L'accoltellatrice: «Mi puntava una pistola e mi sono difesa»

Il tentato omicidio di Fagagna. È quanto riferito dalla giovane al proprio avvocato, negando di sapere dell’amante del marito 
Fagagna 26 agosto 2016 Accoltellamento a seguito di una lite familiare. Donna colombiana di 29 anni accoltella alla gola il padre del marito in un appartamento di via Giovanni Pilacorte. Nella foto la porta dell'appartamento con i sigilli del sequestro. Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone
Fagagna 26 agosto 2016 Accoltellamento a seguito di una lite familiare. Donna colombiana di 29 anni accoltella alla gola il padre del marito in un appartamento di via Giovanni Pilacorte. Nella foto la porta dell'appartamento con i sigilli del sequestro. Copyright Foto Petrussi / Ferraro Simone

FAGAGNA. «Le ha puntato una pistola contro, l’ha ricoperta di insulti e l’ha minacciata di morte. E lei, per difendersi, ha afferrato un coltello e, mentre lui le teneva immobilizzate le braccia, è riuscita ad allungarlo fino ad attingergli la gola. Ma di quello che stava accadendo nell’altra stanza, e cioè del fatto che suo marito ci si fosse chiuso dentro con un’altra donna, non sapeva assolutamente niente. Lo ha scoperto in quel momento e la scenata di gelosia è avvenuta dopo».

È così che Diana Hurtado ha ricostruito i fatti, nella lunghissima giornata seguita al suo arresto, ed è questo che il suo difensore, avvocato Andrea Dri, ci ha riferito ieri, fornendo una versione completamente diversa rispetto alle ipotesi iniziali.

Quella della giovane colombiana, insomma, non sarebbe stata una “spedizione” finalizzata a dare una lezione al compagno fedifrago. Diana aveva aperto la porta di casa del suocero, nel cuore della notte, semplicemente perchè voleva raggiungerlo e coricarsi accanto a lui.

«La sera prima – spiega il difensore –, lui era uscito di casa per andare a giocare a calcio e lei era andata a far festa a Udine con le amiche. Quando, attorno alle 2.30, è tornata a Colloredo di Prato e non l’ha trovato, ha dirottato su Fagagna, immaginando che si trovasse là, proprio com’era accaduto già la settimana prima.

Accoltella il suocero alla gola
Fagagna 26 Agosto 2016 abitazione Copyright Petrussi Foto Press / TURCO

«È entrata con le chiavi che le erano rimaste in uso, visto che in quella casa la coppia aveva abitato per qualche tempo, e ha puntato verso la loro vecchia camera da letto. Ma la porta era chiusa. Ha provato ad aprire quella del suocero e anche quella era chiusa».

È a quel punto che le luci si sono accese. «Il suocero è uscito dalla stanza con in mano una pistola – afferma l’avvocato Dri –. Lei, spaventatissima, ha indietreggiato fino alla cucina e, arrivata al cassetto delle posate, ha afferrato un coltello con una lama lunga e lo ha brandito per allontanare il suocero che continuava a incalzarla. Erano vicinissimi e lui la teneva ferma per le braccia. Ma lei, sfruttando la mobilità dell’avambraccio destro, è riuscita a praticargli un taglio al collo».

Nella collutazione, però, non erano soli. È in quei frangenti che la compagna si è procurata una ferita alla mano, forse nel tentativo di disarmare la colombiana. Quando il marito ha aperto a sua volta la porta e con lui si è materializzata anche la presunta amante, Diana era completamente coperta di sangue, con i vestiti strappati, una ferita al polso sinistro ed ematomi sul viso.

«Ormai stremato, il suocero ha alleggerito la presa e la ragazza ha potuto svincolarsi – continua il legale –. Chiamati dal marito stesso, intanto sono arrivati i carabinieri. È a quel punto che la mia assistita si è resa conto che il marito aveva una relazione extraconiugale».

Tutti particolari che Diana racconterà al giudice nell’udienza di convalida in programma, con ogni probabilità, lunedì mattina.

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