Blitz in Consiglio, parla Clun: "Sì, rifarei tutto. Non era un'azione violenta, volevamo solo creare clamore"

TRIESTE. Sono 14 le persone identificate dalla Digos di Trieste e segnalate alla locale Procura della Repubblica per l’irruzione di martedì in Consiglio regionale. Tra loro c’è Francesco Clun, segretario provinciale di CasaPound. Lo stesso che, mascherina sulla bocca e megafono, ha letto un comunicato in Aula. «Se lo rifarei? Certo, uno dei nostri obiettivi era creare clamore per far sì che finalmente, sul tema della rotta balcanica, si passasse dalle parole ai fatti».
Clun, classe 1988, è impiegato amministrativo alla Direzione centrale Salute, Politiche sociali e Disabilità della Regione Fvg. Uno dei tanti collaboratori a tempo determinato dell’ente. Un particolare, quest’ultimo, non di poco conto. Tanto che in molti hanno chiesto provvedimenti.
«Si sta cercando di spostare l’attenzione dai contenuti della protesta verso la vita privata del sottoscritto – chiarisce –. Martedì ero in ferie e credo che nei miei giorni liberi io possa partecipare a una protesta, forte ma pacifica. Mi preoccupa che qualcuno chieda di sanzionare un lavoratore per le sue idee, richiamando le purghe politiche fatte ai tempi di Stalin. Chi si accanisce contro di me – aggiunge – per anni si è riempito la bocca con i temi del lavoro. Il centrosinistra non dovrebbe agitarsi troppo per limitare i diritti dei militanti di CasaPound». Il gruppetto di neofascisti è entrato a palazzo senza trovare resistenza, e dopo aver preso la parola, se n’è andato come se nulla fosse. «Non mi sono posto il problema di come avere accesso all’Aula. La nostra non voleva essere un’azione violenta, e difatti siamo entrati pacificamente senza creare problemi».
Clun fa riferimento anche alle affermazioni del consigliere del Carroccio Antonio Calligaris, che si è detto pronto a sparare ai migranti (salvo poi pentirsi qualche ora dopo). «Ci dissociamo totalmente da quelle affermazioni. La strada della violenza non ci interessa». Annunciando querele a chi lederà la reputazione dei militanti di CasaPound, Clun chiude assicurando di aver ricevuto molti consensi per l’azione in Consiglio: «Tanti italiani ci hanno scritto e ringraziato. Il problema dell’immigrazione è sentito dai cittadini. La sinistra farebbe meglio a concentrarsi su questo anziché occuparsi della mia condizione lavorativa».
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