Banca di Cividale teme la scalata

UDINE. Nel giro di dieci anni – tra il 1990 e il 1999 – il Friuli Venezia Giulia ha “perso” dieci banche. Sono state conquistate da gruppi nazionali e in alcuni casi internazionali. Nel 1991 la Popolare di Codroipo è approdata all’Antoniana; nel 1992 la Banca del Friuli è finita al Credito Romagnolo, oggi Gruppo Intesa Sanpaolo e nel 1994 la Popolare di Gemona alla Banca Antoniana (ora Antonveneta).
Quindi è toccato alla Popolare di Latisana fare l’accordo con FriulAdria e nel 1996 la Popolare di Trieste è finita in quella Vicentina. In quello stesso anno il Credito di Trieste è liquidato, mentre la Banca Agricola di Gorizia è passata sotto il controllo della Caer holding, oggi Bpc.
La Antonveneta, nel 1997, ha assorbito la Nuova Banca di Credito di Trieste e l’anno dopo la Popolare Vicentina è entrata nella Udinese, mentre il gruppo Intesa approdava in FriulAdria, oggi nel gruppo Credit Agricole. Tutte operazioni che non hanno inciso sulla solidità delle banche locali, ma che indubbiamente «hanno spostato fuori dai confini regionali la cabina di regia».
Su questo punto insiste il presidente Lorenzo Pelizzo, preoccupato di subire un possibile attacco adesso che lui, assieme all’ex direttore generale Luciano Di Bernardo e il vicedirettore della Banca Spa Gianni Cibin sono indagati per quattro ipotesi di reato di estorsione: «La nostra è una banca autonoma e soprattutto solida e non possiamo assolutamente permettere che la portino via da questo territorio. Lo dobbiamo ai nostri figli, nipoti e pronipoti. Qui deve restare l’autonomia decisionale: non dover dipendere da gruppi di controllo esterni ci permette di non dover sottostare a scelte strategiche. I tempi di risposta sono molto più rapidi, senza filtri intermedi di direzioni regionali e di area e poi rispondiamo direttamente al nostro territorio».
Altro discorso è quello legato alla fiscalità: la Popolare di Cividale paga 8 milioni di tasse l’anno e «in base allo statuto regionale i sei decimi restano in Fvg. Ho combattuto strenuamente – ha detto Pelizzo in assemblea – affinchè la HelpLine, il call center a livello nazionale, avesse sede a Cividale sia per i 250 posti di lavoro sia per le tasse che versiamo nella casse della Regione».
Infine una precisazione. Mercoledì in assemblea è stato mostrato un grafico con il valore reale e nominale delle azioni della Pop Cividale. Oggi il valore di una azione è di 24,50 euro. Pelizzo in assemblea ha parlato di 128,1 euro che è il valore dell’azione sommati i dividendi ordinari e straordinari pagati dal 1970 a oggi, da quando cioè è presidente, più l’inflazione.
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