La città di Fontanini: «A Udine rifiuti porta a porta e stop alle automobili in via Mercatovecchio»

Sui rifiuti il sindaco Pietro Fontanini non cede: entro il 2020 la raccolta porta a porta sarà estesa a tutta la città «perché funziona ovunque, da Tavagnacco fino a Treviso ma persino a Milano, e porta solo vantaggi, economici e ambientali», mentre su via Mercatovecchio ammette che «la sperimentazione con la riapertura al traffico non ha dato gli esiti sperati» e che di conseguenza «è molto probabile che le auto non attraverseranno più la storica via del centro».
In questa intervista il primo cittadino svela quali sono i grandi obiettivi del 2019, dalla salita per rendere fruibile il castello alla sistemazione di casa Cavazzini per poter ospitare grandi mostre di livello internazionale, e il “modello” di Udine che ha in mente: «Una città emporiale dove si vengono a gustare le eccellenze del nostro Friuli».
Sindaco, che città ha trovato quando è stato eletto?
«Una città preoccupata, in declino del punto di vista commerciale, non tanto per la mancanza di cittadini, ma di consumatori. E poi una città impaurita, soprattutto in alcune zone come la stazione che io ho visitato più volte raccogliendo tante testimonianze, signore che avevano subìto aggressioni o altri che lamentavano degrado».
E qualcosa di positivo ha trovato?
«Ho trovato un comune con i conti in ordine e anche un tesoretto a disposizione che abbiamo subito utilizzato per procedere con opere importanti già programmate dalla precedente amministrazione come il rifacimento del porfido nelle vie Poscolle, Gemona e San Francesco».
Le difficoltà del commercio sono state superate con al riapertura al traffico di via Mercatovecchio?
«Si è vista forse più gente, ma direi che i risultati non sono stati soddisfacenti al punto da giustificare la riapertura. Anche perché, in questo periodo, ho avuto modo di visitare diverse città europee delle dimensioni di Udine e i centri storici pedonali funzionano; il nodo vero è legato alle attività e quindi ai negozi e ai ristoranti che devono essere coinvolti nel rendere attrattivi gli spazi come per esempio accade già in piazza San Giacomo».
Niente più auto quindi?
«Aspettiamo la fine della sperimentazione, ma è molto probabile che dopo l’intervento di rifacimento della via le auto non passeranno più mentre dobbiamo ancora fare una valutazione approfondita in merito al trasporto pubblico».
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Il progetto sarà modificato?
«Sì. Le Belle arti ci hanno dato un primo via libera e dopo il 31 gennaio quando si concluderà la sperimentazione speriamo di far partire i lavori. Non ci sarà solo pietra piasentina, ma verrà mantenuta una parte centrale in porfido. Al momento stiamo dialogando con l’impresa che si è aggiudicata i lavori per trovare un’intesa e poi presenteremo il nuovo progetto».
I problemi del commercio sono legati solo alla viabilità?
«No, la situazione è molto più complessa e riguarda temi che non dipendono dalle scelte del Comune. Il commercio on line è cresciuto molto e probabilmente porterà a una rivoluzione nel nostro modo di fare acquisti. Qualcuno sostiene che i negozi debbano attrezzarsi per fare da terminali dove ritirare i prodotti ordinati, ma è chiaro che queste sono decisioni dei commercianti. Noi dobbiamo fare la nostra parte creando le condizioni per riportare gente in città e non mi riferisco solo a potenziali clienti ma anche a residenti».
Perché oggi molti hanno scelto di vivere in periferia?
«In centro mancano alcune comodità. Molte case non sono ristrutturate altre non hanno il garage. E poi ovviamente c’è il discorso dei prezzi degli immobili e degli affitti. Per questo abbiamo sottoscritto una convenzione con l’università che metterà a punto uno studio in modo tale da ripensare alcuni spazi come è stato fatto per borgo Grazzano con l’obiettivo di rendere di nuovo attrattiva la città come luogo da vivere».
Come si spiega il fenomeno della sosta selvaggia?
«Molti non rispettano il codice della strada ed è un’abitudine che non va bene. Per questo ho chiesto ai vigili di potenziare i controlli ed essere più presenti».
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Obiettivo raggiunto?
«No. I vigili si vedono ancora poco, ma sono sicuro che con il nuovo comandante, che arriverà il prossimo anno, quando la polizia locale tornerà alle dipendenze dell’Uti, troveremo delle soluzioni. Di sicuro chiederò che gli agenti stiano sulla strada e non in ufficio, ma c’è anche un problema di organico da risolvere e per questo motivo abbiamo in programma l’assunzione di una ventina di vigili, prima attraverso la mobilità e poi con un concorso».
Altro argomento “caldo” è quello dei rifiuti: in un suo recente post su Facebook ci ha definiti “pennivendoli” per aver dato spazio ai dubbi dei cittadini... Rassicuri lei gli udinesi.
«Stiamo parlando di un progetto che porterà benefici ambientali e non solo».
Nessuno lo mette in dubbio, ma c’è chi è preoccupato dalle possibili conseguenze pratiche nell’organizzazione della quotidianità.
«Perché la gente non conosce il sistema. Per farsi un’idea basta vedere come funzionano le cose a Basaldella o a Tavagnacco dove il porta a porta viene attuato da una decina d’anni, 20 addirittura per quanto riguarda Campoformido».
Era lei il sindaco?
«Sicuro. E nessuno è tornato indietro. I vantaggi sono enormi e non è un sistema che funziona solo in Friuli, ma in tutto il mondo. Anche a New York hanno i bidoncini, ma per restare in Italia basta guardare Treviso che per molti è una città modello tanto che andremo presto a visitarla con una delegazione o anche a Milano. Se funziona lì non vedo perché non dovrebbe farlo a Udine».
Cambiare le proprie abitudine però non è semplice e in molti ritengono che il “gioco non valga la candela” visto il possibile risparmio di soli 60 mila euro.
«Non è molto, ma in futuro è destinato ad aumentare perché saliranno i costi di smaltimento. Ma c’è anche un discorso di sostenibilità ambientale. Differenziare consente di produrre meno rifiuti e di recuperare molto di più. Inoltre l’eliminazione dei grandi cassonetti ridurrà di molto il fenomeno del pendolarismo dei rifiuti».
Avanti tutta quindi?
«Certo. Nei primi mesi del prossimo anno faremo informazione e daremo risposta a tutti i dubbi e le perplessità. Poi dopo giugno partiranno le prime sperimentazioni nei quartieri di Sant’Osvaldo e Cussignacco. L’obiettivo è di portare la differenziata spinta in tutta la città nell’arco di 14 mesi quindi prima della fine del 2020».
Ambiente e mobilità sostenibile sono temi tipicamente “di sinistra” eppure la Sinistra la attacca...
«È la conferma che si tratta di attacchi pretestuosi, strumentali e ideologici. Tra l’altro in diversi post ci accusano di essere razzisti o fascisti, ma io di certo non sono fascista, sono da sempre un convinto autonomista e quindi quanto di più lontano dall’idea statalista portata avanti dal fascismo».
L’hanno criticata anche per aver eliminato l’identità “alias”: era necessario?
«Nessuno l’aveva mai utilizzata e noi volevamo dare un segnale di fiducia nei confronti della famiglia tradizionale: dobbiamo mettere nelle condizioni i giovani di fare figli perché il ricambio generazionale non può avvenire solo grazie agli stranieri: io non voglio che i pakistani sostituiscano i friulani».
Cosa state facendo per aiutare le giovani famiglie tradizionali?
«Investiremo nei nidi e speriamo lo facciano anche molte aziende, di sicuro mi auguro provveda l’ospedale che è l’azienda più grande in città. E poi cercheremo di sfruttare i finanziamenti del Governo e di fare in modo che i giovani facciano altrettanto».
E quelle panchine tolte da via Aquileia?
«È una cosa temporanea solo per rendere fruibile il presepe, poi torneranno al loro posto».
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Conferma anche il mancato rinnovo del progetto Aura per l’accoglienza diffusa dei profughi?
«Sicuro. A Udine ci sono circa mille richiedenti asilo mentre dovrebbero essere 250 senza contare i minori non accompagnati».
Ma la Prefettura sarà comunque costretta a intervenire e il numero potrebbe restare lo stesso.
«Vero, ma meglio ospitare tutti alla Cavarzerani piuttosto che avere persone sparse ovunque».
Ne è sicuro?
«In tanti si sono lamentati quando hanno avuto dei richiedenti come vicini di casa perché chiaramente le abitudini e le necessità di giovani uomini stranieri non sono quelle di una famiglia».
Come giudica il lavoro del ministro dell’Interno Salvini?
«È bravissimo, sul fronte della sicurezza e dell’immigrazione ha messo fine all’anarchia che regnava prima, ha ridotto i costi e anche in Europa è protagonista e sta ridisegnando un ruolo di leader per l’Italia. Non mi pare che in Francia e Germania le cose stiano andando bene...».
Tornando alla politica locale, la preoccupa l’ingresso di Saro in consiglio comunale attraverso Progetto Fvg?
«Non nascondo che in campagna elettorale non mi abbia aiutato, nemmeno al ballottaggio».
Ma con Tondo ha fatto la pace dopo sette anni, potrebbe farla anche con lei?
«Chissà».
Intanto è vero che ha ricevuto diverse richieste per cambiare la giunta?
«Sì e dopo le vacanze di fine anno qualcosa cambieremo. Sia per quanto riguarda le deleghe che forse per le persone».
Sta pensando all’undicesimo assessore?
«È una soluzione, ma aspetto di capire come sarà ridisegnato l’equilibrio della maggioranza con la quale intendo ovviamente confrontarmi».
Quali gli obiettivi per il prossimo anno?
«La salita per il castello che vogliamo valorizzare anche in chiave turistica e poi la sistemazione di alcuni aspetti legati alla sicurezza in Casa Cavazzini in modo tale da poter ospitare grandi mostre internazionali».
Ma qual è il modello di città che ha in mente?
«Una città emporiale dove si può venire a gustare i sapori del Friuli e penso alle eccellenze dell’enogastronomia, a cominciare da vini, prosciutto e formaggi ma non solo. Immagino una città in contatto con il territorio, chi viene a Udine deve avere voglia poi di andare per esempio anche a San Daniele, Cividale, Aquileia e Codroipo».
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