Dalla Cina con amore... per Udine e il Fogolâr Furlan

Da Fujian, provincia del Sud-est della Cina, era arrivato a Udine per frequentare l’Ateneo friulano, si era laureato due anni fa ed era ripartito per la sua terra, dove tutt’ora lavora per un’azienda friulana. Ma Udine e il Friuli gli mancavano così tanto che a Shanghai si è iscritto al Fogolâr Furlan.
Qihua Yu, 28 anni, è stato il primo ragazzo di nazionalità cinese che ha conseguito la laurea a Udine grazie al progetto "Programma Marco Polo" in “Scienze e tecniche del turismo culturale” e già durante il periodo universitario, per mantenersi, lavorava per un’azienda locale che lo ha poi assunto come responsabile commerciale in Cina. Ritornato in città per un viaggio di lavoro a distanza di due anni, il ragazzo, emozionantissimo, ha raccontato di soffrire molto la lontananza dall’Italia. «Udine mi manca come un tempo, quando studiavo qui, mi mancava la Cina – racconta –; è la mia seconda casa e mi sento più emozionato ora che ho rivisto i miei amici friulani rispetto a quando ritornai a casa dopo gli studi. Qihua Yu si era trasferito nel 2008 a Udine grazie a una borsa di studio, aveva vissuto alla casa dello studente e qui si era costruito una bella rete di amicizie, aveva trovato un ambiente familiare e una città tranquilla, pulita e a misura d’uomo. Ma il motivo per cui tra tante città italiane aveva scelto proprio Udine è la sua posizione, equidistante dal mare e dalla montagna: «mi mancano molto le spiagge, ma soprattutto i monti afferma il giovane, che confessa siano Tarvisio e Valbruna i posti che più lo hanno incantato. Ovviamente, del Friuli gli mancano anche il cibo, come il prosciutto di San Daniele e il vino di Cormòns, prodotti che anche se in Cina si possono trovare, non hanno di certo lo stesso sapore, e, ancora, la cultura e così ha deciso di entrare a far parte del Fogolâr Furlan.
«È un modo per mantenere un legame con questa terra, tenersi vicini alla cultura e non perdere la lingua», ma anche per scambiare quattro chiacchiere e, magari, fare amicizia con qualche altro friulano condividendo esperienze e ricordi. Anche perché, Qihua Yu i ponti con l’Italia e il Friuli non li vuole proprio tagliare: «un giorno mi piacerebbe tornare se ci fosse l’opportunità di un lavoro; in fondo, mi sento anche io un po’ figlio del Friuli».
Giulia Zanello
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