L'epidemia non riguarda solo gli anziani in casa di riposo: ecco le fasce d'età più colpite in Friuli

UDINE. Il Friuli Venezia Giulia si conferma la migliore regione del Nord Italia – e ai primi posti anche a livello nazionale – quanto a tenuta del sistema sanitario regionale, a incidenza dei contagiati sulla popolazione e pure per numero di decessi in proporzione ai residenti.
La fotografia è figlia dell’analisi settimanale redatta dall’Istituto superiore della sanità – datata 16 aprile – che certifica lo stato dell’arte dell’emergenza coronavirus in tutta la penisola. Bene, inoltre, anche la tenuta delle Terapie intensive dedicate al Covid-19 , mentre in Friuli Venezia Giulia si registra un’età media dei morti sensibilmente più alta rispetto alla media nazionale.
La fascia d’età più colpita, in linea generale e senza tenere in considerazione ospedalizzazioni e decessi, è quella che va dai 50 ai 59 anni con poco meno del 20% dei casi.
Un parziale, questo, praticamente in linea con le tendenze nazionali – dove la percentuale di contagi nella medesima fascia è di quasi il 19% –, a differenza, invece, delle età maggiori. In Italia, infatti, si registra il 15% dei contagi in chi ha tra i 60 e i 69 anni contro il 13,6% del Friuli Venezia Giulia, il 16% tra 70 e 79 anni (da noi è poco meno del 13%), quasi il 17% tra 80 e 89 (in regione siamo sempre attorno al 13%) e il 6% di persone over 90 contro il 7% delle nostre latitudini.
Ancora più interessante, inoltre, diventa l’analisi del dato dell’incidenza cumulativa dei casi ogni 100 mila abitanti calcolata sempre dall’Istituto superiore della sanità. Con questo metro si intende, nel dettaglio, il calcolo matematico di incidenza del coronavirus ogni 100 mila abitanti abbinato a un rapporto con i casi degli ultimi sette giorni, quindi nella fattispecie a partire dal 9 aprile.
In questa particolarissima classifica, dunque, si scopre che il Friuli Venezia Giulia, con un dato pari a 183,09, si piazza davanti a tutte le regioni del Nord – Lombardia (627,18), Emilia-Romagna (470,53), Piemonte (351,69), Veneto (305,70), Trento (718,72), Bolzano (415,12), Liguria (205,27) e Valle d’Aosta (795,76) –, ma pure delle Marche (361,31) ed è superata di poco dall’Abruzzo (174,22).
CONFRONTO DEI DECESSI. Un’altra analisi svolta dagli esperti nazionali riguarda il confronto intraregionale legato ai decessi. Prima di tutto vale la pena sottolineare come l’età media dei morti in Friuli Venezia Giulia sia più alta di quella nazionale visto che tocca gli 84 anni, con anche più di qualche ultracentenario, contro i 79 del resto del Paese.
Il numero medio di patologie osservate nella popolazione di deceduti a livello nazionale è di 3,3. Complessivamente il 3,6% non aveva altre malattie pregresse, il 14% una sola patologia, il 20,7% due e il 61,3% tre o più.
Anche in questo caso, andando oltre, le cifre relative ai morti spiegano come, al Nord, il Friuli Venezia Giulia sia la regione con la minore incidenza. I 209 morti registrati fino a quattro giorni fa, infatti, valgono l’1% del totale delle persone scomparse con coronavirus in tutta Italia.
Un dato minore si manifesta soltanto in Valle d’Aosta – 137 pari allo 0,7% –, ma non è realistico perché l’incidenza in quella regione, con poco più di 100 mila abitanti contro il milione e 200 del Friuli Venezia Giulia, risulta essere molto più elevata che da noi.
Per il resto, sia a livello numerico sia percentuale, fanno tutti peggio, dalla tragica situazione della Lombardia con quasi il 60% dei morti di tutta Italia, fino ai dati di Trento che con metà della popolazione del Friuli Venezia Giulia accumula 109 decessi in più.
TERAPIE INTENSIVE NELLE REGIONI
Interessante, infine, è valutare lo stato di occupazione delle Terapie intensive. L’ultimo confronto risale al 13 aprile – ed è stato effettuato dall’Istituto Ispi su dati della Protezione civile e del ministero della Salute – quando in Friuli Venezia Giulia erano accolti 30 pazienti su una disponibilità di 99 posti riservati a persone che necessitavano l’intubazione causa virus.
Oggi i posti allestiti superano le 135 unità (con 25 ricoverati), e dunque i dati percentuali sarebbero ancora migliori. Basandoci, tuttavia, sulle cifre di una settimana fa parliamo di un tasso di occupazione di più o meno il 30% dei posti a disposizione. Meglio di tutte le regioni del Nord, dunque, ma pure di Marche, Abruzzo, Toscana e Umbria e anche della media nazionale pari al 48%. —
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