Cinque domande a Tondo: cosa ha fatto per evitare il degrado?

UDINE. Cinque domande all’ex presidente della giunta regionale Renzo Tondo. Cinque domande all’attuale leader dell’opposizione di centrodestra, ma che dal 2008 al 2013 ha avuto la responsabilità di governo del Friuli Venezia Giulia. E il tema non poteva che essere l’aeroporto regionale, alla luce dell’audizione di martedì dei vertici della società e del dibattito che ne è scaturito.
Sì perchè Tondo, assieme a Colautti del Nuovo Centrodestra, ha difeso a spada tratta Sergio Dressi e la sua gestione, ma ha pure stigmatizzato il ruolo della stampa, in particolare quello del Messaggero Veneto, che dal 16 novembre sta pubblicando un’inchiesta, ricca di dati, dettagli, notizie inedite, storie curiose, proprio sul degrado dell’Aeroporto.
Un’inchiesta che, nonostante le numerose puntate e la “scivolosità” dell’argomento e delle sue implicazioni, non ha mai ricevuto alcuna precisazione da parte dei diretti interessati, nè tantomeno qualche smentita. Eppure Tondo, davanti ai commissari riuniti sotto la presidenza di Vittorino Boem, ha affermato che «serviva riservatezza, mica una fuga di notizie.
La campagna stampa ha fatto male all’aeroporto. Adesso tanti politici preferiscono partire da Venezia piuttosto che da Ronchi per andare a Roma». Ecco allora che da oggi in poi pubblicheremo queste cinque domande e ne chiederemo risposta all’ex numero uno in Regione.
Lo faremo ogni giorno, finchè Tondo non fornirà le risposte del caso. Abbiamo pensato di domandare a Tondo se non si ritiene responsabile, lui e la sua giunta, dei mali dell’aeroporto, visto che ha governato per cinque anni prima di Serracchiani. Se non pensa che andava fatta prima l’alleanza strategica con Venezia. Se non ritiene che la battaglia per la trasparenza di maxi stipendi pubblici non dovesse essere portata avanti dalla sua giunta e non sollecitata perfino dal commissario anti corruzione Raffaele Cantone. E ancora se non ritiene che le dimissioni di Dressi, a questo punto, siano inevitabili e dei motivi delle accuse al Messaggero Veneto.
Ecco le cinque domande a Tondo, che riportiamo anche nella tabella interattiva in alto:
1. Il disastro dell’Aeroporto ha radici lontane e lei è stato 5 anni presidente della giunta regionale. Perchè non ha agito prima, quando lei amministrava questa regione?
2. Perché non è stata concretizzata l’alleanza con Venezia per il polo aeroportuale del Nordest?
3. Perché non avetefatto una battaglia sulla trasparenza dei compensi del direttore generale? Il suo stipendio è sempre stato top secret...
4. Il Cda dell’aeroporto sta perdendo pezzi. Non crede che la cosa più opportuna a questo punto siano le dimissioni del presidente Dressi,invece di una difesa a oltranza che non porta da nessuna parte?
5. Il Centrodestra ha accusato il Messaggero Veneto per aver pubblicato l’inchiesta sui mali dello scalo. Qual è stata la propostadella sua coalizioneper evitare quei dati che parlano da soli?
Sul ruolo del nostro giornale su questo tema interviene il segretario regionale di Sel Marco Duriavig. «Decisamente imbarazzanti - spiega - sono le dichiarazioni dei consiglieri Tondo e Colautti che attaccano la stampa per il ruolo svolto nel far emergere l’attuale gestione. Invece di ringraziare chi ha permesso a tutta l’opinione pubblica di venire a conoscenza della situazione paradossale di una presidenza dell’aeroporto strapagata, ma artefice di una gestione in perdita, il centrodestra si lamenta dicendo che serviva più riservatezza.
Per fare cosa? Per lasciare agire indisturbata l’attuale dirigenza? Per fare passare ancora una volta l’idea che sia pagata profumatamente solo la posizione e non la capacità di raggiungere i risultati? Il ruolo dei consiglieri, tanto più di opposizione, dovrebbe essere quello di controllare l’amministrazione della cosa pubblica, non di essere i primi conservatori delle sue storture».
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