Fallite Germacar camion e Lisetto costruzioni

Pordenone, la prima aveva 14 dipendenti, la seconda nove. Nel 2015 già 50 le aziende costrette ad alzare bandiera bianca
FOTO MISSINATO PORDENONE 24.03.03 ATTENTATO ALLA PROCURA DI PN
FOTO MISSINATO PORDENONE 24.03.03 ATTENTATO ALLA PROCURA DI PN

PORDENONE. Altri due fallimenti decretati dal tribunale di Pordenone, sono rispettivamente i numeri 49 e 50 dell’anno solare 2015. E si tratta di sentenze “pesanti”, perché riguardano due aziende storiche della Destra Tagliamento.

Il primo caso è quello della Germacar di Sergio Cesaro spa in liquidazione, con sede legale a Pordenone in via Prasecco, facente parte del noto gruppo automobilistico, già concessionario Mercedes, attivo nel settore della commercializzazione e vendita di camion.

La società un paio di settimane fa aveva formalizzato la richiesta di concordato preventivo, presentando l’11 giugno un piano che in pochi giorni è stato dichiarato inammissibile per la mancanza dei requisiti richiesti.

Attualmente, infatti, la spa in liquidazione è titolare di un immobile in leasing e di 120 autocarri, per un valore in sede fallimentare di circa 550 mila euro.

Difficile, dunque, mettere d’accordo i 14 dipendenti licenziati a settembre, creditori privilegiati per una somma che si aggira sui 750 mila euro, cui si aggiungono gli altri 6 milioni di passivo ripartiti tra fisco e banche.

Il curatore fallimentare, Maurizio Democrito, sta valutando le possibilità di trovare un acquirente in grado di rilevare e proseguire l’attività, anche perché con la chiusura di questa azienda non rimarrebbe alcuna concessionaria di camion Mercedes in regione. Il giudice delegato è Francesco Pedoja, adunanza dei creditori stabilita per il 14 ottobre.

Il secondo fallimento è quello della Lisetto costruzioni srl, impresa di scavi, movimento terra, lavori edili stradali e in genere, con sede a Sacile.

La società alla fine di gennaio aveva richiesto l’ammissione al concordato preventivo con riserva, ottenendo dal giudice delegato Francesco Petrucco Toffolo la concessione dei termini, entro i quali però non è stato possibile presentare un piano soddisfacente per i creditori.

Nove i dipendenti in forza alla ditta, che proprio per limitare l’impatto sociale sull’economia locale e conservare il suo residuo valore, aveva concluso un contratto di affitto di ramo d’azienda con un’altra società solvibile nell’ottica di consentire il reimpiego di parte dei propri addetti.

Ma non è stato raggiunto l’obiettivo del pagamento dei debiti attraverso la cessione di beni e il realizzo dei crediti. Il curatore nominato è Laura Battistuzzi, adunanza dei creditori per la verifica del passivo fissata il 27 ottobre 2015.

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