La siccità preoccupa, i fiumi del Fvg ridotti a rigagnoli

UDINE. La situazione è a dir poco complicata e, anzi, per citare il vicepresidente della Regione con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi «non c’è niente da dire».
I principali fiumi del Friuli Venezia Giulia, ma in generale tutti i corsi d’acqua del territorio, soffrono, infatti, terribilmente per il perdurare della siccità che di fatto ha ridotto, e di molto, le portate dei corsi d’acqua.
«Il sistema è a rischio complessivo – conferma Riccardi – anche perché in questi mesi è davvero piovuto molto poco e questo non fa che aggravare una situazione di per sé già strutturalmente complessa». Per motivazioni che certamente esulano, almeno in parte, dalle condizioni climatiche.
«Negli ultimi anni si sono utilizzate – racconta il vicepresidente – fonti di un certo tipo, concedendo quelle di derivazione ai grandi gruppi con i centri di smistamento che sono in mano ai privati».
Il problema è complesso e riguarda il Friuli Venezia Giulia, ma più in generale l’intero arco delle regioni settentrionali i cui rappresentanti di Protezione civile, non a caso, sono stati convocati, venerdì scorso, a Roma.
Il Dipartimento nazionale, infatti, ha organizzato una riunione specifica con le componenti delle Regioni e delle Province autonome del nord Italia con l’obiettivo di delineare un quadro aggiornato della situazione idrica interessata negli ultimi mesi da ben poche precipitazioni.
Nel corso dell’incontro sono stati presentati e discussi i dati relativi alla situazione idrica attuale che denotano segnali di una diminuzione della risorsa-acqua disponibile in tutte le regioni settentrionali.
Non soltanto, però, perché dalla Protezione civile nazionale è emerso come, sulla base dei dati idropluviometrici e di disponibilità idrica nonché delle previsioni mensili e stagionali, in assenza di nuovi e significativi apporti meteorici, potrebbero delinearsi condizioni di severità idrica – cioè di difficoltà di approvvigionamento –, analogamente a quanto avvenuto nel 2003, nel 2007 e anche non più tardi di due anni fa.
La riunione è stata dunque l’occasione per monitorare il fenomeno, raccogliere le esigenze delle componenti regionali di Protezione civile e avviare un comune lavoro di prevenzione, preparazione e contrasto di eventuali situazioni di criticità, che si potrebbero manifestare qualora perdurasse l’attuale anomalia delle precipitazioni.
Precipitazioni che, stando alle previsioni attuali, dovrebbero manifestarsi da mercoledì 3 aprile – e per almeno un paio di giorni – su buona parte del Friuli Venezia Giulia anche se difficilmente, visto lo stato dei corsi d’acqua, riusciranno a risolvere la carenza di “sete” dei nostri fiumi.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto