Investitori truffati, ecco come Gaiatto riusciva a guadagnare due volte

Pordenone, gli interessi dovuti dal trader venivano scalati sulle rate. Ci sono cascati pure un fiscalista e un counselor psicologico

PORDENONE. Per gli inquirenti il trader portogruarese Fabio Gaiatto, 43 anni, ci ha guadagnato due volte. Non solo con l’affare Forex, ma anche con i prestiti concessi agli stessi risparmiatori.

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Da alcune testimonianze è emerso infatti che Gaiatto aveva cominciato a orientarsi verso un altro business, in particolare dopo l’estate del 2017, quando gli arrivò la sanzione della Consob.

La presunta banca

È per questo che fra i clienti circolava la voce della sede della banca a Pieve di Soligo acquistata dal trader. Alcuni investitori hanno raccontato di aver ottenuto un prestito da Gaiatto. In che cosa sarebbe consistita la proposta?

l cliente si impegnava a restituire una maxi-rata dopo il primo mese e poi una piccola quota mensile dalla quale però venivano scalati gli interessi che il trader avrebbe dovuto pagare allo stesso cliente sul capitale investito nell’affare Forex.

Gli inquirenti ipotizzano insomma che il trader non abbia compensato gli interessi passivi e attivi.

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Dunque nelle loro dichiarazioni dei redditi gli investitori hanno pagato le tasse su interessi mai ricevuti.

Gli interrogatori

Martedì 18 gli ultimi sei indagati in obbligo di dimora erano convocati per l’interrogatorio di garanzia dinanzi al gip Rodolfo Piccin. Tre hanno parlato, chiarendo che erano solo clienti di Gaiatto e non suoi procacciatori, con prove alla mano.



Tre hanno preferito avvalersi della facoltà di non rispondere: il ragioniere palmarino Massimo Osso, 46 anni, che lavora a Udine (difeso dall’avvocato Marianna Griggio di Padova); Andrea Zaggia, 32 anni, disoccupato, di Saccolongo e il counselor specializzato in “costellazioni familiari” Massimo Baroni, 48 anni, bergamasco, entrambi assistiti dall’avvocato Chiara Maltese. Tutti e quindici gli indagati, invece, hanno chiesto la revoca della misura cautelare.

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Le liste di nomi sul pc

A inguaiarli, in realtà, sono gli appunti trovati dalla Guardia di finanza nel computer di Gaiatto. In corrispondenza loro nome il trader aveva scritto «consulenti». A fianco di ciascun «consulente» aveva indicato una serie di nomi di clienti.

È proprio Gaiatto a riferire di disporre di una ventina di collaboratori nel suo staff. Gli inquirenti hanno attribuito a tutti gli indagati il medesimo ruolo di procacciatori, ma è probabile che nel prosieguo delle indagini possa esserci una scrematura fra le varie posizioni, distinguendo fra chi sapeva e i clienti ignari.

A complicare l’esegesi, il fatto che Gaiatto offrisse due modalità di rimborso degli interessi: mensile, o annuale, con reinvestimento delle somme guadagnate. Conclusi gli interrogatori, ora il giudice Piccin valuterà eventuali revoche di misure.

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Le prove di chi ha parlato

Nell’affare Forex è finito pure un consulente fiscale, Flavio Nicodemo, 48 anni, residente a Teglio Veneto (difeso dall’avvocato Nicola De Stefano) che ha portato dal giudice centinaia di pagine di documentazione, dimostrando punto per punto di aver incassato solo i rendimenti del capitale investito nel Forex e non provvigioni.

Pure l’agente di commercio Daniele Saccon, di Mareno di Piave, difeso dall’avvocato Enrico Dorazzo, ha parlato dal gip e dimostrato che Gaiatto gli ha restituito solo il capitale e gli interessi. Infine l’agente assicurativo Vallerin (avvocato Maltese), ha documentato gli investment fund return, tutti i bonifici ricevuti dalle società di Gaiatto con i quali gli sono stati rendicontati gli interessi sull’investimento e la restituzione dei soldi.




 

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