Contagi, trasporti, elezioni: i genitori pretendono risposte sulla riapertura delle scuole. «Ora basta ipotesi»

Alla Regione chiedono certezze sulla gestione dei contagi E i contrari alla mascherina dovranno rassegnarsi: si applicano le norme statali
Studenti di nuovo in classe nelle scuole professionali di Padova e provincia per preparare gli esami di qualifica e di diploma. All'Enaip di Conselve (corsi per meccanici e servizi commerciali delle vendite) gli alunni hanno seguito le lezioni con la mascherina, seduti dietro a banchi distanziati, 10 giugno 2020..ANSA/NICOLA FOSSELLA
Studenti di nuovo in classe nelle scuole professionali di Padova e provincia per preparare gli esami di qualifica e di diploma. All'Enaip di Conselve (corsi per meccanici e servizi commerciali delle vendite) gli alunni hanno seguito le lezioni con la mascherina, seduti dietro a banchi distanziati, 10 giugno 2020..ANSA/NICOLA FOSSELLA

UDINE. Devono arrendersi: sull’utilizzo della mascherina a scuola la Regione dovrà obbligatoriamente uniformarsi a quanto previsto a livello ministeriale. Ma si battono per avere indicazioni definitive su tutta un serie di temi: dal trasporto al personale docente e Ata, dalla prevenzione sanitaria nelle scuole fino alla gestione dei casi positivi al coronavirus.

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Così i genitori, che in questi mesi complicati hanno dovuto gestire figli immersi nella didattica a distanza, hanno deciso di non tacere più sul rientro a scuola, sempre più vicino e quanto mai confuso. Per questo si sono rivolti alla Regione con richieste puntuali sul nuovo anno scolastico, ancora indefinito nella sua ripartenza.

Ad esporsi, questa volta, è il movimento “Priorità alla scuola” (Pas), che nasce a marzo in tutto il territorio nazionale allo scopo di unire le varie componenti scolastiche nella richiesta di mettere al centro dell’attenzione politica la scuola.

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Pochi giorni fa il coordinamento regionale ha inviato un messaggio al presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e a tutti gli amministratori locali. Lo scopo? Genitori, ma anche insegnanti, vogliono ottenere indicazioni definitive sulle questioni ancora irrisolte.

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Studenti di nuovo in classe nelle scuole professionali di Padova e provincia per preparare gli esami di qualifica e di diploma. All'Enaip di Conselve (corsi per meccanici e servizi commerciali delle vendite) gli alunni hanno seguito le lezioni con la mascherina, seduti dietro a banchi distanziati, 10 giugno 2020. ANSA/NICOLA FOSSELLA

Hanno chiesto chiarezza sulla gestione dei contagi («Qual è l’interpretazione dei protocolli sanitari nel caso di insorgenza durante l’orario scolastico di sintomi compatibili con il Covid, chi ne sarà responsabile e chi lo gestirà?»), sul personale («Di quanto è stato aumentato il personale docente e Ata in proporzione agli studenti iscritti e al netto dei pensionamenti?«), sui trasporti («È stato realizzato un piano straordinario per garantire un trasporto ordinato e in sicurezza?») e sulle elezioni («È stata presa in considerazione la possibilità di realizzare il referendum in sedi diverse da quelle scolastiche?»).

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«Arrivati a venti giorni dall’inizio, esistono le risposte ai fabbisogni di studenti, genitori e insegnanti? Abbiamo sentito tutto e il contrario di tutto, ora è il momento delle risposte: chiare, pubbliche e fornite da chi ne ha la competenza e responsabilità» precisano dal coordinamento regionale Pas Fvg.

Ha espresso la sua perplessità anche un gruppo di genitori della provincia di Udine, che ha scritto al vicepresidente della Regione, con in mano la delegata alla Salute, Riccardo Riccardi. L’argomento che scotta è l’uso della mascherina in classe.

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MARIAN -AGENZIA BIANCHI-PADOVA -GENTE IN TRAM E BUS

«Immaginare bambini e ragazzi imbavagliati e impossibilitati a vedere il viso dei loro compagni di classe per 5-8 ore al giorno, ci fa dubitare che la scuola possa essere per loro un'esperienza positivamente formativa, piuttosto che traumaticamente negativa» affermava la portavoce, Silvia Bonfietti.

L’assessore alla Salute non ha tardato a replicare. «La Regione sta lavorando al Protocollo per la ripresa delle attività scolastiche in modo da offrire il miglior compromesso tra il benessere psichico degli alunni e la salute e sicurezza – ha sottolineato Riccardi nella risposta –. La cornice in cui l’istituzione si muove ha però delle limitanti extra-regionali che verranno definite dal Comitato tecnico-scientifico a livello nazionale nei prossimi giorni, con i dati epidemiologici alla mano per verificare l’andamento dei contagi: pertanto ora non è possibile rispondere affermativamente alla vostra proposta.

La linea guida regionale in materia dovrà obbligatoriamente uniformarsi a quanto previsto a livello ministeriale e non potrà scendere al di sotto dei livelli di precauzione fissati» direttamente da Roma. —


 

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