Fiocco azzurro in casa Molmenti. Anche il terzo figlio ha il nome di un animale: si chiama Camillo Orso

PORDENONE. La favola continua, diventando sempre più bella. All’inizio c’erano due giovani innamorati. Tra loro si chiamavano lupo e volpe. Ora ci sono due sposi e tre figli. L’ultimo nato ha come primo nome Camillo e come secondo nome Orso. Si tratta del terzo figlio di Daniele ed Eleonora Molmenti, nato ieri, alle 6.30 del mattino.
«Mia moglie è provata ma molto felice. Mio figlio sta bene» ha detto l’olimpionico di Londra 2012 nel kayak slalom, oggi padre di una famiglia in continua crescita, in cui l’ultimo arrivato è proprio Camillo Orso. I suoi fratelli sono Martino Lupo, primogenito, di cinque anni, e Simone Falco, di tre. Tutti nomi scelti secondo una precisa e consolidata tradizione, nella famiglia Molmenti. Dove Daniele ed Eleonora, da giovani innamorati, si chiamavano tra loro rispettivamente lupo e volpe. Difficile non chiedersi il motivo di queste scelte, ispirate al mondo della natura.
Il nome dato all’ultimo nato si basa su due presupposti. «Eleonora desiderava per il nostro terzo figlio un nome collegato alla natura» ha ricordato Molmenti. L’altro criterio ispiratore l’ha trovato lui stesso. «Io desideravo che il nome fosse anche quello di un santo» ha detto l’olimpionico. Ben presto si è arrivati alla quadratura del cerchio, facendo combaciare le diverse aspettative.
Orso è anche il nome di un santo della Chiesa. Riassumendo, il nome ha una derivazione naturale e una religiosa. Perché «io credo al principio nomen omen» ha sottolineato Molmenti, spiegando come nel nome possa essere racchiuso un presagio, che anticipa un destino.
La stessa storia dell’olimpionico di Londra si è giocata spesso tra l’amore per la natura e l’adesione alla fede. La prima passione l’ha spinto da ragazzo a salire un giorno su un kayak per scendere i fiumi, fino a raggiungere i massimi vertici della disciplina, ottenendo risultati difficilmente eguagliabili. All’oro olimpico, si aggiungono il titolo di campione del mondo, una coppa di cristallo e alcuni titoli europei. Della sua fede, Molmenti non ha mai fatto mistero, essendo sempre stato devoto. Tra l’altro, il suo secondo nome è Cristoforo. Anche col passare del tempo, i suoi due numi tutelari non si sono appannati, continuando a indicargli la via.
Da innamorato, il fuoriclasse della pagaia si faceva chiamare lupo perché cercava la tranquillità sui monti, dove rigenerare se stesso, dopo i fasti dell’oro olimpico di Londra, che l’avevano esposto alla luce dei riflettori. Eleonora era chiamata volpe perché «bella e furba» , ha detto Molmenti. Come si vede, ogni tassello combacia, in una favola che è cominciata sotto i migliori auspici.
Oggi la famiglia vive a Porcia. «Abbiamo scelto una casa più grande» ha detto Molmenti, attualmente impegnato a condurre la Nazionale di canoa e di kayak slalom, scovando i futuri campioni che possano ereditare il suo prestigioso scettro. Ma sicuramente altrettanto pronto a ritagliarsi tutto il tempo necessario per crescere al meglio i suoi figli. Per conoscere il seguito della favola ora bisognerebbe chiedersi se ci sarà un prossimo figlio o magari una figlia e quale nome avrà. Il padre, al momento, preferisce non sbilanciarsi.
Come si vede, le incognite per il futuro non mancano. Ma una cosa è certa: tutti i componenti della sempre più ampia famiglia Molmenti vivranno felici e contenti.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto