La Slovenia scippa il folklore di Resia Scatta la protesta
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Non ha esitato a prendere carta e penna per scrivere alle istituzioni. Obiettivo: dire stop allo “scippo” della cultura resiana da parte di soggetti sloveni. È battagliera Nadia Clemente, presidente dell’associazione Identità e Tutela Val Resia, sodalizio nato nel 2007 e che oggi conta circa trecento associati.
Ha indirizzato la missiva non soltanto al sindaco di Resia, Anna Micelli, e a tutto il consiglio comunale, ma anche al presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, al deputato forzista Roberto Novelli e ad altre associazioni. Con la sua iniziativa, Clemente e la sua associazione puntano a denunciare la «continua, incessante e reiterata appropriazione fraudolenta della cultura, identità e tradizioni resiane millenarie che vengono falsificate e propagandate come slovene. A riprova ci sono centinaia di rassegne, concerti, spettacoli e pubblicazioni in cui vengono esibiti come sloveni, i più autentici, unici e inequivocabili esempi di cultura resiana».
Identità e Tutela Val Resia porta molti esempi a supporto della sua tesi. Da un’esibizione del Gruppo folkloristico resiano del 1988, ripresa da Rtv Ljubljana e che sarebbe etichettata in un programma televisivo come “canzoni popolari slovene di Resia”, diventando una performance «mistificata e contrabbandata come slovena» dice Clemente, passando per la raccolta di 3 mila favole raccontate allo sloveno Milko Maticetovic, raccolte in una registrazione e divenute un libro.
Le fiabe non sono mai state riportate a Resia da Lubiana e, soprattutto, hanno visto soli 9 racconti riconosciuti come resiani. La presidente cita poi 790 registrazioni di canti, musica, tradizione orale e racconti dal 1962 al 1988, anche essi etichettati come sloveni.
«Ricordo ancora – dice Clemente – quando nel 2016, nel contesto del 37° Festival della musica popolare europea a Viljandi, in Estonia, la cantante e narratrice del patrimonio orale sloveno Ljoba Jence ha portato alcuni brani specifici resiani parlando della popolazione locale come di un “gruppo sloveno che vive in Italia».
O ancora – aggiunge – possiamo aggiungere centinaia di registrazioni YouTube di folklore, così come balli e ancora cartoni animati trasmessi da Rtv Ljubljana tratti da favole resiane, presentati come appartenenti alla cultura etnica slovena». Da qui la richiesta alle istituzioni, sindaco Micelli e presidente Fedriga in testa, di mobilitarsi contro questa «rapina della nostra identità. Identità e tutela Val Resia invita le autorità a non intraprendere politiche e iniziative di collaborazione transfrontaliera con la Slovenia finché non ci sarà il dovuto risarcimento e rispetto per la cultura e identità resiane».
Clemente, per questa battaglia si appella anche ai friulani, «con i quali sono state condivise le sorti civili, amministrative e storiche». La lettera, già indirizzata alle istituzioni, finora non ha avuto risposta. Ma l’associazione non molla e intende far valere le ragioni della comunità resiana nelle sedi opportune. —
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