Alunni, docenti e bidelli, pronte le linee guida per i contagiati a scuola: ecco cosa fare

Gli studenti con sintomi verranno isolati in attesa di effettuare il tampone. Gli istituti dovranno nominare un referente per i casi sospetti di coronavirus

UDINE. Istituto superiore della sanità, ministero della Salute, dicastero dell’Istruzione e Inail hanno definito, nei dettagli, i protocolli da utilizzare nel caso in cui un alunno, oppure un componente del personale scolastico, risulti essere un possibile sospetto di contagio da Covid-19.

Mentre da una parte, infatti, si discute molto su come garantire la sicurezza di studenti e dipendenti – per quanto siano le stesse istituzioni a sottolineare che i rischi si possono ridurre, ma non annullare –, particolarmente delicata risulta essere la gestione dei casi, anzi dei semplici dubbi, di contagio a scuola.

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Da qui, quindi, la definizione di linee guida che saranno valide in tutta Italia – a meno che i singoli governatori non decidano di “sfidare” Roma – con l’obiettivo, appunto, di ridurre al minimo i rischi di nascita di focolai di contagio all’interno degli istituti.

Una delle novità principali è quella che porta il Governo a chiedere l’identificazione di un referente, e relativo sostituto, per ogni scuola – a meno che non sia il preside stesso – che possa svolgere un ruolo di interfaccia con il Dipartimento di prevenzione e sia in grado di creare una rete con le figure analoghe nelle scuole del territorio.

GLI ESAMI SUL PERSONALE SCOLASTICO - IL PROTOCOLLO MINISTERIALE

  • I test sono su base volontaria sia per i medici di medicina generale sia per il personale docente e non docente
  • Gli esami vengono effettuati nel periodo compreso tra il 24 agosto e una settimana prima dell'avvio delle lezioni
  • Nel caso in cui un medico non effettui il test, il cittadino può rivolgersi al Dipartimento di prevenzione
  • In caso di positività al test, il Dipartimento di prevenzione dovrà effettuare il tampone entro 48 ore
  • Il paniere di potenziale interessati è pari a 16 mila 500 dipendenti
  • La Regione ha avviato la distribuzione di 24 mila 300 test rapidi (pungidito)

 

Stando alle indicazioni, inoltre, è necessaria una chiara identificazione, messa a punto e test di funzionamento anche del canale di comunicazione reciproca tra “scuola”, medici curanti (pediatri e medici di medicina generale) e Dipartimento di prevenzione.

Le linee guida nazionali, quindi, entrano nel dettaglio dei vari scenari possibili. Il primo affrontato dal Governo è quello di un alunno che presenti un aumento della temperatura corporea al di sopra di 37,5º oppure almeno un sintomo compatibile con il coronavirus in ambito scolastico.

In questo caso l’operatore deve segnalare immediatamente la situazione al referente dell’istituto che contatta i genitori mentre l’alunno attende in una zona separata della scuola indossando la mascherina e viene assistito da un operatore anche lui dotato di dispositivo di protezione individuale.

Una volta che lo studente ha fatto ritorno a casa, inoltre, il personale scolastico deve provvedere alla pulizia e sanificazione delle superfici della stanza, oppure dell’area, di isolamento in cui era stato posto l’alunno in attesa dei genitori.

Questi ultimi, poi, devono contattare il pediatra di libera scelta – oppure il medico di medicina generale a seconda dell’età dell’alunno – per la valutazione clinica del caso, con il dottore che richiede al Dipartimento di prevenzione l’esecuzione del test diagnostico da effettuarsi il prima possibile.

Nel caso in cui, invece, l’alunno presenti sintomi compatibili con il Covid-19 a casa, deve restare confinato tra le mura domestiche con i genitori che hanno l’obbligo di avvisare il proprio medico per l’effettuazione del tampone e, allo stesso tempo, comunicare l’assenza dello studente alla scuola per motivi di salute.



Diverso è invece il discorso nell’eventualità in cui il sospetto ricada su un operatore scolastico, docente o non docente. Nel caso in cui il dubbio avvenga mentre il dipendente è a scuola, bisogna assicurarsi che indossi la mascherina, invitarlo a tornare a casa e a contattare il proprio medico curante che chiederà l’effettuazione del tampone.

Se i sintomi si manifestano a casa, invece, l’operatore scolastico deve contattare sia il dottore per l’effettuazione del test sia comunicare all’istituto l’assenza dal lavoro per motivi di salute con tanto di certificato medico.



Le linee guida prevedono, infine, che se il test è positivo, si notifica il caso e si avvia la ricerca dei contatti e le azioni di sanificazione della struttura scolastica. Per il ritorno a lezione o a lavoro bisognerà attendere la guarigione clinica – cioè la totale assenza di sintomi – che prevede l’effettuazione di due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro.

Se il tampone è negativo, invece, il sospettato di infezione effettua un nuovo test a distanza di 2-3 giorni con l’interessato che deve comunque restare a casa fino a guarigione clinica e a conferma negativa del secondo esame. In caso in cui la patologia riscontrata sia diversa da Covid-19, il soggetto resterà a casa fino alla certificazione del suo medico curante che ne attesti l’avvenuta, e completa, guarigione. —


 

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