Morti per avvelenamento da tallio, si indaga per omicidio colposo

La Procura di Monza ha aperto un fascicolo anche per lesioni. Disposta l’autopsia sulle salme di padre e figlia

UDINE. Indaga per omicidio colposo e lesioni la Procura di Monza, che ha aperto nelle scorse ore un fascicolo per i decessi di Giovanni Battista Del Zotto e della figlia Patrizia, 94 e 62 anni, avvelenati dal tallio, la sostanza tossica che i due avrebbero ingerito nelle scorse settimane.

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Lo ha chiarito il capo della magistratura brianzola, Luisa Zanetti, confermando dunque che al momento gli investigatori ritengono quella dell’accidentalità come l’ipotesi più probabile.

Nessuno figura dunque in questo momento iscritto nel registro degli indagati. Nella serata di martedì 3 ottobre, intanto, è stato ricoverato in ospedale a Desio anche il marito di Patrizia, Enrico Ronchi, 64 anni: le sue condizioni non destano tuttavia preoccupazione.

Le indagini

L’attività investigativa, coordinata dal pm Vincenzo Nicolini, si dipana lungo due binari. Il primo conduce a Desio, località in provincia di Monza dove la famiglia Del Zotto risiede. Nei giorni scorsi i carabinieri hanno provveduto a campionare resti di cibo e alimenti trovati all’interno dell’abitazione di Patrizia ed Enrico.

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Una busta di spinaci millefoglie della Bonduelle per i quali è stati emesso un avviso di richiamo per "sospetta presenza di foglie di mandragora", Roma, 4 Ottobre 2017. ANSA/ WEB

Il secondo binario conduce a Santa Marizza di Varmo, dove in estate la famiglia aveva trascorso un periodo di vacanza.

I carabinieri di Latisana martedì hanno trovato e sequestrato esche topicide che potrebbero contenere il tallio, sostanza che avrebbe avvelenato oltre a Patrizia e Giovanni Battista anche la badante Serafina Pogliani, il marito, la sorella e la mamma di Patrizia.

In attesa dei risultati dell’autopsia disposta sui corpi di Patrizia e Giobatta, la Procura non esclude alcuna pista. Non è stata battuta quella che porta alla morte di Richard Nolan Gonsalves, il trentatreenne architetto statunitense che nel 1999 morì dopo aver ingerito un considerevole quantitativo di tallio, contenuto in una bottiglia di birra.

L’episodio si verificò a Camino al Tagliamento, a meno di sei chilometri dalla cascina dei Del Zotto a Varmo.

La Procura di Udine intanto, con la pm Viviana del Tedesco che si sta occupando del caso, effettuerà nelle prossime ore la convalida d’urgenza della casa di Varmo; l’atto sarà poi trasmesso alla magistratura di Monza.

"Non c’è certezza che l’ingestione del tallio sia avvenuta nella casa di Santa Marizza: per il momento pertanto il nostro ufficio non procede, ma ci limitiamo a fornire assistenza rogatoriale ai colleghi brianzoli", ha specificato ieri il capo della Procura friulana, Antonio De Nicolo.

Le condizioni cliniche

Nel tardo pomeriggio di mercoledì 5 ottobre l’azienda sociosanitaria territoriale di Monza ha diramato un bollettino sulle condizioni dei familiari coinvolti, ricoverati a Desio.

Gioia Maria Pittana, 87 anni, mamma di Patrizia e vedova di Giobatta, resta ricoverata in condizioni critiche nel reparto di medicina dell’ospedale brianzolo. Sono invece stabili le condizioni del marito di Patrizia, anche lui ricoverato, e della badante dei genitori della donna.

Stabile anche l'altra figlia di Dal Zotto, di 58 anni. Ieri sono stati sottoposti ad ulteriori accertamenti anche il figlio della 62enne deceduta e la sua compagna. Non risultano invece contaminati l’altro fratello di Patrizia, sua moglie e il figlio, che si erano sottoposti ad accertamenti nei giorni scorsi.

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