L’Oipa (protezione animali) è pronta a scendere in piazza: quasi 8 mila firme

Non si arresta “l’onda anomala” sollevata sul web dall’uccisione domenica scorsa nelle campagne sandanielesi di un border collie per mano di un cacciatore
caccia giornata apertura stagione venatoria.foto di yuri colleoni
caccia giornata apertura stagione venatoria.foto di yuri colleoni

Non si arresta “l’onda anomala” sollevata sul web dall’uccisione domenica scorsa nelle campagne sandanielesi di un border collie per mano di un cacciatore. La petizione lanciata dalla sezione udinese dell’Organizzazione internazionale protezione animali ieri pomeriggio aveva raggiunto la cifra record delle 7 mila 500 firme.

Cane ucciso a fucilate, revocata la licenza al cacciatore

La raccolta di sottoscrizioni è destinata alla presidente della Regione Debora Serracchiani ed è volta a ottenere una legge sulla caccia che contenga, tra le altre, nuove norme che non consentano ai cacciatori di sparare in prossimità delle abitazioni e nella quale siano previsti, durante l’attività venatoria, test per evidenziare la presenza nel sangue di alcol e sostanze stupefacenti di chi pratica questo sport.

Secondo quanto appreso ci potrebbe essere già nei prossimi una manifestazione pubblica nel capoluogo friulano proprio contro la caccia. Il caso della morte di Adamas dopo aver ricevuto un colpo di fucile esploso da un cacciatore ha riacceso i riflettori sulla pratica della caccia.

Anche oggi sono continuati i commenti sui social: sul fatto che, in molti casi i toni si siano spinti oltre il consentito, la precisazione dell’Oipa che, da Facebook, ha preso le distanze dai più facinorosi: «Oipa – si legge in un post pubblicato ieri mattina – si dissocia in toto da qualsiasi messaggio contenente insulti di qualsiasi natura continua a sostenere la petizione che contiene la proposta di legge con toni e modi assolutamente civili, così come espressi nella petizione stessa».

Spara e uccide il cane di un passante: denunciato dai carabinieri

Il timore per molti è che dalle parole qualcuno possa passare ai fatti compiendo qualche azione sconsiderata. In Friuli vi sono stati in passati episodi di intolleranza tra mondo venatorio e anticaccia.

A Turrida di Sedegliano qualche anno fa i proprietari del ristorante “Al cacciatore” furono costretti a cambiare il nome del proprio locale in “Ca’ dal pape” in seguito a numerose azioni intimidatorie come l’imbrattamento di muri e vetri con scritte che facevano riferimento a quel nome.

Un appello a moderare i termini anche dalla pagina evento “Attività venatoria e tutela dell’incolumità pubblica” laddove sempre ieri si precisava che lo scopo della pagina “non è polemizzare con i cacciatori o esprimere opinioni sulla caccia (ci saranno altre occasioni) ma di smuovere le istituzioni a porre attenzione all'incolumità dei cittadini disarmati attraverso misure concrete”.

Proprio sulla pagina evento, laddove è richiesto a chi ne abbia avute di raccontare esperienze simili a quella accaduta domenica a San Daniele, interventi da ogni latitudine: da Genova, a Trieste alla Toscana. (a.c.)

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