La siccità preoccupa, i fiumi del Fvg ridotti a rigagnoli

L'assessore regionale Riccardi avvisa: «Situazione complicata». Riunione specifica con le componenti delle Regioni e delle Province autonome del nord Italia con l’obiettivo di delineare un quadro aggiornato della situazione idrica interessata negli ultimi mesi da ben poche precipitazioni
Bumbaca Gorizia 11.08.2013 Isonzo in secca Sagrado Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 11.08.2013 Isonzo in secca Sagrado Fotografia di Pierluigi Bumbaca

UDINE. La situazione è a dir poco complicata e, anzi, per citare il vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi «non c’è niente da dire».

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ANTEPRIMA REMANZACCO 23 GIUGNO 2003. SICCITA' NEL TORRE TELEFOTO COPYRIGHT FOTO AGENCY ANTEPRIMA

I principali fiumi del Friuli Venezia Giulia, ma in generale tutti i corsi d’acqua del territorio, soffrono, infatti, terribilmente per il perdurare della siccità che di fatto ha ridotto, e di molto, le portate dei corsi d’acqua.

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«Il sistema è a rischio complessivo – conferma Riccardi – anche perché in questi mesi è davvero piovuto molto poco e questo non fa che aggravare una situazione di per sé già strutturalmente complessa». Per motivazioni che certamente esulano, almeno in parte, dalle condizioni climatiche.

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«Negli ultimi anni si sono utilizzate – racconta il vicepresidente – fonti di un certo tipo, concedendo quelle di derivazione ai grandi gruppi con i centri di smistamento che sono in mano ai privati».

Il problema è complesso e riguarda il Friuli Venezia Giulia, ma più in generale l’intero arco delle regioni settentrionali i cui rappresentanti di Protezione civile, non a caso, sono stati convocati, venerdì scorso, a Roma.

Il Dipartimento nazionale, infatti, ha organizzato una riunione specifica con le componenti delle Regioni e delle Province autonome del nord Italia con l’obiettivo di delineare un quadro aggiornato della situazione idrica interessata negli ultimi mesi da ben poche precipitazioni.

Nel corso dell’incontro sono stati presentati e discussi i dati relativi alla situazione idrica attuale che denotano segnali di una diminuzione della risorsa-acqua disponibile in tutte le regioni settentrionali.

Non soltanto, però, perché dalla Protezione civile nazionale è emerso come, sulla base dei dati idropluviometrici e di disponibilità idrica nonché delle previsioni mensili e stagionali, in assenza di nuovi e significativi apporti meteorici, potrebbero delinearsi condizioni di severità idrica – cioè di difficoltà di approvvigionamento –, analogamente a quanto avvenuto nel 2003, nel 2007 e anche non più tardi di due anni fa.

La riunione è stata dunque l’occasione per monitorare il fenomeno, raccogliere le esigenze delle componenti regionali di Protezione civile e avviare un comune lavoro di prevenzione, preparazione e contrasto di eventuali situazioni di criticità, che si potrebbero manifestare qualora perdurasse l’attuale anomalia delle precipitazioni.

Precipitazioni che, stando alle previsioni attuali, dovrebbero manifestarsi da mercoledì 3 aprile – e per almeno un paio di giorni – su buona parte del Friuli Venezia Giulia anche se difficilmente, visto lo stato dei corsi d’acqua, riusciranno a risolvere la carenza di “sete” dei nostri fiumi.

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