Folla in duomo per l'ultimo saluto a Chiara, morta nell'auto uscita di strada. La sorella: veglia su di noi

Tolmezzo, don Alessio Geretti: «Avrei voluto accompagnarti all’altare come sposa». Fiori bianchi e rosa sul feretro portato a spalle anche dal cugino Doro Gjat
Tolmezzo 1 febbraio 2020. Funerale ragazza. © Foto Petrussi
Tolmezzo 1 febbraio 2020. Funerale ragazza. © Foto Petrussi

TOLMEZZO. «Avrei voluto accompagnarti dalle braccia dei tuoi genitori a quelle del tuo sposo». Lo ha ammesso  in duomo, a Tolmezzo, don Alessio Geretti ai funerali di Chiara Dorotea, la giovane che a soli 27 anni martedì 25 gennaio ha perso la vita in un incidente stradale a Premariacco.

Va fuori strada e si schianta sul ponte: muore a 27 anni andando al lavoro
Premariacco 28 Dicembre 2019. Incidente mortale ad Azzano. © Foto Petrussi.


Moltissimi tra amici e colleghi sono giunti a Tolmezzo per l’ultimo saluto al feretro di Chiara, portato a spalle in chiesa anche dal cugino Doro Gjat, accarezzata dal sole e da un luminoso cuscino di rose bianche e rosa.



Un’immensa folla, popolata di tantissimi giovani, ha riempito ogni spazio del duomo e del sagrato avvolgendo in un abbraccio la grande famiglia di Chiara e il fidanzato Francesco.

Ad attenderli c’era il parroco di Tolmezzo, monsignor Angelo Zanello, che ha invocato per la giovane, che si preparava a essere sposa, le porte del Paradiso e per tutti coloro che la piangono la forza della fede. Don Alessio si è rivolto a Chiara.

Il fidanzato: Chiara è morta il giorno dopo il nostro quarto anniversario

«Non avrei voluto – ha detto – e non avrei mai pensato di pronunciare per te queste parole, avrei pensato piuttosto di poterti accompagnare, con l’abito da sposa scelto con gusto e sognato da tempo, a un giorno incantevole dalle braccia dei tuoi genitori a quelle del tuo sposo.

Lo choc dei colleghi di Chiara Dorotea: «Viviamo queste ore in un’atmosfera irreale»

Avrei pensato di poterti vedere con un tuo bambino in braccio, a perderti con i tuoi occhi sempre spalancati di vita nei suoi occhi, pieni di dolcezza e futuro. Queste parole preferivo non doverle dire mai. D’altra parte cosa dovremmo fare adesso? Il tuo piglio deciso, schietto, la tua indole chiara ora non ci permette di restare bloccati, non sarebbe il modo giusto di onorarti e di accompagnarti».

Da sacerdote ha sentito il dovere di portare la voce di Cristo in tanti cuori, perché «sono le uniche parole – ha detto – che hanno il sovrumano potere di alleggerire il peso del peggiore tormento e illuminare persino il mistero della morte».

Monsignor Angelo Zanello ha spronato tutti a trovare rifugio nella fede. Ha poi letto una toccante lettera della sorella per Chiara: «Con te – sono le parole di Elisa – se ne va metà del mio cuore, eravamo una cosa unica. L’amore l’una per l’altra circondava da sempre le nostre vite ed eravamo inseparabili.

Una sorella tanto desiderata. Chiara, il tuo nome, che io avevo scelto per te e che tanto ti piaceva. Tu eri proprio così: chiara e trasparente, genuina, una luce nella mia vita, un’amica, una sorella, anima della mia anima, perché dove finivi tu iniziavo io.

“Sorelle, gemelle, amiche per la pelle”, la frase che ci dicevamo sempre intrecciando le nostre mani. Tu eri la vita, tu amavi la vita e lo dimostravi ogni giorno.

Eri grata per questo dono che mamma e papà ti avevano fatto. Siamo state cresciute così, con l’amore, la semplicità abbracciandoci sempre forte tutti e quattro. Eri sempre presente in ogni momento, in ogni mio passo o scelta, mi guidavi, quando non trovavo la strada, perché la mia razionalità aveva bisogno della tua spensieratezza per funzionare bene.

E poi la gioia più grande: i nostri bambini, sì nostri, perché eri una colonna della loro vita e li hai cresciuti insieme a me fino a oggi. Il piccolo Mattia, che adoravi, per lui sarai sempre la sua zia Iaia e la piccola Nora, che hai potuto vedere troppo poco. Ti amavano già tantissimo.

Dopotutto, avevano scelto te per far sentire i loro primi calcetti quando erano nella mia pancia. Racconterò loro di te, cercherò di mostrare loro il mondo come lo vedevi tu: bello da esplorare e da conoscere e porterò dentro di me tutti gli attimi meravigliosi che abbiamo vissuto insieme coi bambini, con Andrea (il tuo cognatino adorato), con Francesco (la tua perfetta metà) e con mamma e papà. Vola in alto, splendida Chiara, anima libera, fino alle stelle.

Da lì veglia sulla nostra famiglia e guida i miei bambini. Sarai per sempre nel mio cuore. La morte ti ha portata via da noi, ma non sconfiggerà mai il nostro amore».

«Il Signore – ha assicurato don Alessio– ha trascritto con caratteri d’oro questa lettera nella posta del cielo». —


 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto