Eluana, papà Beppinorespinge le accuse

Sul tavolo del procuratore della Repubblica di Udine, Antonio Biancardi c’era un tomo alto almeno tre centimetri. Circa duecento pagine, qua e là già “marcate” con post-it color rosa. «È la memoria difensiva fattami recapitare dai difensori di Beppino Englaro – ha detto il capo della Procura, sfogliandola – Le mie decisioni sull’inchiesta per la morte di Eluana dipendono da quello che c’è scritto qua dentro e dall’esito delle due perizie che ho disposto».
di Luana De Francisco


UDINE.
Sul tavolo del procuratore della Repubblica di Udine, Antonio Biancardi, ieri mattina, c’era un tomo alto almeno tre centimetri. Circa duecento pagine, qua e là già “marcate” con post-it color rosa. «É la memoria difensiva fattami recapitare dai difensori di Beppino Englaro – ha detto il capo della Procura, sfogliandola –. Le mie decisioni sull’inchiesta per la morte di Eluana dipendono da quello che c’è scritto qua dentro e dall’esito delle due perizie che ho disposto».In linea del tutto teorica, le riserve del procuratore potrebbero essere sciolte tra meno di un mese. I termini per il deposito delle perizie, infatti, scadranno il 9 aprile.


«Ma non escludo – precisa Biancardi – che per il completamento delle consulenze venga chiesta una proroga». Da una parte, si attendono i risultati dell’autopsia e degli altri esami correlati, tra cui quelli tossicologici e istologici, che il procuratore ha affidato a un “super-pool” di esperti formato dal medico legale udinese Carlo Moreschi, il collega padovano Daniele Rodriguez e il chimico di Macerata Rino Froldi. Dall’altro, nella valutazione finale si terrà conto anche della consulenza sul rispetto del protocollo, della quale lo stesso Biancardi ha incaricato i professori Facco, di Padova, e Zanette.


«Ho cominciato a esaminare la memoria dei difensori questa mattina stessa – ha detto il procuratore –, ma molto dipenderà anche dai risultati dell’esame autoptico e dalla verifica della procedura seguita alla Quiete per sospendere l’idratazione e la nutrizione a Eluana Englaro: si tratta di capire se è avvenuto tutto secondo i criteri dettati dalla Corte d’appello di Milano».


Ed è proprio dalle dispozioni contenute nel decreto depositato il 9 luglio 2008 che, a quanto si è appreso, parte il lungo “dossier” degli avvocati Vittorio Angiolini, del foro di Milano, e Giuseppe Campeis, entrambi difensori di fiducia di Beppino Englaro, padre di Eluana, la donna che il 9 febbraio scorso, nella casa di riposo “La Quiete”, ha cessato di vivere dopo 17 anni di stato vegetativo permanente e, il solo Campeis, anche di tutti gli altri indagati per concorso in omicidio volontario, il primario Amato De Monte e gli altri dodici componenti dell’equipe medica che ha attuato il protocollo della Corte d’appello.


«Ci sono tutte le sentenze sul caso Eluana – precisa Biancardi –, da quelle della Cassazione e della Corte d’appello di Milano a quella del Tar della Lombardia». E con ogni probabilità c’è anche, ribadito e sottolineato, il ruolo di tutore assunto da papà Beppino nella vicenda della figlia. Lo stesso ruolo ricordato nei giorni scorsi dal Gip del tribunale di Udine, Paolo Lauteri, nelle motivazioni con le quali ha disposto l’archiviazione del procedimento sulle fotografie scattate a Eluana l’8 febbraio alla Quiete e che vedeva De Monte, l’infermiera Cinzia Gori, la giornalista Marinella Chirico e il fotografo Francesco Bruni indagati per “inosservanza dei provvedimenti dell’autorità”. Se lui, che era il titolare dell’interesse della figlia, non ha impedito che venissero scattate foto al suo corpo, aveva ricordato il giudice, «significa che ha scelto liberamente di agire in tal modo».
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