Lite tra pastori a Villa Santina finisce a sassate: uno trovato sanguinante nel fiume

Tre le persone coinvolte nella colluttazione avvenuta nella pineta vicino alla zona industriale: sul posto sono intervenuti carabinieri e vigili del fuoco, una persona trasportata in ospedale in ambulanza

Tanja Ariis
Carabinieri, vigili del fuoco e personale medico a Villa Santina
Carabinieri, vigili del fuoco e personale medico a Villa Santina

 

È stata una lite furibonda tra pastori stranieri transumanti, tre romeni e un marocchino, di un gregge di pecore quella che si è consumata ieri mattina a Villa Santina tra la pineta e il greto del fiume Tagliamento.

Il nordafricano a causa delle ferite riportate al volto è stato condotto in ambulanza all’ospedale di Tolmezzo. Per fortuna le lesioni non si sono rivelate gravi. Tutta da chiarire la dinamica, al vaglio delle forze dell’ordine intervenute sul posto: il lavoratore marocchino ha raccontato che i pastori romeni gli hanno tirato addosso dei sassi in seguito a una discussione, circostanza che colleghi negano con determinazione. Le ferite al volto sarebbero state provocate da una caduta del marocchino che ha sbattuto contro una roccia.

La lite è scoppiata martedì 20 maggio verso le 8.30 a Villa Santina tra la pineta (alla fine della zona industriale, oltrepassata la ciclabile, nella parte interna, quella più vicina al fiume) e il greto del Tagliamento. Il diverbio si è acceso tra tre pastori romeni, su un fronte, e un marocchino dall’altra. Quest’ultimo, secondo le prime ricostruzioni, ha riferito che i tre romeni gli avrebbero lanciato dei sassi, dopodiché lui, a distanza, avrebbe minacciato i tre pastori di reagire. Nella fase di avvicinamento pare essere inciampato, sbattendo il volto contro una roccia.

I romeni escludono, però, di avergli scagliato contro sassi e sostengono che l’uomo fosse alterato. Secondo le prime ricostruzioni non ci sarebbe stata colluttazione tra i quattro pastori. Sorpreso dall’accaduto il sindaco di Villa Santina, Domenico Giatti. Nel territorio il passaggio di greggi con pastori transumanti è assai frequente, ma non si sono mai fatti notare per fatti di questo tipo.

Il primo cittadino, contattato in merito, racconta di avere appreso dell’accaduto da un dipendente comunale che era in quella zona per sopralluoghi: «Ha visto – ricostruisce Giatti– i vigili del fuoco e ha chiesto cosa era successo. I vigili del fuoco erano andati a cercare il pastore marocchino (probabilmente la richiesta di sos è arrivata da lui), con cui erano in contatto, ma sono finiti alla Madonna del Sasso. Il nostro dipendente ha dato loro una mano nelle ricerche e, conoscendo bene l’area, li ha guidati addentrandosi nel bosco, poi lui ha superato il gregge dove gli altri pastori continuavano le loro attività, si è diretto verso la zona del fiume dove ha rinvenuto presso un altro rimorchio con animali il pastore marocchino. Che era da solo, tutto insanguinato. Il dipendente comunale mi ha informato e mi sono recato sul posto. C’erano carabinieri, i vigili del fuoco, l’ambulanza. Io ho visto da lontano il marocchino con la testa tutta fasciata seduto in ambulanza. Sono fatti che lasciano perplessi».

Massimo Verbitz, referente di Pastoralismo Alpino Tutela Rurale, ci tiene però a lanciare un appello: «Non si danneggi la categoria intera – esordisce –, si intervenga in maniera mirata su una proprietà di greggi su cui già sono state fatte segnalazioni sulla gestione del gregge e della manodopera. Un gregge di mille pecore non ha la targa sopra con su scritto di chi è e quindi il rischio qui è che si danneggi anche chi non c’entra nulla. Non c’entra nulla per esempio il gregge di Pietro Faidutti nonostante operi in questa zona».

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