Il sigillo di Pordenone a Cristicchi. L’artista rivela: «Il Friuli mi ha adottato e circondato d’affetto»

Tornerà in regione con un nuovo spettacolo dedicato a San Francesco. Ha realizzato vari progetti con l’Accademia Naonis e il maestro Sivilotti

Paola Dalla Molle

Un viaggio musicale alla ricerca dell’essenza nell’inquietudine della modernità: un “rapimento” mistico dove lasciarsi trasportare, in un tempo e luogo indefiniti, alla ricerca di un “Centro di gravità permanente”.

A raccontarlo con sensibilità speciale, Simone Cristicchi, protagonista dello spettacolo che sta emozionando il pubblico di tutta Italia: “Torneremo ancora.

Concerto mistico per Battiato” in programma il 1°ottobre, alle 18, al Teatro Verdi di Pordenone. Con lui sul palco Amara e la sua emozionante voce, accompagnati dall’indiscussa professionalità dei solisti dell’Accademia Naonis (Franca Drioli, soprano, Lucia Clonfero, violino, Igor Dario, viola, Alan Dario, violoncello, U.T. Gandhi, percussioni, per la direzione musicale di Valter Sivilotti).

In quell’occasione il Comune di Pordenone consegnerà il Sigillo della città a Cristicchi, da anni geniale compagno di viaggio dell’Accademia Naonis che con questa occasione ricorda il suo fondatore, il maestro Beniamino Gavasso, con il 6° Memorial a lui dedicato, e festeggia i 25 anni di attività.

«Pordenone –dichiarano il sindaco Alessandro Ciriani e il vicesindaco Alberto Parigi – è orgogliosa di consegnare il suo Sigillo a Simone Cristicchi, un uomo, prima ancora che un artista, dalla profonda sensibilità, capace di raccontare con parole e musica, le vicende e le storie che parlano della cultura del nostro Paese, della nostra gente».

Testimonial di uno speciale rapporto con la città del Noncello e anche con la storia del Friuli Venezia Giulia grazie a spettacoli come “Magazzino 18”, “Esodo” ed “Orcolat 76” dedicato al terremoto del Friuli. Di Battiato, Cristicchi dice: «Pochi artisti come lui sono stati in grado con la musica di condurci nel mondo dell’invisibile affinché l’anima trovi le risposte a quelle domande che noi tutti ci facciamo, sul senso della nostra vita».

Com’è nato il progetto?

«Il concerto nasce da un’idea che condivido con Amara, la mia compagna di viaggio, che la musica sia qualcosa di sacro, capace di influenzare la nostra vita, non solo semplice intrattenimento. Si rivolge alle frequenze più sottili della nostra anima. Da questo, la scelta di affrontare il repertorio mistico di un grande maestro come Battiato. I brani che eseguiremo assomigliano più alle preghiere che a canzoni e ci aiutano a trovare un contatto con la parte più sottile di noi, la parte dell’interiorità».

Come descriverebbe il concerto?

«Una liturgia collettiva, così mi viene da definirlo, perché scatena delle emozioni fortissime e una grande commozione nel pubblico. Ed anche in noi che siamo gli esecutori. Non è un semplice concerto quindi, nemmeno un omaggio, ma è singolare nel suo genere con 15 brani musicali, letture e si ascolterà anche la voce registrata di Battiato».

Il suo primo incontro con il grande autore?

«È stata un’emozione incontrare il proprio idolo. Ho sentito di trovarmi di fronte a un personaggio che amavo (ed amo) profondamente. Di solito quando questo accade, si ha un po’ paura di rimanere delusi. Invece ero sbalordito dall’umanità di Battiato e dalla sua gentilezza».

Il sigillo della città di Pordenone evidenzia un legame molto forte con il territorio.

«Posso dire che mi sento un artista romano adottato dal Friuli e circondato da affetto. Tutto è nato con la tournée di “Magazzino 18”, poema in musica che ha avuto un successo straordinario ed è tuttora in repertorio. Poi c’è stato “Orcolat 76” in cui ho raccolto la sfida di raccontare il terremoto del Friuli dal punto di vista di un esterno, di un forestiero. Quindi vorrei sottolineare la grande collaborazione con l’Accademia Naonis e il maestro Valter Sivilotti con cui ho realizzato diversi progetti, fino ad arrivare a questo concerto mistico».

L’aspettiamo presto, quindi?

«Sì, tornerò in Friuli anche con il nuovo spettacolo dedicato a San Francesco che debutta tra un mese: “Franciscus. Il folle che parlava di uccelli”. Ed è anche questa una grande sfida: ancora una volta raccontare un altro gigante della spiritualità universale».

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