Minacce ai cacciatori e parte una petizione

Dopo l’uccisione del cane, e-mail anche con insulti al direttore della riserva. Il caso di San Daniele scatena il web: firme per riscrivere la legge regionale

SAN DANIELE. E-mail con insulti e minacce sono state indirizzate ieri al direttore della riserva di caccia di San Daniele Franco Miconi. «Si tratta di affermazioni rivolte da persone dopo quanto affermato al “Messaggero Veneto” – ha spiegato Miconi che, sulla questione dell’uccisione del border collie da parte del cacciatore appartenente alla riserva da lui diretta ribadisce di non voler entrare nella vicenda – ognuno – è responsabile delle proprie azioni».

Il direttore si dice assolutamente dispiaciuto per quanto accaduto domenica, però ribadisce alcuni concetti: «Se ci sono delle regole, queste vanno rispettate».

Quanto invece all’opinione pubblica su quello che è accaduto domenica, è una goccia che ha fatto traboccare un vaso pare ormai colmo. Questo perlomeno per la comunità di Facebook. Sul social anche ieri è stato riversato un mare di commenti e di attestati di solidarietà nei confronti degli “amici umani” del border collie.

La Lega per l’abolizione della caccia offre l’avvocato gratuito e si costituirà parte civile
Placeholder

Tantissimi i messaggi d’affetto nei confronti del cane ammazzato e dei suoi padroni, tante, troppe anche le frasi violente e piene di odio rivolte al responsabile.

Oltre ai commenti comunque, sono partite anche alcune iniziative volte a scongiurare il ripetersi di episodi simili. Innanzitutto da ieri online si può sottoscrivere la petizione dell’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali - sezione di Udine), destinata alla presidente della Regione Debora Serracchiani che mira a ottenere una nuova legge che non consenta ai cacciatori di sparare liberamente vicino all'abitato e nella quale siano previste delle norme che impongano agli stessi di essere sottoposti a test per evidenziare la presenza nel sangue di alcol e sostanze stupefacenti.

La petizione, che si intitola “In memoria di Adamas perché non deve succedere mai più”, contiene infatti una proposta di legge dove, tra le altre cose, c’è l’introduzione del test per alcol e stupefacenti da effettuare ai cacciatori durante l’attività venatoria che, secondo Oipa, «risulta essere uno dei modi per garantire la sicurezza ai cittadini». Tra le innovazioni contenute nella proposta di Oipa anche la richiesta che «l’attività venatoria sia esclusa dai parchi cittadini e che ne vengano limitati gli spazi e gli orari sempre a tutela dei cittadini». Alle 18 di ieri la petizione era quasi arrivata alle 2 mila 500 firme.

Cane ucciso a fucilate, il racconto dei proprietari

Poche ore dalla diffusione della notizia dell’uccisione dei Adamas poi è stata creata da un’educatrice cinofila del centro Spilimbau di Spilimbergo (Pn) la pagina/evento “Attività venatoria e tutela dell’incolumità pubblica (lasciate la vostra testimonianza pubblica) creata affinché chi ne ha, possa condividere le proprie esperienze.

Da lì anche alcune richieste come gli alcol e i droga test per i cacciatori, l’istituzione di vaste aree segnalate in cui le persone possano portare a passeggio il cane senza pericoli e che ci sia un aumento delle distanze dai caseggiati, dalle attività e dagli allevamenti.

Spara e uccide il cane di un passante: denunciato dai carabinieri

Nella pagina evento, ovviamente, la prima testimonianza postata è stata quella di Irvin Lepic, uno dei padroni del cane ucciso domenica, il quale assieme ad alcune foto del suo piccolino, ha ribadito come Adamas fosse un cane assolutamente socievole e per nulla aggressivo.

In paese in molti stanno cercando di conoscere il nome del responsabile: da quanto percepito in città comunque il risentimento espresso è stato per la maggior parte rivolto al responsabile del “canicidio” e, per la minor parte, nei confronti del mondo venatorio.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto