Famiglia avvelenata dal tallio: analisi sui condizionatori d’aria
Giovedì 12 ottobre i carabinieri sono tornati nella casa-vacanza di Varmo e hanno prelevato i filtri di due macchinari. I parenti di Patrizia e Giovanni Battista Del Zotto, morti il 2 ottobre dopo la contaminazione, hanno riferito che gli impianti erano stati accesi continuamente in agosto.

Varmo 2 Ottobre 2017. Morti sospette nella frazione di Santa Marizza. © Petrussi Foto Press
Varmo. Avvalenati dal tallio, cosa sappiamo fino ad ora
VARMO. Per fare luce sul misterioso avvelenamento da tallio che ha colpito una famiglia originaria di Varmo e ha causato due morti saranno analizzati anche i filtri del condizionatore d’aria e del deumidificatore che si trovano nella casa della frazione di Santa Marizza.
Giovedì 12 ottobre i carabinieri della Compagnia di Latisana e gli addetti dell’Azienda sanitaria sono tornati nella villa di via Thanner e hanno prelevato i filtri di due macchinari. I parenti di Patrizia e Giovanni Battista Del Zotto, deceduti il 2 ottobre dopo la contaminazione, hanno riferito infatti che gli impianti erano stati accesi continuamente in agosto.
Quella di ieri è l’ultima acquisizione di reperti da analizzare dopo i numerosi campionamenti già effettuati la scorsa settimana sia in Friuli, sia nella residenza di Nova Milanese (in provincia di Monza) dove da tempo abitano i Del Zotto.
Gli investigatori hanno già prelevato l’acqua che è risultata non contaminata. Di tutti gli altri test, invece, non si conoscono ancora i risultati. I tecnici di laboratorio ci stanno ancora lavorando. Erano stati prelevati campioni di cibi aperti trovati nelle dispense a Varmo e a Nova Milanese, materiali biologici (in particolare escrementi di topo e di piccione perchè una delle prime teorie faceva riferimento a possibili esalazioni di tallio da tali deiezioni), nonchè bustine di topicida (prodotto che un tempo veniva realizzato usando appunto il tallio, prima che il pericoloso veleno venisse messo al bando dall’Unione europea).
L’ipotesi relativa a un’eventuale diffusione di tallio nell’aria non è ritenuta una delle più probabili dagli investigatori. Tuttavia le indagini – portate avanti dai carabinieri della Compagnia di Desio, guidata dal capitano Mansueto Cosentino e dai colleghi di Latisana ai comandi del maggiore Filippo Sautto – vengono svolte ancora a trecentossessanta gradi.
L’unica certezza, come detto, è che l’avvelenamento non è avvenuto “per colpa” dell’acqua. Mentre tutto il resto è ancora da appurare e bisogna necessariamente procedere per esclusione e con pazienza. Ecco perchè gli inquirenti non trascurano nemmeno il condizionatore d’aria che, tra l’altro, se avesse avuto un qualche ruolo nella diffusione del tallio in casa, potrebbe anche spiegare la contaminazione di ben sei persone. Oltre a Patrizia Del Zotto, 62 anni e a suo padre Giovanni Battista, 94, hanno manifestato sintomi da avvelenamento anche l’anziana madre Gioia Maria Pittana, 87 anni, tuttora ricoverata in condizioni serie, nonchè la sorella di Patrizia, Laura, 58 anni e anche il marito della stessa Patrizia, Enrico Ronchi, 64, e la badante, Serafina Pogliano, 49.
L’ipotesi più accreditata dagli investigatori è quella di una contaminazione accidentale di qualche cibo. Per questo gli esperti di analisi chimiche cercheranno tracce di tallio in patate (che al momento sono le principali “sospettate”), farine, cereali, verdure e in altri prodotti aperti che erano conservati nel frigorifero e negli armadietti della cucina.
Il pm Vincenzo Nicolini della Procura di Monza ha aperto un fascicolo contro ignoti nel quale si ipotizza il reato di omicidio colposo.
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