Dall’intuizione di De Michelis ai difficili rapporti con chi è al potere: la storia del Mittelfest, la kermesse delle polemiche

La tradizione della Mitteleuropa potè rinascere in qualche modo in riva al Natisone dalle ceneri della cortina di ferro, che lì era stata pesantissima, proponendo la vetrina di una cultura libera, senza barriere, appunto senza più muri, come capirono i Governi d’Italia, Austria, Jugoslavia e Ungheria, che già nel 1990 crearono la cosiddetta Quadrangolare, poi negli anni allargata a 19 nazioni dando vita a “Iniziativa centro europea”
Cividale 12 Luglio 2019. Inaugurazione Mittelfest 2019. © Foto Petrussi
Cividale 12 Luglio 2019. Inaugurazione Mittelfest 2019. © Foto Petrussi

«Sarà un Mittelsorriso», annunciò il regista ceco Jiri Menzel, direttore artistico del festival cividalese nel 1993, a due anni dalla sua nascita. Nel fervore per una creatura che si stava sviluppando sotto i migliori auspici, coccolata e accudita, Menzel si spinse anche oltre annunciando come tema della manifestazione un sorprendente “Sorrisi di una notte d’estate” perché, aggiunse, «la gente adesso ha davvero bisogno di essere allegra».

Era l’epoca degli abbracci, delle pacche sulle spalle, dell’ottimismo di fronte a un mondo che ricomponeva i suoi pezzi mentre attorno venivano giù piccoli e grandi muri, a cominciare da quello di Berlino. Dappertutto si stava picconando e non a caso il presidente della Repubblica Francesco Cossiga, passato alle cronache politiche italiane come “il picconatore”, volle assistere all’inaugurazione del primo Mittelfest, nel 1991, assieme a tanti altri capi di Stato, per dare enfasi all’appuntamento.



Fu una sorta di vertice che assumeva un forte significato simbolico per auspicare che una nuova Europa potesse sbocciare grazie anche a un festival teatrale e culturale che inevitabilmente, proprio per la sua natura delineata fin dai primi passi, ha sempre fatto i conti con l’aria politica del momento, andando in scena in un’area pur sempre strategica e sottoposta a tensioni di ogni tipo. La cosa si ripete anche adesso, estate 2019, quando spira piuttosto un vento contrario rispetto allo spirito originario immaginato da un disinvolto creativo com’era il ministro degli Esteri di allora Gianni De Michelis, un protagonista che voleva esprimersi attraverso ogni forma spettacolare. Il socialista dal capello lungo mise subito gli occhi su Cividale, con buon intuito va detto, quando decise di organizzare l’evento in cui far esprimere un universo prima dilaniato per decenni da guerre e contrasti feroci.

L’ira di Fedriga contro Mittelfest: «Festival politico, Pašovic se ne vada»
Cividale del Friuli, 11-07-2019 - MITTELFEST 2019 - INAUGURAZIONE DI MITTELFEST 2019 - #Leadership - Intervengono il presidente Rossi, il direttore Pasovic, il sindaco di Cividale Balloch - intervento della Pressburger Klezmer band - Foto © 2019 Luca A. d'Agostino / Phocus Agency


La tradizione della Mitteleuropa potè rinascere in qualche modo in riva al Natisone dalle ceneri della cortina di ferro, che lì era stata pesantissima, proponendo la vetrina di una cultura libera, senza barriere, appunto senza più muri, come capirono i Governi d’Italia, Austria, Jugoslavia e Ungheria, che già nel 1990 crearono la cosiddetta Quadrangolare, poi negli anni allargata a 19 nazioni dando vita a “Iniziativa centro europea”. Da lì scaturì pure il festival cividalese che nel tempo ha ospitato grandi protagonisti in una galleria prestigiosa, comprendente per esempio Pina Bausch, Mikhail Baryshnikov, Isabelle Huppert, Giya Kancheli e Natalia Gutman, oppure scrittori come George Tabori, Giorgio Pressburger, Claudio Magris, Carlo Ginzburg, Tadeusz Bradecky, Peter Esterhazy, Biljana Sbrljanovic, Peter Handke, Jerzy Stuhr e molti ancora.

Non è banale citarli, pur in sintesi, per far capire il senso di un percorso affascinante e complesso in quanto ha sempre dovuto misurarsi con la sensibilità volubile del pubblico e con gli umori dei potenti di turno. I dubbi maggiori sulle modalità del Mittelfest sono venuti spesso dalla Lega, e non da oggi. Ci furono per esempio le dimissioni dell’attuale sindaco di Udine, Pietro Fontanini, quando da presidente della Provincia lasciò il Cda del Festival.

Problema che si ripresenta ora in forma più clamorosa per il tipo di polemica e il fatto che coinvolge direttamente la Regione, ente che è da sempre il principale finanziatore della manifestazione. Aspettando gli sviluppi, in situazioni come questa forse si può intanto rileggere il drammaturgo Vaclav Havel che, a muri abbattuti e dopo anni di carcere, divenne presidente della Repubblica Ceca. Arrivò un anno al Mittelfest per spiegare cosa sia il «potere dei senza potere». E fu una serata magica.

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