Attentato a Istanbul, due tecnici friulani scampano al massacro

UDINE. Hanno evitato l’inferno dell’aeroporto di Istanbul per mezz’ora. Due addetti friulani del Catas (laboratorio che si occupa delle prove e delle analisi per il settore del legno-arredo), uno residente a Udine e l’altro in un centro dell’hinterland, sono transitati infatti per lo scalo internazionale Ataturk martedì sera.
Il loro volo proveniente da Venezia era atterrato verso le 20, poi i due chimici si sono fermati nei saloni dello scalo in attesa della coincidenza per la città di Antalya, dove avevano un appuntamento di lavoro, e sono ripartiti poco prima del massacro perpetrato dai kamikaze dell’Is.
Una volta arrivati a destinazione hanno saputo dell’attentato e hanno immediatamente avvertito i parenti e i responsabili del Catas in Friuli per tranquillizzarli. Invece il tecnico responsabile di Danieli per il mercato turco e Medio Oriente Andrea Diasparro di Udine era in volo, sempre partito da Venezia, assieme ad altri corregionali, quando alle 23 i piloti e l’equipaggio hanno comunicato che l’aereo non sarebbe più atterrato nella pista dello scalo preso di mira dall’Is, ma a Izmir.
«Ci hanno detto solo che il “dirottamento” era per traffico congestionato - spiega il dipendente Danieli -, poi ci hanno dato ogni tipo di supporto per la sistemazione».
Nella grande città turca operano e lavorano diversi friulani. Uno di loro, Tiziano Furlan, è partner di una società di consulenza e internazionalizzazione per le aziende italiane che vogliono insediarsi in Turchia. Pure lui ha chiamato madre e sorella a Tricesimo e a Udine per rassicurarle.
«Quell’aeroporto - racconta al telefono - lo frequento almeno 4, 5 volte al mese, viaggio parecchio e lo conosco bene. Ieri non ero da quelle parti, non ho quindi visto nè sentito alcunchè, visto che abito a una ventina di chilometri dall’Ataturk. Qua oggi (ieri per chi legge, ndr) è tutto ritornato alla normalità, hanno rimesso a posto ogni cosa nel terminal partenze e decolli e partenze sono stati riattivati in tempi velocissimi.
I livelli di sicurezza sono elevati, infatti l’attacco è avvenuto nell’unico posto dove potevano fare male, fuori dall’entrata nei terminal passeggeri. Certo sono comunque luoghi affollati e purtroppo ci sono state delle vittime e un panico generalizzato. Logico che in città ci sia preoccupazione, martedì era una giornata di festa perchè il governo turco aveva appena fatto pace con Israele dopo sei anni e con la Russia dopo l’abbattimento del caccia di Putin.
I turchi sono disorientati perchè stavolta è stato preso di mira un obiettivo civile, un aeroporto, che è un luogo dove tutti prima o poi passano. Ma in Turchia, al confine con la Siria, gli attentati dei curdi contro militari o poliziotti turchi sono all’ordine del giorno, non fanno quasi più notizia».
Furlan spiega ancora che «a Istanbul c’è una comunità italiana piuttosto radicata e proprio la sera del massacro si stava svolgendo la cena mensile con gli operatori del business, tanti hanno saputo proprio là dell’attentato. Friulani invece ce ne sono pochini, ne ho conosciuto uno solo nei tre anni e mezzo da quando vivo a Istanbul». Infine le ricadute su economia e viaggi.
«Effettivamente il flusso turistico è molto diminuito - osserva il consulente - , lo si vede a occhio nudo, non servono le statistiche ufficiali. E anche per gli affari non è un buon periodo. Gli investimenti esteri sono drasticamente diminuiti dopo la serie di attentati che ha investito il Paese. E dire che qui l’economia tira ancora, il Pil nel primo trimestre è aumentato del 4,9 per cento».
Sono diverse le aziende del Fvg in particolare dei settori arredo e meccanica, che hanno contatti, insediamenti e scambi commerciali con Istanbul e più in generale la Turchia. Nell’antica Costantinopoli c’è un grande negozio monomarca di Calligaris e pure un paio di punti vendita Moroso.
«Siamo presenti a Istanbul - conferma Alberto Gortani dell’azienda Moroso -, ma i negozi non sono gestiti da personale friulano. C’è un buon mercato, soprattutto per quanto riguarda il ramo alberghi e ospitalità, abbiamo rapporti con i professionisti per le grandi forniture.Gli attentati? Purtroppo è un mondo difficile, temo che per qualche tempo dovremo conviverci».
Entro un paio di mesi approderà a Istanbul anche un capo cantiere della Imel di Codroipo, che si occupa di impianti di verniciatura per l’industria. «Abbiamo un’importante commessa per il gruppo Renault - spiega il titolare Marco D’Angela -, che stiamo per avviare in Turchia».
A Istanbul ha operato anche il Gruppo Cividale, che ha contribuito alla realizzazione dei ponti sul Bosforo, mentre Danieli ha diversi progetti con svariati clienti in fase di esecuzione, nella zona asiatica vicino a Istanbul. C’è qualcuno, come Valneo Livon, che ha provato a esportare i suoi vini. «Abbiamo realizzato qualche tempo fa un paio di eventi a Istanbul - conferma il viticoltore - in collaborazione con il Gambero Rosso. I contatti li abbiamo, ora vediamo se parte la commercializzazione. La situazione è delicata in Turchia, da quanto mi dicono tutto è un po’ fermo».
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