Cordoglio e commozione ad Azzano e Zoppola

Ci sono persone la cui esistenza, nonostante la giovane età, appare ben definita e strutturata, indirizzata lungo una linea che ha tutte le caratteristiche per condurre all’appagamento dei propri sogni più profondi. Era questo il caso della famiglia Barka: Mohamed, Ghitta, la piccola Houda. Due ragazzi poco più che ventenni, di origini marocchine, ma cresciuti in Italia, che avevano deciso di dare forma presto ai propri sogni, il prima possibile, perché la vita è una e, quando si ha la certezza di avere accanto a sé la persona giusta, allora è meglio non perdere tempo. Succede poi che la vita scelga una sera d’autunno per porre fine a tutto: a quanto era già stato costruito, a quanto stava per essere costruito, al futuro.
Difficile da accettare, non soltanto per i parenti e gli amici dei due giovani, ma anche per l’anziana che, dal primo settembre, ha affittato il piano inferiore della propria casa, in via Armentera a Tiezzo, alla famiglia Barka. Una famiglia che ora non c’è più, e Maria Cappelletto ancora non ci crede. La signora ha appreso la notizia la mattina, ma il sentore che fosse accaduto qualcosa dice di averlo avuto anche prima di sapere della tragedia. «Di solito, prima di andare a dormire, i ragazzi spengono l’impianto di riscaldamento e io, quando mi sveglio la mattina, lo accendo. Stamani funzionava, mi sono chiesta se fosse successo qualcosa».
Era successa una di quelle cose che le parole non hanno quasi mai la capacità di spiegare, neanche per chi, come Maria, ha 86 anni e in vita sua ne ha viste tante. Racconta, la proprietaria di casa, di una coppia molto unita: lui sino a un mese fa lavorava come verniciatore in una fabbrica di Prata, poi è rimasto senza occupazione, lei seguiva la piccola Houda e la casa. «Alla piccola Houda dicevo sempre che era bellissima, perché lo era davvero. Ed era anche graziosa e gentile, era un piacere vederla giocare in giardino». Houda, Maria l’ha vista l’ultima volta l’altro pomeriggio, poco prima di incontrare Mohamed.
Sabato i giovani avevano ricevuto la visita dei genitori di Mohamed, Omar e Seddikia, oltre che del fratello più piccolo del ragazzo, Amine. La famiglia vive a Poincicco di Zoppola: questo martedì a casa non c’era nessuno. Erano in ospedale, accanto al figlio, le cui ferite al fisico rappresentano un dolore infinitamente più lieve rispetto a quello per le vite che erano parte della sua esistenza e che sono state spezzate per sempre. Il suo sogno di amore con Ghitta è durato poco, troppo poco per due ragazzi che avevano deciso di unire i loro percorsi per dar vita a un unico destino.
Due comunità, quelle di Azzano Decimo e Zoppola (dove vivono i genitori di Mohamed Barka), sconvolte da una tragedia difficile da comprendere. I sindaci dei due Comuni, l’azzanese Marco Putto e la zoppolana Francesca Papais, questo martedì hanno voluto esprimere il dolore delle rispettive collettività e la vicinanza alle famiglie travolte da un dolore immane. «A nome della comunità di Azzano Decimo – ha detto Putto – voglio esprimere il mio cordoglio alle persone che devono fare i conti con questi lutti immensi. Attendiamo di conoscere le cause della tragedia, che ha sconvolto l’esistenza di tante persone».
Papais si unisce al pensiero del sindaco di Azzano Decimo. «E’ impossibile non avvertire un brivido lungo la schiena quando si apprendono notizie simili – ha affermato la prima cittadina di Zoppola –. Siamo vicini a chi voleva bene a Ghitta e a Houda, a Mohamed, che dovrà trovare dentro di sé tutta la forza per riuscire ad andare avanti. Purtroppo molte volte i fatti della vita lasciano senza parole: questo è una di quelle situazioni»
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