Il giallo di Varmo, il fratello della vittima: «Avvelenati prima di Ferragosto: nessun sospetto»

Fa la spola tra la casa di famiglia a Nova Milanese e l’ospedale di Desio, dove restano ricoverate la mamma Gioia Maria e la sorella Laura. Un pellegrinaggio quotidiano, che relega a minuti sfuggenti tutti gli altri pensieri. Soprattutto, fa sfumare la domanda che tutti, da nove giorni, si pongono: cosa ha causato l’avvelenamento da tallio della famiglia Del Zotto?
Domenico Del Zotto, figlio del novantaquattrenne Giovanni Battista e fratello di Patrizia, 62 anni, non è stato contaminato. «Non mi sono fatto un’opinione, se devo essere sincero. C’è un’inchiesta, che ancora non ha chiarito neppure dove sia effettivamente avvenuto l’avvelenamento – spiega –. Anche le informazioni che mia mamma e mia sorella mi hanno fornito sono frammentarie, non riescono neppure loro ad avere un’idea precisa su quello che è accaduto».
Un periodo circoscritto
Domenico ha però una convinzione. Se l’avvelenamento è avvenuto durante la permanenza nella casa di campagna di Santa Marizza di Varmo, il periodo incriminato è circoscritto «tra il 6 e il 14 agosto. Soltanto in quei giorni Patrizia, Laura, i rispettivi mariti, mamma, papà e la badante erano presenti tutti assieme sotto lo stesso tetto. Il 14 – spiega ancora Del Zotto – Patrizia e suo marito sono ripartiti per Nova». Gli altri familiari si sono trattenuti invece fino a fine mese nella struttura rurale del Medio Friuli. «Io stesso – racconta Domenico – ho trascorso lì due giorni a fine agosto, tornando dalle ferie».
Ci sono «pochi, pochissimi episodi», che accomunano le sei persone avvelenate. Legati perlopiù alla convivialità. Le prime analisi non hanno rilevato tracce di tallio nell’acqua del pozzo della casa di Santa Marizza. «E men che meno possono essere stati i piccioni: ce n’erano cinque o sei nella stalla, una condizione piuttosto normale in una casa di campagna», indica ancora il fratello di Laura e Patrizia.
I dubbi sulle patate
E l’ipotesi delle patate? «Mia sorella ha sollevato questo dubbio, ha riferito che in quei giorni hanno mangiato più volte il purè di patate. Eppure – analizza – quelle patate le ho mangiate anche io, perché le hanno portate da Varmo anche in Lombardia: le ha coltivate mio cugino, come pure i pomodori che abbiamo mangiato». Per il resto, i Del Zotto hanno consumato cibi normalissimi, soprattutto confezionati, come riferisce Domenico.
Le indagini
Si attendono intanto i risultati delle analisi sui cibi e sul topicida che i carabinieri di Latisana hanno sequestrato nell’abitazione di Santa Marizza. Alcune questioni di natura tecnica hanno rallentato l’attività dei tecnici incaricati, che dovrebbero depositare gli esiti degli esami tra oggi e domani.
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