Medici di famiglia in pensione: 170 mila pazienti restano senza

Da oggi al 2022 si ritireranno 280 professionisti: solo 130 saranno subito rimpiazzati. Botti, presidente di Anap-Confartigianato, chiede di introdurre il “geriatra di base”

Un terzo dei medici di medicina generale che oggi prestano servizio in Friuli Venezia Giulia andranno in pensione entro il 2022. Saranno sostituiti solo in parte.

L'EMERGENZA MEDICI IN 5 PUNTI

  • 900 i medici di famiglia in servizio oggi in Fvg
  • 280 i medici che andranno in pensione tra il 2018 e il 2022
  • 150 i medici di base pronti a subentrare
  • 130 i posti che rimarranno scoperti
  • 170.000 i pazienti che rischiano di restare senza medico di famiglia


Secondo l’allarme lanciato da Fimmg (Federazione italiana medici di famiglia) giorni fa, ad entrare in servizio saranno pronti (forse) 150 professionisti, tra medici in lista d’attesa e nuovi laureati. Troppo pochi per garantire il turnover. Il saldo si annuncia negativo per ben 130 dottori, che moltiplicato 1.300 assistiti ciascuno, fa 170 mila persone a rischio di restare senza medico di famiglia.

La prospettiva atterrisce la fascia anziana della popolazione che è anche la principale e più assidua frequentatrice degli ambulatori medici di base. Quella che rischia quindi di pagare il prezzo più alto al mancato turn over. Lo denuncia il presidente regionale dell’Associazione nazionale pensionati di Confartigianato-Imprese, Pietro Botti, che ha appreso il dato con grande preoccupazione. «Quello della mancanza di medici di medicina generale è un problema che tocchiamo con mano ogni giorno. In molti paesi i medici sono ormai prossimi alla quiescenza. Questione in taluni casi di mesi, in altri di pochi anni. Alla certezza dei pensionamenti – afferma il leader dell’Anap Fvg – corrisponde la totale incertezza sul destino dei pazienti. Saranno spacchettati tra i medici che resteranno in servizio? Si troveranno senza un dottore di riferimento? Chiediamo una risposta».

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Botti rileva come la fascia anziana della popolazione, in Italia, ma in particolare in Fvg, sia sempre più rilevante. «Siamo numericamente consistenti, in regione rappresentiamo ormai il 25% dei residenti (fa peggio solo la Liguria, ndr), eppure continuiamo a essere poco considerati se non direttamente inascoltati. Avvertiamo uno stato di abbandono e di tutele che l’incertezza del medico di base contribuisce ad acutizzare».

Su 900 medici di famiglia in servizio oggi, dal 2018 al 2022 come detto ne andrà in pensione un terzo, 280 per la precisione, arrivando alla vertiginosa cifra di 650 pensionamenti entro i prossimi dieci anni. Un esercito cui attualmente non ne corrisponde uno altrettanto nutrito di nuove leve. Che vanno reperite sul mercato o, viceversa, formate. «Siamo indignati dinnanzi alla situazione che si sta profilando. Il nostro Paese è costantemente in emergenza, anche dove non ci sono inattesi cataclismi naturali, ma problemi annunciati, che si potevano evitare banalmente programmando. E invece no. Si aspetta che la questione diventi conclamata e chi paga il prezzo più alto sono gli anziani».

Botti ricorda l’importo medio dei loro assegni. Il 63% percepisce una pensione inferiore ai mille euro, ma la media è di appena 533. «Con assegni così, rivolgersi a medici in libera professione o specialisti è impossibile per oltre la metà degli anziani, che rischiano – denuncia ancora il presidente – di restare senza assistenza medica, con tutte le conseguenze del caso. Fisiche, ma anche psicologiche perché da una certa età in avanti – sottolinea – le fragilità si accentuano, subentrano preoccupazioni e ansie che il medico di famiglia gestisce divenendo un vero e proprio punto di riferimento per la terza età».

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Il presidente regionale dell’Anap di Confartigianato fa però i conti con la realtà, con la carenza materiale di medici pronti ad entrare in servizio.

Rispolvera così una proposta già lanciata in passato, ma rimasta lettera morta: introdurre in Fvg la figura del medico geriatra di base.

«Come i bambini hanno il pediatra, perché gli anziani non possono avere a loro volta uno specialista? Riteniamo fondamentale la presenza di una figura analoga, con presenza capillare soprattutto a livello territoriale. Se ogni comunità avesse il suo geriatra di base – prosegue il leader di Anap Fvg – si potrebbero sfoltire i pazienti in carico ai medici di medicina generale, che tornerebbero ad avere una situazione numericamente più gestibile».

«È chiedere tanto? Mi permetto solo di ricordare – conclude il presidente Botti – che prima di andare in pensione, chi oggi ha 70, 80, 90 anni, ha lavorato una vita contribuendo a far camminare il Paese. Ora si trova a far sempre più spesso da ammortizzatore sociale ai propri figli e il diritto di avere un medico, credo, lo abbia sudato a sufficienza».

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