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Pordenone, vittima dei bulli a scuola. Lesioni a schiena e talloni, salva soltanto grazie a una persiana lasciata aperta dal vicino

PORDENONE. Esasperata dai bulli a scuola, una dodicenne del Pordenonese ha deciso di farla finita e si è lanciata dalla finestra della sua cameretta, al secondo piano. Mesi di angherie le risuonavano in testa, procurandole una sofferenza troppo grande.

Piccoli dispetti, quaderni che sparivano, scherzi telefonici anonimi. Tanto che a scuola non andava più così volentieri, accampando a volte piccoli malesseri. Un disagio che ha espresso in due lettere d’addio, scritte otto giorni prima e trovate in un cassetto della sua scrivania.

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Ma di quel dolore, in casa e a scuola, è trapelato poco, se non in qualche confidenza alle amiche sui social o accenno alla mamma.

Ieri mattina avrebbe dovuto ritornare in classe, dopo un’assenza di una settimana per una bronchite. La mamma ha bussato alla sua porta, intorno alle 7, per farle l’aerosol.

Nel riquadro della finestra aperta ha visto come un’ombra, si è precipitata al balcone: la figlia giaceva a terra, sul selciato del cortile interno. Fortunatamente la persiana del vicino del piano di sotto ha frenato la caduta dell’adolescente a due metri dall’impatto con il suolo.

La piccola è atterrata sul selciato in piedi, procurandosi lo schiacciamento delle vertebre lombari e dorsali e la frattura dei talloni, ma è sempre rimasta cosciente.

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In una manciata di secondi la madre si è precipitata giù dalle scale, gridando aiuto.

«Ho sentito la voce della signora del piano di sopra – ha raccontato il vicino del primo piano – che urlava e chiedeva aiuto. Mi sono precipitato su, ma la porta dell’abitazione era aperta e dentro non c'era nessuno. A quel punto sono sceso di nuovo al piano terra e ho udito ancora la richiesta pressante di aiuto. Mi sono affacciato alla finestra e ho visto la ragazzina stesa nel prato e la madre che la sorreggeva, mi ha chiesto di telefonare al 118. Muoveva ancora le gambe».

Mentre aspettavano l’ambulanza, la ragazzina si è rivolta alla madre.

«Era lucida – ha riferito il primo soccorritore – anche se dopo una botta del genere pure frastornata. Ha usato parole che non mi sarei immaginato di udire da una dodicenne e soprattutto in frangenti così delicati».

La piccola ha fatto in tempo a mormorare di aver voluto «gridare al mondo il suo stato d’animo, la sera precedente», ma non di esserci riuscita, poi si è aperta anche con gli infermieri all’ospedale.

Subito la ragazzina è stata soccorsa e ricoverata al reparto di rianimazione e terapia intensiva dell’ospedale di Pordenone. I suoi genitori non si sono mai separati da lei. Il papà, che era al lavoro, è accorso al Santa Maria degli Angeli.

«Abbiamo bisogno di tranquillità, mia figlia ha già sofferto abbastanza»: la madre, nel suo composto dolore, non dice altro. Il padre stringe in mano uno zainetto. Seguono il letto d’ospedale in cui è adagiata la loro bambina, nelle peregrinazioni fra un esame diagnostico e l’altro, prima del trasferimento all’unità spinale di Udine.

La prognosi per la piccola è di 45 giorni. Per fortuna sono state escluse lesioni neurologiche, ma quelle riportate ai corpi vertebrali richiedono la valutazione di uno specialista. La bimba è stata trasferita con l’elicottero del 118, per evitare ogni possibile trauma.

Ora gli inquirenti cercano di ricostruire i retroscena del gesto estremo compiuto dalla piccola, maturato, secondo quanto lei stessa ha denunciato nelle lettere e in alcuni messaggi alle amiche, in un contesto di reiterati episodi di bullismo subiti in classe.

Da quanto si è appreso l’adolescente si sarebbe rivolta allo sportello di consulenza psicologica della scuola, ma non avrebbe riferito fatti di rilievo. In particolare la giovane avrebbe scritto un bigliettino, lo scorso settembre, in cui lamentava di aver subito il lancio di oggetti da parte di alcuni compagni di classe.

La Procura dei minorenni di Trieste ha disposto il sequestro dei cellulari e tablet dell’adolescente per verificare se vi siano tracce di un elemento scatenante dietro il gesto della piccola e la ascolterà, forse già oggi, in audizione protetta, per chiarire le circostanze della vicenda.

«Non c’era nessun segnale che lasciasse presagire quanto accaduto, siamo sconvolti», ha detto la dirigente della scuola media frequentata dalla ragazzina. Scossi e increduli anche i compagni di classe della dodicenne, informati all’uscita di scuola.

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