Croce rossa negli ospedali friulani per regalare un sorriso: «Ascoltiamo le persone che si sentono sole»

Oltre una quarantina di volontari in corsia per donare compagnia e allegria ai pazienti. La coordinatrice Zamaro: con noi tanti giovani, per loro è important

Timothy Dissegna
I volontari della Croce rossa riuniti nell’atrio dell’ospedale di Udine (foto Petrussi)
I volontari della Croce rossa riuniti nell’atrio dell’ospedale di Udine (foto Petrussi)

Non solo pacchi sotto l’albero, anche una presenza umana accanto ai letti di degenza. A Santo Stefano, diversi volontari del comitato locale della Croce rossa italiana si sono dedicati a una maratona di solidarietà attraverso i reparti degli ospedali della provincia di Udine.

Un’iniziativa radicata da oltre 20 anni, ma che anche il 26 dicembre, dopo l’interruzione pandemica, ha ritrovato un significato profondo e nuovo slancio. «Questo è il primo anno che il 26 dicembre usciamo non solo su Udine, ma anche nell’ospedale di Latisana e nelle altre strutture», spiega Sabrina Zamaro, delegata all’inclusione sociale della Cri udinese, coordinatrice della giornata.

L’azione si è dispiegata su più fronti: già lunedì scorso erano state visitate Rsa e hospice a Cividale e Gemona, mentre ieri il cuore dell’operazione si è concentrato al Santa Maria della Misericordia, con 45 volontari in campo, e sulla struttura di Latisana, con altri 12. Un fiume di berrettini rossi, con la mascherina sanitaria, ha colorato corridoi normalmente segnati dalla routine clinica.

Partiti verso mezzogiorno, il gruppo non si è fermato fino a sera. Il giro ha toccato molti reparti: Medicina d’urgenza, Cardiochirurgia, Neurologia e tanti altri «per far sentire che nessuno è lasciato da solo», ha sottolineato Zamaro. L’obiettivo, però, non era solo portare i regali: «Donando un piccolo presente rompiamo il ghiaccio, ma poi rimaniamo per ascoltare le persone».

I regalini – circa 700, distribuiti tra tutte le strutture – sono frutto del lavoro manuale dei volontari stessi, che da settembre si ritrovano in sede per realizzarli. «È molto bello vedere, nel corso degli anni, i nostri piccoli omaggi usati come addobbi sugli alberi di Natale», osserva la delegata. Ma è il contesto emotivo a emergere con forza dalle sue parole: «Quest’anno c’era una grande solitudine tra le persone. L’accoglienza che riceviamo, però, ci riempie il cuore. Molti ci dicono grazie e ci confessano che grazie a noi “sentono il Natale”. È un segno di riconoscenza grandissimo».

Un ricordo particolare la colpisce: «Quando ci avviciniamo, tanti pazienti ci dicono subito che non hanno nulla da darci. Noi però vogliamo solo un sorriso. Ci siamo sentiti veramente apprezzati».

Accoglienza positiva anche dal personale sanitario, Oss e infermieri. E l’iniziativa diventa anche una palestra di umanità per le nuove generazioni di volontari. «Abbiamo coinvolto tanti giovani e sono rimasta piacevolmente stupita. Per loro è fondamentale comprendere che il significato della vita va oltre la tecnologia, il contatto umano è un valore fondamentale e una lezione importante», conclude la referente del sodalizio.

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