Coro trash, la voce di Ado Scaini

PORDENONE. Il gruppo di tifosi del Pordenone calcio protagonisti dei cori che negli ultimi giorni sono finiti al centro dell’attenzione mediatica, di certo non avrebbe mai immaginato di diventare, suo malgrado, un “caso” che avrebbe addirittura messo ancora una volta alla berlina l’immagine della città in tutto il Paese.
A oggi, i contatti sulla pagina Facebook “Calciatori Brutti” nella quale sono state postate le immagini dei cori, hanno già superato la quota 450 mila, un numero molto elevato al quale si accompagna un altrettanto cospicuo gruppo di condivisioni, a dimostrazione di come la cosa abbia assunto proporzioni di livello nazionale.
Alle condivisioni fanno da contraltare una serie di pareri negativi o addirittura denigratori, in parte condivisi anche da una parte della città.
Molto chiaro, in questo senso, e in controtendenza con l’opinione più comune è il pensiero di Ado Scaini, pordenonese doc, fondatore (insieme a Willy Gibson, Radar e Silence) di una della band più innovative e provocatorie della scena rock - punk italiana di fine anni ‘70 (i Tampax), nonché attivo in ambito musicale con un’agenzia che organizza concerti a livello nazionale ed internazionale.
Scaini, da tifoso del Pordenone, faceva parte del gruppo di persone che ha cantato i cori oggi sulla bocca di tutti e sulla questione ha affermato con pacatezza: « Si è trattato di una cosa divertente che è nata spontaneamente, prendendo spunto da un coro che circa una decina di anni fa usavano i “Naonian Army” (ma che, a proposito di primogenitura, era stato mutuato dalla tifoseria del Verona, particolare che non tutti conoscono, ndr). Direi che va considerata l’ironia della cosa, la semplicità e la naturalezza con cui è nata ed è stata fatta. Proprio questi aspetti sono quelli che hanno maggiormente colpito, in senso positivo naturalmente, perché la spontaneità viene apprezzata più di qualunque elaborazione finta. Da questo punto di vista – ha proseguito Scaini – è da sottolineare lo spirito goliardico attraverso cui si è arrivati a quel coro, un’aspetto in assoluto contrasto con la prassi del tifo organizzato, che spesso i cori li prepara e li studia a tavolino prima di ogni partita».
Proprio l’aspetto della spontaneità e dello spirito goliardico sono in realtà stati l’essenza di un atto di puro divertimento che, a dirla tutta dovrebbe essere sempre caratteristico del tifo “sano”.
Lo sfottò, l’ironia, la facoltà di saper anche sorridere di sè stessi sono aspetti di colore rispetto ai quali, come afferma lo stesso Scaini, è difficile esprimere giudizi negativi: «In quell’occasione i tifosi della squadra avversaria ci guardavano straniti e non capivano come mai ci divertissimo tanto in una situazione di assoluta tranquillità e ironia con la nostra squadra che stava pure perdendo la partita. Io dico che a Pordenone riusciamo ad essere unici e diversi anche nelle situazioni più imprevedibili. Ho amici in tutta Italia – conclude Scaini – e in molti mi hanno scritto commenti positivi, come del resto è evidente anche dal’alto numero di condivisioni che il video ha avuto su un sito sul quale transitano tantissimi contatti. Infine, l’unica cosa che conta, è dire sempre “Forza Ramarri!”».
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