Gemellina morta durante l'intervento, «medico da processare»

TRIVIGNANO. La Procura della Repubblica di Padova ha chiesto il rinvio a giudizio di Giovanni Stellin il direttore del Centro di Cardiochirurgia pediatrica di Padova, dove il primo luglio 2016 fu operata Natalia Merlo, la bimba di Trivignano morta a tre mesi dall’intervento.
Aveva sei mesi a mezzo la piccola, affetta da cardiopatia congenita. E per quella morte, i genitori Jenny Marcuzzi e Alessandro Merlo, che hanno presentato un esposto alla magistratura, non hanno mai smesso di chiedere che sia fatta chiarezza. Il reato contestato è quello di Responsabilità colposa per morte in ambito sanitario in relazione all’omicidio colposo.
Il ricovero a Padova
Pesava un chilo e 677 grammi Natalia quando venne al mondo il primo marzo 2016 nel reparto di Neonatologia dell’ospedale di Udine, assieme ai due gemellini, un maschietto e una femminuccia. Erano nati con un cesareo alla trentacinquesima settimana: lievemente prematuri, ma stavano bene. Natalia era la più piccina, ma cresceva regolarmente.
Fino quando le fu riscontrato un problema cardiaco. Fu così che, su consiglio dei medici, i genitori di Natalia decisero di rivolgersi al centro di Padova per le patologie cardiache, per sottoporre la piccola a un intervento chirurgico, che presentava un rischio operatorio contenuto al 2 per cento. Ma all’uscita dalla sala operatoria la piccola è stata trasferita in Terapia intensiva e da lì non è più uscita fino alla morte, sopraggiunta il 26 settembre 2017. Vani i tentativi di salvarla attraverso una serie di interventi cui la bimba fu sottoposta nei tre mesi successivi.

L’avvio delle indagini
«La speranza era che non ci fosse alcun errore alla base della sofferenza della nostra piccola. Preferivamo pensare che quanto accaduto fosse inevitabile» hanno commentato i genitori, che non hanno mai manifestato risentimento verso i medici di Padova, ma hanno dato il consenso per effettuare il riscontro diagnostico e chiarire le cause della morte. Si sono rivolti al consulente Armando Zamparo, affidandosi allo Studio 3A per presentare l’esposto in Procura. Da qui l’avvio delle indagini.
La perizia
Fondamentale l’esito della perizia medico legale stesa dal professor Andrea Verzeletti e dal dottor Giancarlo Crupi, cui la Procura ha affidato l’incarico di effettuare l’autopsia. I due consulenti hanno espresso perplessità sui tempi scelti per la delicata operazione al cuore su una bimba di soli quatto mesi che era in buone condizioni di salute. Dalle consulenze tecniche d’ufficio sono emerse altre censure, in particolare sulle modalità in cui fu eseguito l’intervento chirurgico con riferimento sia alla gestione della circolazione extracorporea sia alla tecnica chirurgica impiegata».
Chiuse le indagini
Conclusioni che hanno indotto il pubblico ministero Federica Baccaglini alla chiusura delle indagini preliminari a formulare la richiesta di emissione del decreto che dispone il giudizio a carico del medico, «perché nella qualità di primo operatore nell’esecuzione dell’intervento cardiochirurgico del 1 luglio 2016 nei confronti della neonata affetta da cardiopatia congenita per imprudenza consistita nella scelta di procedere all’anastomosi (una sutura ndr) tra una vena cava superiore sinistra e atrio destro utilizzando un segmento di vena safena autologa di dimensioni ridotte causava alla paziente una trombosi venosa».
Il risarcimento
«Nonostante i continui solleciti, e pur a fronte di una consulenza medico legale inequivocabile, di un’iscrizione nel registro degli indagati del primario della Cardiochirurgia pediatrica e della richiesta di rinvio a giudizio, la compagnia assicurativa dell’Asl, Resolute management, non ha mai dimostrato alcuna concreta disponibilità di voler risarcire adeguatamente la famiglia della piccola – lamenta il presidente di Studio 3A Ermes Trovò –. Dopo aver perso in modo così tragico ed evitabile una figlia, penso che si possa e si debba risparmiare ai genitori di Natalia altre sofferenze. Credo che dopo quasi due anni, abbiano finalmente diritto ad avere delle risposte, in tutti i sensi».
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