Impianti da sci, ecco le linee guida: congiunti a distanza di sicurezza, seggiovie al 50% e novità per gli skipass

UDINE. Via libera dal Comitato tecnico scientifico per la riapertura degli impianti sciistici: la data stabilita è quella del 15 febbraio con delle regole molto precise stabilite dal protocollo presentato dalle Regioni. Qui elencate le misure previste

Niente assembramenti alle biglietterie. I passeggeri «dovranno indossare mascherina chirurgica. Andranno adottate soluzioni organizzative al fine di ridurre code e assembramenti alle biglietterie, quali ad esempio: prevendita/prenotazione on-line o tramite altre soluzioni digitali (es. applicazioni per smartphone), collaborazioni con strutture ricettive del territorio per acquisto/consegna dei titoli. Sia in fase di prevendita/prenotazione, sia di vendita in biglietteria, è necessario informare gli utenti delle buone norme di condotta e corretta prassi igienica per limitare il più possibile comportamenti inadeguati».

Gli skipass: un tetto massimo alle vendite. Per contingentare le presenze «è necessario limitare il numero massimo di presenze giornaliere mediante l’introduzione di un tetto massimo di skipass giornalieri vendibili, che tenga conto non solo delle quote giornaliere ma anche di quelle settimanali e stagionali. In tutte le realtà in cui il controllo degli skipass o delle altre tipologie di titoli di accesso, non possa essere svolta con modalità contact-less, dovranno essere adottate misure idonee ad evitare assembramenti e ridurre le occasioni di contatto, soprattutto nei prevedibili momenti di maggiore afflusso e comunque nel corso dell’intera giornata».

La cabinovia è come un autobus: riduzione del 50 percento. Poi c’è la criticità dei flussi delle persone sugli impianti di risalita visto che gli esperti del Cts avevano equiparato cabinovie e funivie ai mezzi pubblici cittadini: «una parte rilevante dei mezzi di risalita nei comprensori sciistici (in particolare cabinovie e funivie) presentano caratteristiche strutturali e di carico tali da poter essere assimilati in tutto e per tutto ai mezzi utilizzati per il trasporto pubblico locale (autobus, filobus, tram e metropolitane)».

Per questo motivo il Cts suggerisce sia per le cabinovie che per le funivie «riduzione al 50% della capienza massima del veicolo ed uso obbligatorio di mascherina chirurgica anche eventualmente opportunamente utilizzata inserendola in strumenti (come fascia scalda collo) che ne facilitano l’utilizzabilità».

La distanza tra congiunti. L'aspetto più interessante dovrebbe essere quello riguardante la distanza tra congiunti. Deve essere sempre «assicurato il distanziamento interpersonale di 1 metro in tutte le fasi precedenti il trasporto. Il distanziamento si applica anche a nuclei familiari, conviventi e congiunti, ad eccezione dei soggetti che necessitano di accompagnamento (es. bambini al di sotto di 1,25 m di altezza, nel caso delle seggiovie) o di assistenza (es. utenti non vedenti)». Obblighi per i gestori degli impianti di risalita «che dovranno garantire l’organizzazione e la gestione dei flussi e delle code, l’applicazione di misure (anche visive) per il mantenimento del distanziamento interpersonale e l’introduzione, nei punti strategici (parcheggi, casse, tornelli, aree di servizio, stazioni di partenza, intermedie e di arrivo) di strumenti di comunicazione idonei ad informare tutti gli utenti in merito alle regole ed ai protocolli vigenti per la limitazione del rischio di contagio».

Bar e ristoranti. Il numero massimo di persone che possono essere presenti contemporaneamente all’interno dei locali «è definito dalla singola struttura sulla base delle regole sul distanziamento definite nel protocollo ristorazione». Ma quando viene «raggiunto il numero massimo predefinito di clienti nel locale, dovrà essere interdetto l’accesso ad altre persone». Per questo «si suggerisce di prevedere sistemi di prenotazione volti ad evitare che ci siano assembramenti in orari di massimo afflusso. E’ opportuno prediligere la consumazione di alimenti e bevande all’aperto, inclusa l’ordinazione e la consegna del cibo da asporto, anche adottando strutture provvisorie. L’après ski è consentito solo con posti a sedere nel rispetto delle regole già definite nei protocolli sulla ristorazione e pubblici esercizi. Si suggerisce di prevedere dei sistemi di informazione a valle che comunichino ai turisti che nelle strutture in quota potrà non essere assicurata l’accoglienza laddove sia stata raggiunta la massima capienza dei locali».

L’economia della montagna. Il settore già duramente colpito dal lockdown di Natale e Capodanno. Il business delle vacanze invernali prima della pandemia valeva, secondo le stime di Coldiretti, oltre 8 miliardi all’anno. E proprio dal lavoro invernale dipende buona parte della sopravvivenza di molte strutture agricole in montagna che con le attivitàdi allevamento e coltivazione - sottolinea la Coldiretti - svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio anche contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento delle montagne.

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