Inchiesta sulla morìa delle api, il comizio di Zanin contro la magistratura davanti a 150 trattori

Il presidente del Consiglio regionale: solo in Friuli l’agricoltura è criminalizzata. Applausi a Saro che attacca Coldiretti assente: la mobilitazione è stata doverosa

La protesta dei trattori, il presidente Zanin: "I nostri agricoltori non sono criminali"

UDINE. Parte un applauso e lui alza il tiro. Ogni “bravo” scandito dalla folla, circa 150 i trattori che hanno aderito alla protesta contro chi accusa gli agricoltori per la moria delle api, è un incitamento ad andare avanti. Il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin è un fiume in piena. Parla in strada davanti al palazzo della Regione, ai piedi di un trattore che issa le bandiere del Friuli, quella blu di pace e quella rossa di guerra. Sveste il suo ruolo istituzionale, visto che non risparmia bordate ai magistrati, all’inchiesta della Procura che sta mettendo in ginocchio un intero comparto.

«Ma possibile che solo in Friuli vengano colpiti gli interessi di chi lavora la terra - si domanda Zanin -. Prima il latte, poi il Sauvignon, quindi il prosciutto crudo, adesso le semine, qua chi lavora viene terrorizzato. È un attacco duro alla nostra economia. Se qualcuno ha sbagliato è giusto che paghi, ci mancherebbe, ma io non posso non far notare che tutte queste inchieste degli ultimi anni spesso sono finite in nulla. Non può esistere la criminalizzazione dell’agricoltura solo dalle nostre parti, ciò non è sostenibile.

Un coltivatore si sfoga: «Lavoro da una vita non merito la gogna»
**HOLD FOR STORY BY DAVID MERCER** In this photo taken June 1, 2010, central Illinois corn farmer Jerry McCulley sprays weed killer across his cornfield in Auburn, Ill. A handful of hardy weeds have adapted to survive Roundup, which many scientists say threatens to make the ubiquitous herbicide far less useful to farmers. (AP Photo/Seth Perlman)

Qui con voi c’è un’intera comunità, non può essere colpito tutto un settore. Dove porta il blocco di centinaia di ettari di terreno? Senza il lavoro nei campi non si va da nessuna parte. E dico no alla spettacolarizzazione dell’indagine, i magistrati hanno convocato una conferenza stampa lanciando un allarme sociale prima di avere dati certi e definitivi. Io credo ci sia stata superficialità, qui si mettono in ginocchio anche i consumatori e tutto il Friuli Venezia Giulia. Io orgogliosamente difendo questa comunità».

Morìa delle api, 200 trattori davanti la sede della Regione a Udine


Anche l’ex senatore Ferruccio Saro, coinvolto direttamente nell’inchiesta in quanto agricoltore, non è stato tenero. «Se questi prodotti erano consentiti - dichiara - perchè allora non si accusano il Ministero o le multinazionali che li producono? Invece viene colpita l’ultima ruota del carro, cioè solo gli agricoltori. Noi siamo tutti spaventati, non sappiamo cosa possiamo seminare. Questo è un mondo che si impegna, lavora. Regione e ministeri competenti devono intervenire e agire in nostra difesa. Solo per fare l’udienza preliminare dovranno affittare il palasport, come per il maxiprocesso di Palermo. Mi auguro che non si vada allo scontro, che la magistratura accetti il dialogo».

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LE TAPPE DELLA VICENDA

Quindi Saro, tra i battimani, ha contestato la scelta di Coldiretti (la principale organizzazione di categoria) di non aderire alla manifestazione. «Coldiretti ha perso contatto con i problemi dei contadini - spiega -. Le cose non vanno risolte nel silenzio da sacrestia, questa mobilitazione è importante e serve a portare alla luce una questione che è di tutto il territorio». Infine un dato che, secondo l’esponente politico oggi coordinatore di Progetto Fvg, smentirebbe la strage di api.

«Ci sono dati scientifici che sono stati presentati in sede di dibattimento per il dissequestro dei terreni - aggiunge -. Parlo del miele di acacia che è quello più diffuso, nel 2017 sono stati prodotti 5 chili di miele, nel 2018 ben 24 chili. Alla faccia della moria delle api. È stato il record storico per il Friuli, ma o le api sono morte o si sono moltiplicate. Ecco anche questa è una delle grandi contraddizioni dell’inchiesta».

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I trattori, prima del raduno in Regione dove poi si è svolto un convegno, si erano ritrovati nel piazzale sud dello stadio Friuli. Sono arrivati alla spicciolata, a partire dalle 9. C’erano i trattorini piccoli e vetusti, di trent’anni fa, e c’erano i “bestioni” super tecnologici con l’aria condizionata che costano quanto un appartamento. Alcuni dei trattori avevano ancora attaccati, sulle grandi ruote dentate, i grumi di terra lavorata poche ore prima.

Terra che emana l’odore inconfondibile e immutabile della campagna. Altri avevano dei cartelli appiccicati “Noi difendiamo l’ambiente”, “Siamo i difensori del territorio”, “La terra è la nostra vita”, “Siamo attenti alla salute e alla qualità di ciò che si produce”, “Per noi la terra è vita e la vita è la nostra terra”, “L’agricoltura è una risorsa per l’ambiente”. Altri cartelli attaccati ai pali della luce nel piazzale della Regione. “Siamo in via di estinzione come i panda, tutelateci”, “Per far crescere una pianta ci vuole tanto amore per la vita”, “Mangiare è un atto agricolo” e infine “Guardiamo in basso per lavorare e in alto per sperare, ancora crediamo che qualcosa possa cambiare”.

In 400 all’auditorium per il convegno degli agricoltori: «Chiediamo solo di lavorare con serenità»
Udiine 6 Aprile 2019. Incontro protesta agricoltori con trattori. © Foto Petrussi

Nel gruppo degli ultimi è arrivato Renato Zampa di Cospalat, uno degli organizzatori del Comitato spontaneo. Da capopopolo ha “indottrinato” i suoi. «È una situazione inaccettabile - ha detto - , capisco gli animi esasperati, ma dobbiamo essere intelligenti, non cadere nelle provocazioni. Da parte nostra non c’è conflitto con nessuno, sappiamo quello che facciamo nei terreni. Ma del resto tornare indietro con la zappa non è possibile. La manifestazione deve essere improntata alla massima correttezza, qui qualcuno non aspetta altro che strumentalizzare la vicenda. Dobbiamo essere determinati, coraggiosi, ma non dobbiamo raccogliere le provocazioni, perchè siamo nel giusto. E la politica dovrà assumersi le proprie responsabilità, perchè se restiamo da soli rischiamo di essere vulnerabili».

Inchiesta sulla morìa delle api. Nessun commento dalla Procura: i pm resistono agli attacchi politici
Udine 15 settembre 2016. Procura. © Foto Petrussi / Diego Petrussi


Date le ultime disposizioni organizzative, il corteo di circa 150 trattori, si è quindi mosso verso i viali del centro città. Ultimo tratto viale Duodo, piazzale Cella, via Sabbadini. In una ventina di minuti gli agricoltori sono arrivati a destinazione, davanti ai curiosi che si fermavano per osservare il serpentone colorato e rumoroso, perchè i duri e puri del Comitato hanno scatenato i decibel dei clacson. Le forze dell’ordine (questura, carabinieri e polizia urbana) hanno vigilato con discrezione. Tutto è filato liscio.

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