Scuola e Covid, mascherine obbligatorie per gli alunni sopra i sei anni

Cambia l’orientamento degli scienziati sulle mascherine. Agli studenti maggiori di sei anni verrà chiesto di indossarle in aula. Ci saranno momenti particolari, come l’interrogazione, a mensa o in palestra, che esenteranno i ragazzi dal portarle, ma il Comitato scientifico ha deciso che coprire naso e bocca va di pari passo con il distanziamento e l’igiene.
È il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, a sottolinearlo: «Sono i tre pilastri indiscutibili e saranno validi per il mondo scolastico. Utilizziamo la mascherina perché è un importante strumento contro il virus».
Fino a pochi giorni fa, invece, il principio cardine da seguire per una efficace prevenzione era la distanza di un metro, limitando la mascherina agli spazi dove fosse difficile rispettarla, come ad esempio nelle aule che ancora non avessero ottenuto i nuovi banchi monoposto.
Questi cominceranno a essere consegnati il 7 settembre negli istituti che hanno fatto richiesta, quindi la distribuzione proseguirà per tutto il mese di ottobre, come ha assicurato il Commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri.
Come verranno gestiti i positivi nelle scuole? «Bisognerà esaminare il contesto di volta in volta – ha spiegato Miozzo – se necessario mettere in quarantena una classe o l’intera scuola». L’Iss una procedura da seguire l’ha stabilita ed è stata discussa nella riunione di mercoledì 19 agosto alla quale hanno partecipato i ministri Roberto Speranza e Lucia Azzolina.
Quando un alunno avrà febbre oltre 37.5° sarà l’insegnante ad avvisare il referente covid della scuola che chiamerà i genitori. Riportato a casa lo studente e attivato il medico di famiglia, l’Azienda sanitaria effettuerà il tampone.
Se positivo, la Asl individuerà i nomi di studenti e docenti che sono stati a contatto con il ragazzo durante le 48 ore prima dell’insorgere dei sintomi. I compagni e i prof saranno messi in quarantena per 14 giorni dal momento dell’ultimo contatto e potrebbe essere predisposta la didattica a distanza.
L’intenzione è poi quella di adottare test molecolari immediati per verificare il contagio e far scattare immediatamente le misure, magari reintroducendo la figura del medico scolastico.
Sul ritorno in classe pesa l’andamento dei contagi, ma l’eventuale riapertura a zone sarà discussa dal Comitato nella riunione del 29 agosto.
Nelle ultime 24 ore si è verificata una vera e propria impennata di nuovi casi. I dati del ministero della Salute ne registrano 642, 239 in più rispetto al giorno precedente.
È l’incremento più alto dallo scorso 23 maggio, quando ci furono 669 nuovi malati di covid. I morti di mercoledì 19 agosto sono7, contro i 4 del giorno prima. Grande crescita anche dei tamponi: 71mila, quasi 20mila in più.
Tra le regioni più a rischio si confermano Lombardia, Emilia Romagna, Lazio; rispettivamente con 91, 76 e 75 nuovi casi. Proprio nei tamponi prelevati in queste ultime settimane, hanno notato i virologi, è decisamente aumentata la carica virale.
Il virus si sta replicando velocemente trovando terreno fertile tra i giovani e questi potrebbero diventare dei super diffusori. Le goccioline di saliva emesse con un colpo di tosse o con uno starnuto contengono infatti un numero elevato di particelle virali. Ecco perché la strategia del Cts sulle mascherine è mutata.
La titolare dell’Istruzione, con il commissario Arcuri, ha incontrato Comuni, Province, Regioni e presidi. I primi banchi dovrebbero essere spediti dove c’è un rischio alto di contagio, provocando il malumore di Campania e Sicilia che sono tra i territori che hanno inviato le richieste maggiori.
Domande che per Arcuri nascondono la volontà di rinnovo del mobilio scolastico, più che una reale necessità di distanziamento. Infatti, sono state richieste 173mila sedute, ma senza banchi. Restano le distanza tra governo e sindacati, mentre i dirigenti scolastici insistono sullo scudo penale. —
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