Gemellina deceduta durante un intervento chirurgico, la famiglia farà causa

Alla luce degli errori medici contestati dalla Procura di Padova e dopo la richiesta di rinvio a giudizio del primario, i genitori della piccola, che sono di Trivignano Udinese, non hanno ricevuto risposta dall’assicurazione dell’ospedale
BACCARIN - ASCIERTO AL GALLUCCI - IL REPARTO BACCARIN - ASCIERTO AL GALLUCCI
BACCARIN - ASCIERTO AL GALLUCCI - IL REPARTO BACCARIN - ASCIERTO AL GALLUCCI

UDINE. Hanno perso la loro figlioletta di pochi mesi, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio del primario, l’ospedale ha indicato come proprio interlocutore la sua assicurazione, ma quest’ultima non ha dato loro alcuna risposta: ora saranno costretti a fare causa.

Gemellina morta durante l'intervento, «medico da processare»


Sono amareggiati i genitori friulani di Natalia Merlo, la neonata di sette mesi deceduta il 26 settembre del 2016 nel reparto di Cardiochirurgia pediatrica di Padova.

Studio 3A, che assiste i familiari, dopo aver chiesto e ottenuto dall’Azienda sanitaria le coperture assicurative, ha sollecitato la compagnia dell’ospedale, Resolute Magamenent, chiedendo il risarcimento per i danni morali patiti dai propri assistiti, nella speranza di risparmiare loro ulteriori sofferenze e le consuete “meline” della “mala assicurazione”, fatte di rimpalli, funzionari irreperibili e di ogni mezzo utile pur di non pagare.

E nella convinzione che si convenisse tutti sul fatto che, dopo due anni, questa famiglia avesse il diritto di ottenere risposte, in tutti i sensi.

Morte di Natalia, indagato un medico


«Ma, nonostante i solleciti, Resolute Management - a detta dello studio legale che assiste la famiglia della piccola - non ha intavolato una trattativa per una soluzione della controversia o per quantificare un’offerta di risarcimento, che peraltro potrebbe non costare un euro alla compagnia: l’assicurazione interviene solo se la somma da liquidare eccede la franchigia stabilita in polizza, che nello specifico è molto alta.

Potrebbe essere che debba farsene carico interamente l’ospedale, il quale però ha le mani legate essendo la pratica gestita dalla sua compagnia».

La bimba era venuta alla luce l’1 marzo 2016 nella Neonatologia dell'ospedale di Udine, con altri due gemellini.

Trivignano, la morte della piccola Natalia: ora si indaga per omicidio colposo


I tre piccoli, primogeniti di mamma Jenny e papà Alessandro, di Trivignano Udinese, erano nati con parto cesareo alla 35esima settimana: un po’ prematuri, ma crescevano regolarmente, un chilo a mese.

Tutto procedeva bene, ma durante uno dei controlli alla neonata venne riscontrato un problema cardiaco: un difetto interatriale tipo seno coronarico e un difetto interventricolare perimembranoso.

Data la fama del centro di Padova, da Udine hanno contattato i cardiochirurghi pediatrici patavini che, dopo vari consulti, hanno deciso di intervenire: intervento effettuato il 1° luglio alla Cardiochirurgia pediatrica e cardiopatie congenite del Centro Gallucci.

Ma qualcosa è andato storto e da allora sono iniziate la lunga agonia della bimba, poi sottoposta ad altre, vane operazioni “riparatorie”, e la via crucis dei genitori: quasi tre mesi di terapia intensiva tra speranze e sconforti per gli interventi correttivi che non riuscivano. Fino alla tragedia finale.

I genitori non hanno mai espresso risentimento verso i medici. Si aspettavano solo delle risposte, ma non le hanno mai ricevute.

È proprio per capire cosa sia successo, perché la piccola, che cresceva bene, che era in salute, la cui patologia era sotto controllo e la cui operazione doveva presentare rischi minimi, sia deceduta, che mamma e papà, attraverso il consulente personale Armando Zamparo, si sono rivolti a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro.

È stato presentato un esposto alla magistratura, che ha aperto un procedimento penale, all'inizio contro ignoti.

La svolta con il deposito della perizia medico legale affidata dalla Procura al professor Andrea Verzeletti, direttore della Medicina legale di Brescia, e al dottor Giancarlo Crupi, specialista cardiochirurgo già all'Unità di Cardiochirurgia pediatrica di Bergamo.

I consulenti hanno espresso perplessità sia sui tempi scelti per la delicata operazione al cuore su una neonata in buona salute, sia sulla «incompletezza della diagnosi pre-operatoria».

Ma i Ctu hanno riscontrato in particolare inadeguatezze assistenziali inquadrabili in termini di imprudenza da parte del cardiochirurgo che ha eseguito il primo intervento, esprimendo riserve anche nella gestione post-operatoria della paziente.

E così si è arrivati alla decisione del pm di Padova, Federica Baccagliani, di iscrivere il primario, Giovanni Stellin, nel registro degli indagati.

Il Gip, Margherita Brunello, ha fissato l'udienza preliminare per il 30 maggio.
 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto