Cane ucciso a fucilate, revocata la licenza al cacciatore

Il provvedimento nei confronti dell’uomo che ha freddato con due colpi Adamas, il bordier collie che stava percorrendo un sentiero a San Daniele

SAN DANIELE. Un po’ se l’aspettava. Così, quando ieri pomeriggio ha visto arrivare il personale della Questura, ha capito che stavano per notificargli la revoca della licenza di caccia. Il provvedimento, firmato dal questore Claudio Cracovia, è stato emesso nei confronti di Lorenzo Mirolo, 51 anni di San Daniele, che domenica pomeriggio ha freddato con due colpi di fucile Adamas, un border collie che stava percorrendo un sentiero di campagna di San Daniele nella zona compresa fra via Udine e via Fagagna assieme al suo padrone.

Il proprietario di Adamas racconta: ho sentito uno sparo e poi il suo pianto

Aveva ottenuto il porto di fucile per uso venatorio nel novembre 2009 e aveva già presentato richiesta di rinnovo, visto che si tratta di un’autorizzazione che ha sei anni di validità.

In calce al documento del questore le motivazioni: sono venuti a mancare i requisiti necessari per chi possiede un’autorizzazione in materia di armi. Per ottenere il porto di fucile a uso venatorio, infatti, è necessario possedere una serie di requisiti fisici e morali, non avere pendenze penali, quindi osservare la rigida osservanza delle normative che regolano l’uso delle armi, oltre a mantenere una condotta specchiata e rispettosa di quelle che sono le regole della convivenza civile, tali da non incrinare il giudizio di affidabilità della persona, necessario per escludere ogni forma di abuso nell’utilizzo delle armi.

Minacce ai cacciatori e parte una petizione

La Questura ha anche avviato nei confronti del cacciatore le procedure per la revoca dell’autorizzazione alla detenzione delle armi.

Ferma restando la facoltà di impugnare il provvedimento presentando ricorso alla Prefettura o al Tribunale amministrativo regionale di Trieste, Mirolo dunque non potrà più utilizzare il fucile, che al momento gli è stato sequestrato dai carabinieri.

Il cinquantunenne è attualmente indagato per uccisione di animali, un reato disciplinato dall’articolo 544 bis del codice penale. La Procura ha aperto un fascicolo a suo carico per i fatti che si sono verificati domenica verso le 16.30 nelle campagne di San Daniele.

A raccontare l’accaduto ai carabinieri della Compagnia di Udine, giunti sul posto, è stato Mesund Lepic, quarantunenne originario di Sarajevo ma da 18 anni residente in Italia, che passeggiava con il suo border collie di due anni e mezzo, poco distante da casa. Adamas stava scorrazzando a qualche decina di metri di distanza, ma all’improvviso Lepic ha sentito uno sparo, quindi i guaiti del suo cane. Poi ha scorto il cacciatore che puntava il fucile in direzione della bestiola e ha cercato di fermarlo. Inutilmente. È stato quel secondo colpo a uccidere Adamas.

Cane ucciso a fucilate, il racconto dei proprietari

Il cacciatore ha spiegato di aver sparato il primo colpo in aria e di aver esploso il secondo colpo perché i suoi cani erano stati attaccati dal border collie, quindi temeva per la sua stessa incolumità. In attesa che le indagini della Magistratura facciano luce sulla vicenda, il popolo del web si è mobilitato con toni duri, esprimendo giudizi taglienti nei confronti del cacciatore. E stata anche avviata una petizione online destinata alla presidente della Regione Debora Serracchani per riscrivere le norme sulla caccia.

E si è mobilitata anche l’Associazione Amici della terra segnalando la vicenda al Prefetto. «Voglio rivolgere un plauso alle forze dell’ordine e al questore per il giusto provvedimento adottato – ha commentato la presidente Gabriella Giaquinta – non è possibile affidare delle armi a persone che dimostrino comportamenti aggressivi e violenti.

Vorrei prendere spunto da questa vicenda per lanciare una protesta generale per tutti i maltrattamenti e le sopraffazioni nei confronti degli animali, proprio per questo domenica scenderemo in piazza con una manifestazione organizzata sull’onda delle tante segnalazioni ricevute. Ci siamo inoltre rivolti al prefetto per chiedergli di sanzionare anche il comportamento del direttore della riserva che, anzichè prendere le distanze dall’accaduto, ha difeso cacciatore che ha sparato» conclude.
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