta al pubblico fino al 12 aprile, «è probabilmente la più complessa e importante mai organizzata in regione» ha commentato Anzil. «Le decine di migliaia di visitatori arrivati in luogo difficile da raggiungere come Passariano lo dimostrano» ha aggiunto, felice di constatare la presenza di «una folla inaspettata anche per questo spettacolo, che ci convince a proseguire gli esperimenti dedicati alla cultura di frontiera».
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