A Cividale la ferramenta più antica d’Italia

CIVIDALE. E' partito tutto casualmente, da una telefonata. «Era la casa editrice di una rivista di settore, che stava preparando un numero speciale riservato alle ferramenta "storiche" esistenti in Italia: ci chiese la disponibilità a inviare della documentazione sul nostro negozio, sui suoi inizi. Certo non immaginavamo, allora...». Non immaginavano, i fratelli Romano e Giampaolo Piccoli, di detenere il primato assoluto di "longevità", su scala nazionale.
Dalla ricerca, sfociata appunto nella pubblicazione di una ricca brochure, è infatti emerso che la loro ferramenta - affacciata su Corso Mazzini, in pieno centro storico - è la più vecchia della penisola. La bellezza di 300 anni di ininterrotta attività, sempre nella stessa sede, sempre con il medesimo nome. Un record. Non lo sapevano i diretti interessati e lo ignorava, per logica conseguenza, la città che ospita l'esercizio, impiantato all'inizio del Settecento da Nicolò Piccoli. Sui banchi della bottega, che nel tempo si è progressivamente espansa e che ha gradualmente allargato e modificato la gamma dei prodotti in vendita, per farsi incontro alle richieste del mercato, si sono avvicendate nove generazioni: a nessuno degli eredi del fondatore è venuto in mente di cambiare genere o, peggio, di chiudere.
Non ce ne sarebbe stato motivo, del resto: il comparto non ha mai subito crisi e la richiesta è continuata, costante, attraverso i secoli. E ai fratelli Piccoli, così, è arrivata di diritto una targa - oggi orgogliosamente esposta in vetrina - che insignisce la ferramenta della qualifica di locale storico. La consegna è avvenuta di recente a Bergamo, nel corso di una cerimonia «cui hanno partecipato - raccontano i due titolari - colleghi da ogni parte dello Stivale. L'accoglienza ci ha sbalordito: gli organizzatori erano incredibilmente felici della nostra partecipazione, in quanto "veterani"! Il più antico documento che conserviamo è datato 16 giugno 1753: si tratta di un manoscritto, vergato dal camerlengo Antonio Meroni per conto della Magnifica Comunità di Cividale, che annota una lista di materiali forniti da Nicolò Piccoli. Un atto successivo risale al 28 dicembre 1796 e testimonia la consegna di ferro e legame per opere di restauro del ponte del Diavolo».
Per la cittadina, insomma, un titolo in più, una curiosità che può arricchire di un fattore inedito il carnet dei vanti ducali. Perché anche un negozio può evocare la storia. La ferramenta Piccoli, addirittura, ci si innesta: notissima la tragica pagina della deportazione ad Auschwitz di Elvira e Amalia (nonna e zia degli attuali proprietari), che non fecero ritorno. Ma memorie sono connesse pure alla Grande Guerra: dopo la battaglia di Caporetto negozio e abitazione furono saccheggiati.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto